Con un pavimento radiante il risparmio energetico medio è superiore del 20% rispetto ad un impianto tradizionale con radiatori alla stessa temperatura, perché l'acqua circola a bassa temperatura e il calore viene rilasciato anche dopo lo spegnimento dell'impianto. Le fasi che conducono alla nascita di un impianto a bassa temperatura sono piuttosto schematiche. Il primo step prevede la stesura di un foglio antiumidità in plastica direttamente sul sottofondo cementizio e di un nastro perimetrale che proteggerà il pavimento dagli sbalzi di temperatura e dalle dilatazioni del massetto sovrastante i tubi. Le dispersioni termiche saranno, inoltre, limitate da un pannello isolante, anch'esso plastico, che resiste al calore e al vapore. La fase successiva riguarda la tubazione, che sarà collocata a chiocciola - con i tubi di mandata paralleli a quelli di ritorno - o a serpentina, quando gli stessi sono posati a zig zag. Nei contesti residenziali prevale quasi sempre la prima soluzione. Per un lavoro a regola d'arte è possibile sistemare una rete elettrosaldata che fissi le tubazioni al massetto in sabbia e cemento. Quest'ultimo, spesso circa 4,5 centimetri, va posato subito dopo il primo collaudo dell'impianto, per evitare danni alle tubazioni. Una volta asciutto, l'impianto sarà messo in funzione alzando gradualmente la temperatura per virificare la corretta realizzazione del massetto secondo la prassi del test di prima dilatazione. Infine, l'installatore procederà alla posa del pavimento vero e proprio.
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