giovedì 20 marzo 2014

Con l'energia verde si inquina di più

Con l'energia verde si inquina di più, è quanto emerge dalle rivelazioni shock del presidente dell'Eni Giuseppe Recchi. Ancora una volta la tecnologia ha ribaltato le previsioni in materia di energia: grazie allo shale gas (metano imprigionato nella roccia) l'industria americana sta accumulando un forte vantaggio competitivo sull'Europa che stenta a rispondere con una visione strategica adeguata, all'insegna del pragmatismo. Per dare una scossa al dibattito in Italia, il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, si è trasformato in autore. Nel suo libro "Nuove energie", racconto di due secoli di avventure di gas, petrolio e dintorni, emerge che l'Europa può sostenere la concorrenza, ma solo con un deciso cambio di passo: la "decrescita facile", è la conclusione, "non è felice per niente". 

L'Italia è al terzo posto per riserve di gas e petrolio, ma non sfrutta questa opportunità. Se in Italia adottassimo un approccio simile a quello di Inghilterra o Norvegia potremmo raddoppiare la produzione di gas e petrolio e soddisfare il 20% del consumo nazionale. Con un abbattimento dei costi di approvvigionamento e aumento dell'occupazione grazie all'Indotto: lo Stato incasserebbe 2 miliardi di royalty all'anno. Ma ci rinunciamo, con un atteggiamento da Paese viziato. Recchi è molto critico in merito alla politica energetica europea, a partire dagli incentivi alle rinnovabili. Il presidente dell'Eni, infatti, afferma che "non siamo di fronte a un quadro unitario ma alla somma delle politiche energetiche di 28 Paesi che investono 70 miliardi di euro, di cui 13 solo l'Italia, in sussidi ai produttori che utilizzano fonti alternative. Il risultato? Prezzi dell'energia più che doppi rispetto agli Usa, avviati all'autosufficienza grazie allo shale gas." Recchi inoltre non crede che tutto ciò porti ad un vantaggio reale per gli europei. "In realtà le emissioni europee di gas serra non si riducono perché gli effetti perversi del sistema di sovvenzioni, in connessione con il calo di valore dei certificati Ets, i permessi a inquinare e la recessione, hanno reso più conveniente il carbone. Basti dire che i produttori tedeschi di elettricità che usavano il gas perdevano 11,6 euro a megawatt, chi usava il carbone ne guadagnava 14,22. Non deve stupire, di fronte a queste cifre, il boom del carbone". Secondo Recchi, gli ingredienti di una buona politica energetica passano dal risparmio, l'innovazione tecnologica e la diversificazione delle fonti. La crisi ucraina conferma come sia importante avere più fornitori. Quindi: non dimenticare che, finché la tecnologia non renderà disponibile un'alternativa su vasta scala, la fonte economica più pulita resta il gas. Le scelte strategiche, anche di lungo termine, richiedono rapidità di esecuzione. Altrimenti si rischia di recepire scelte già superate.

mercoledì 19 marzo 2014

Di-Boss il sistema operativo intelligente che ottimizza l'efficienza energetica e rende più sicuri gli edifici

Il grattacielo di Park Avenue con Di-Boss
É un sistema operativo, ma non si limita a mettere in moto un computer: si può applicare a stazioni, aeroporti, centri commerciali, musei, palazzi. É un cervellone capace di ottimizzare i consumi energetici e rendere le strutture più sicure ed efficienti elaborando le informazioni che legge da una rete di sensori. Si chiama Di-Boss e non è un prototipo né un progetto sulla carta: è già presente in quattro grattacieli di New York di proprietà della società Rudin Management. Diventeranno 16 entro il 2015. A svilupparlo è stata Selex Es, azienda del gruppo Finmeccanica, insieme alla Columbia University, che ha contribuito con una serie di algoritmi derivati da medicina e finanza. Con vari obiettivi: tra gli altri, non sprecare corrente elettrica quando un piano di un ufficio si svuota o accelerare le operazioni di soccorso in caso di emergenza. Il sistema, infatti, porta in dote un'intelligenza artificiale: impara dalla routine delle persone, ne prevede i possibili comportamenti, dà suggerimenti in linea con le loro abitudini o, nelle situazioni estreme, fondamentali per la loro sopravvivenza. Presentato per la prima volta in Europa durante un convegno che si è svolto mercoledì 12 marzo a Roma. Di-Boss si inserisce nel promettente filone degli "smart building", gli edifici intelligenti: un mercato da 3 miliardi di euro l'anno che nel 2022 saliranno a quota 7. Oltre il doppio. Oggi sono Stati Uniti, Europa e Stati Asiatici del pacifico a trainare la domanda, in futuro sempre più richieste arriveranno da Medio Oriente e Sud America. Tutte aree in cui il software non ha difficoltà a inserirsi grazie al suo linguaggio universale e alla sua capacità di tradurre dati eterogenei in decisioni virtuose. Caratteristiche che lo possono rendere un portabandiera dell'impronta del nostro Paese anche nel terreno competitivo dell'Hi-Tech. Di-Boss è un'importante scoperta per tutti: più un sistema del genere si diffonde, più si avvicina il traguardo di una smart city efficiente e con un'anima green. Su riscaldamento e condizionamento agisce iniziando a climatizzare gli ambienti molto presto, quando l'energia ha tariffe più abbordabili. Non solo: si appoggia a rilevatori di dati meteo per sapere che tempo farà e dunque stimare quanto freddo o calore dovrà accumulare perché risulti ottimale durante la giornata. Per ciò che attiene l'illuminazione, invece, una rete di sensori aiuta Di-Boss a stabilire in tempo reale correlazioni tra il numero di persone presenti in un'ala e le luci che devono rimanere accese oppure possono essere spente. Un modo per evitare sprechi e, alla lunga, contribuire ad abbattere i costi complessivi della corrente. Di-Boss ottimizza anche i consumi elettrici nei periodi in cui si verificano picchi della domanda, per esempio in estate, quando in città tutti usano i condizionatori. Disattiva alcuni ascensori, riduce l'illuminazione in aree comuni, usa corrente accumulata in batterie. E l'operatore che fornisce l'energia lo premia con un bonus in bolletta. É stato implementato anche un sistema di monitoraggio degli accessi. Grazie ai tornelli, Di-Boss conta le persone che entrano ed escono. Così può conoscere i vari flussi nel corso delle ore, avvisare la sicurezza se a tarda sera qualcuno è ancora in un ufficio o, durante le emergenze, indicare ai soccorritori quanta gente bisognerà evacuare. Per quanto riguarda gli ascensori, li monitora e sa quante persone si fermano su ogni piano. Informazioni cruciali per spegnere i condizionatori in una zona deserta o abbassare il riscaldamento in un'area affollata, magari per un evento. E se c'è qualche blackout, li riporta tutti al piano, così nessuno rimane bloccato. Di-Boss gestisce anche il sistema idrico e quello antincendio. Gestisce tonnellate d'acqua. La riscalda con l'impianto solare termico, se disponibile sull'edificio, oppure a costi bassi nelle ore in cui l'energia è più conveniente. Inoltre l'apertura e chiusura dei rubinetti contribuisce a fargli capire qual'è il tasso di affollamento di un'area o un piano. Sul piano della sicurezza, Di-Boss dà la precedenza assoluta a possibili scenari critici ed elabora in fretta le necessarie contromisure. É in grado di rilevare picchi anomali di temperatura in un ambiente, cortocircuiti o presenza di fumo e fare confluire grandi quantitativi d'acqua dove può servire per spegnere il fuoco. In fine, ma non per ultimo, oltre a tenere sotto controllo violazioni classiche, su tutti gli ingressi non autorizzati in orari anomali, protegge le strutture in cui è installato da possibili attacchi informatici. Come un antivirus, ma applicato a un edificio. Uno scudo cruciale nell'era imminente dell'internet delle cose.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?