Quella del PCM (Phase Change Material) è una tecnologia quasi inedita nel nostro Paese, ma già utilizzata in alcuni casi di successo in Germania, Svizzera e Austria. Applicata ai vetri delle finestre è una soluzione in grado di migliorare e potenziare l'apporto solare passivo, immagazzinando nella finestra parte dell'energia ricevuta, che viene rilasciata lentamente nell'ambiente interno grazie a un vero e proprio effetto spugna. Come funziona? Il sistema solare passivo è costituito da una componente trasparente a triplo vetro con interposto, nel primo strato, un pannello riflettore prismatico che funge da selettore naturale dell'irraggiamento in base all'angolo di incidenza, ottimizzandolo a seconda delle stagioni. Nello strato più interno avviene l'accumulo energetico, grazie al lavoro dei sali idrati posti in contenitori di polixarbonato, che garantisce una capacità termica pari a quella di un muro dello spessore di 20 cm. I cristalli, infatti, si sciolgono quando vengono colpiti dal Sole, per poi ricristallizzarsi lentamente nelle ore non irraggiate, cedendo in tal modo calore. Il sistema consente in tal modo di utilizzare la capacità termica del calore latente per distribuire l'apporto energetico diurno alla notte e ai giorni successivi. Attraverso il componente di spessore pari a 8 cm passa, a seconda delle stagioni (per effetto del selettore prismatico) fino al 40% dell'energia in inverno e solo il 22% in estate. I materiali che contengono i Pcm possono essere diversi: cartongesso, legno, intonaco, plexiglas, e possono essere applicati anche in soluzioni impiantistiche, quali riscaldamento, raffrescamento, collettori solari e scambiatori di calore. Sono materiali termoregolanti che ottimizzano le fluttuazioni giornaliere della temperatura attraverso la riduzione dei picchi di calore interni, consentendo un effettivo risparmio energetico e di climatizzazione dell’ambiente. Le caratteristiche e i requisiti dei Pcm sono costituiti da una temperatura di fusione a 25°, elevato calore di transizione di fase (liquidazione/solidificazione), non tossicità, corrosività e igroscopicità; il composto organico può essere la paraffina, o semplicemente la cera, sottoprodotti della raffinazione del petrolio o Sali idrati (composti inorganici).
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mercoledì 28 novembre 2012
La tecnologia PCM
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