sabato 14 luglio 2012

Il fotovoltaico senza le agevolazioni conviene?

Se ne parla da tempo, e tutto sommato ha anche un senso. Il settore delle energie rinnovabili, e in particolare quello del fotovoltaico, dopo qualche anno di rodaggio e di sostegno importante da parte dello Stato, dovrebbe essere in grado di camminare da solo. Il sistema incentivante, dunque, sembrerebbe essere sempre meno giustificato, soprattutto in tempi in cui i soldi per la spesa pubblica sono sempre più difficili da trovare: non dimentichiamoci che le energie rinnovabili per alcuni versi sono state il capro espiatorio dei costi folli delle bollette italiane e che gli occhi degli scettici sono ancora puntati su di loro. C'è, infatti, chi si chiede perché un settore dalle belle speranze come questo, debba ancora essere sovvenzionato, mentre altri settori decisamente più agonizzanti, debbano essere lasciati al loro destino. Certo si tratta di una visione superficiale ma è pur vero che la tendenza di dare un taglio agli incentivi, non è solo appannaggio dell'Italia. Anche Germania e Francia stanno facendo lo stesso e la Spagna, addirittura, ha già cassato del tutto gli incentivi da un pezzo. E allora proviamo ad immaginare un futuro senza Conto Energia e proviamo a capire se, una volta che lo Stato chiuderà i rubinetti, non avrà più senso investire in questa tipologia di impianti. In altre parole, ci stiamo chiedendo: il fotovoltaico senza tariffa incentivante conviene? D'altro canto, dobbiamo ammetterlo, il sistema legato agli incentivi non è del tutto rose e fiori: da sempre c'è l'esigenza di comprendere come funziona un meccanismo non privo di insidie.

Con il fotovoltaico si guadagna anche senza Conto Energia?

Non è una domanda bizzarra perché si tratta del futuro prossimo: gli impianti si installeranno per convinzione, per produrre energia pulita, per autoalimentarsi (e dunque risparmiare sulla bolletta), e non perché legati a una tariffa incentivante. Gli esperti del settore hanno già le idee chiare al riguardo. Il settore del fotovoltaico, secondo il loro parere, non deve e non può temere la fine degli incentivi, poiché è in grado di realizzare ugualmente impianti efficienti e remunerativi, anche in virtù della diminuzione costante dei costi dei materiali legati alla progettazione e all'implementazione degli impianti. Per spegare meglio perché il fotovoltaico può avere un futuro roseo anche in assenza di un sistema incentivante bisogna ricordare che è tutta una questione di prezzi che salgono e di prezzi che scendono. Non solo. E' anche una questione di confronto e scontro con il nemico, ossia con l'energia prodotta da fonti tradizionali, quelle fossili, per intenderci. Detto questo, diamo un'occhiata alla situazione attuale: i prezzi del fotovoltaico, è innegabile, sono sensibilmente diminuiti lungo tutta la filiera: costano meno gli impianti, costa meno la loro installazione e costa meno anche la loro manutenzione. Utilizzando un esempio concreto, la diminuzione di questi costi è facilmente tracciabile: oggi un impianto di 3 kW costa circa 10.000 euro; solo tre anni fa, lo stesso identico impianto, costava praticamente il doppio. A fare da contraltare a questa caduta libera dei prezzi, c'è invece il penoso aumento dell'energia: il prezzo dell'energia convenzionale, petrolio in testa, pesa sempre di più sulle tasche degli utenti. Basti pensare che l'Autorità per l'energia elettrica ha stimato, per il 2012, un rincaro del 5% sulle bollette elettriche dovuto a una serie di fattori, non ultimo il costo del barile alle stelle e non ultimi alcuni servizi che l'Autorità eroga ai cittadini.

Questa è la situazione attuale, ora tocca interrogarsi sul futuro. La prima domanda che ci si pone è legata al prezzo degli impianti fotovoltaici: scenderanno ancora? E di quanto? A quanto pare, considerando quelle che gli economisti chiamano economie di scala, i prezzi continueranno ad abbassarsi e anche gli impianti fotovoltaici seguiranno il destino che tocca alle nuove tecnologie in generale: i costi si abbassano costantemente, finché non diventano alla portata di tutti. Per convincervi, un esempio per tutti, i telefoni cellulari.

La seconda domanda, invece, riguarda le fonti tradizionali: quale destino per loro? Non roseo, verrebbe da dire, perché davvero non se la passano bene. L'energia convenzionale è dipendente dal carbon fossile ed è soggetta alle fluttuazioni del prezzo dei combustibili, ma al contempo è anche soggetta ai costi ambientali. Pertanto, sembrerebbe proprio che in questa guerra tra risorse rinnovabili e risorse non rinnovabili, la vittoria per le prime sia scontata.Ma è pur vero che ci sono delle variabili di mercato che non possono essere del tutto previste e che siamo comunque nel campo dell'ignoto, o per lo meno dell'incertezza e delle ipotesi. E a proposito di ipotesi, è bene precisare che i conti fin qui fatti dagli esperti del settore per capire se gli impianti fotovoltaici sarebbero ugualmente profittevoli anche in assenza di Conto Energia, sono tutti basati su di una premessa ben precisa: i livelli di prezzo degli impianti devono per forza di cose ancora diminuire a ritmi sostenuti, altrimenti l'energia fotovoltaica non potrebbe competere con le fonti convenzionali, soprattutto se il prezzo di queste ultime dovesse stabilizzarsi.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?