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martedì 18 ottobre 2011
Com'è fatto un impianto minieolico?
Anche se in Italia esistono casi pionieristici di impianti minieolici fai da te, normalmente i produttori presenti sul mercato offrono soluzioni a pacchetto, che non si limitano alla sola vendita o all'installazione, ma comprende anche le fasi di analisi del sito e dell'analisi costi-benefici. In genere, gli impianti adatti a usi domestici o per utenze agricole (agriturismi) hanno pale di diametro compreso tra 1 e 10 metri e piloni di sostegno tra i 10 e i 20 metri, anche se non mancano soluzioni più ridotte installabili direttamente sul tetto. Gli impianti ad asse orizzontale, parenti in scala ridotta dei grandi mulini a vento che compongono le centrali eoliche, sono in genere i più diffusi. Anche gli impianti ad asse verticale stanno ritagliandosi spazi di mercato, ma in genere con prezzi medi più elevati. Per la connessione finale alla rete elettrica il sistema deve comprendere, oltre al palo di sostegno e al rotore, altri meccanismi indispensabili. Le pale sono, infatti, generalmente fissate a una gondola che completa la turbina contenendo le apparecchiature di trasmissione del moto da queste al generatore elettrico. Un sistema di inverter, infine, consente che l'energia prodotta dall'impianto si adatti alle caratteristiche di quella presente in rete. A ciascuno, quindi, la sua soluzione. Di certo, siamo alla fine di una fase pionieristica e per vedere il minieolico sfondare davvero servirà ancora qualche tempo, come confermato dal fatto che non più di due anni fa in Italia si arrivava a stento a una cinquantina di impianti di questo tipo. Gli operatori ci credono, se è vero, come sostiene l'associazione che raggruppa i maggiori produttori del settore (Anev), entro il 2020 si potrebbe arrivare a una produzione di 1 GW.