Quanto rende un impianto fotovoltaico? Conoscere il rendimento del proprio impianto fotovoltaico significa sapere a priori i guadagni derivanti dagli incentivi e quindi il tempo di rientro dell'investimento. Ma significa anche capire se ci sono intoppi o imprevisti nella produzione di energia.
A impianto efficiente corrisponde maggior guadagno perché più si produrrà energia elettrica, maggiore sarà il guadagno in termini di incentivi messi a disposizione dal GSE. Un ragionamento che fila e che pone in relazione il rendimento tecnico dell'impianto con il suo rendimento economico; rendimento che, al contrario di quel che si sarebbe portati a pensare normalmente, dipende da una serie di questioni e non solo dall'esposizione dell'impianto o dal luogo dove questo viene installato. Le variabili in gioco sono, infatti, moltissime, tanto che, senza alcuna forzatura, si può affermare come ogni impianto, se pur di poco, sia diverso dall'altro. Il rendimento è, infatti, certamente in funzione della località e dell'esposizione ma anche della tecnologia dei pannelli e dell'inverter, da tutti i componenti del BOS (Balance Of System), di quelle ambientali e della diversa combinazione tra tutti questi fattori. Difficile quindi generalizzare; rischia, infatti, di cadere in errore chi, per esempio, pensa che in zone maggiormente soleggiate, come le regioni del meridione, gli impianti fotovoltaici siano comunque più efficienti. Di sicuro è un'affermazione vera in termini generali che, però, tuttavia, non tiene conto del fatto che gli impianti fotovoltaici soffrono le alte temperature, per non parlare della discriminante relativa ai fattori di dimensionamento.
E' vero che l'efficienza di un impianto fotovoltaico è data dal rapporto tra la potenza in uscita e quella in entrata, ma è altrettanto vero che a questo devono essere sottratte le perdite, dovute a una serie di variabili: l'intensità dell'irraggiamento solare, l'angolazione con cui i raggi del Sole incidono sul modulo, la temperatura dei moduli fotovoltaici, il loro sporcamento o ancora peggio il loro aging (invecchiamento), le perdite dell'inverter, le perdite nei collegamenti, eccetera. Tutti fattori che possono portare cali produttivi con evidente ripercussione sugli introiti attesi e dunque sul rientro dell'investimento. Anche i componenti di impianto, oltre i moduli, che si definiscono BOS (Balance Of System), giocano, infatti, un ruolo importante sul rendimento globale dell'impianto, fino al 75% circa e anche oltre. In altri termini, se un impianto ha un BOS con un rendimento del 90% vuol dire che ha delle perdite del 10%, mentre un impianto con un BOS del 75% avrà perdite del 25%. In ogni modo sarebbe riduttivo relegare il discorso del rendimento solo agli impianti grid connected, quelli cioè che possono fruire degli incentivi statali. Il rendimento degli impianti è, infatti, altrettanto importante per gli impianti stand alone, che hanno sulle proprie spalle il compito di dare energia in situazioni in cui la possibilità di allaciarsi alla rete è impossibile o decisamente poco conveniente. Infine, per i più ambientalisti, esiste un altro tipo di rendimento dell'impianto, che va sotto il nome di energy pay back time e che sta ad indicare il tempo che occorre all'impianto per produrre la quantità di energia che è stata necessaria per produrre l'impianto stesso. Un concetto che può apparire di primo acchito contorto, ma che sta a significare l'impatto ambientale del processo industriale di produzione dei pannelli. In questo senso ci sono buone notizie: negli ultimi anni l'energy pay back time è sceso drasticamente e oggi va da uno a tre anni. Il che significa che, considerando una vita media dell'impianto di trent'anni, nei primi tre si ripagherà l'ambiente in termini di energia utilizzata per la produzione dell'impianto, e negli anni successivi, in termini di impatto ambientale, sarà tutto grasso che cola.
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