giovedì 29 dicembre 2011

Smaltire l'amianto installando pannelli fotovoltaici conviene

Per chi decide di sostituire le coperture in amianto con impianti fotovoltaici, il Conto Energia prevede delle tariffe agevolate molto interessanti. La normativa c'è, ma non tutti ne sono a conoscenza. Infatti, nonostante la Legge 257 del 1992 impedisca l'utilizzo dell'amianto e ne ordini la bonifica, la quantità di eternit presente ancora in Italia è molto elevata. Secondo i dati del CNR e dell'Ispsel, addirittura, le tonnellate di materiale tossico presenti sul territorio sarebbero più o meno 32 milioni, mentre i metri quadri sulle nostre teste contenenti amianto arriverebbero a toccare il miliardo! Numeri imponenti a testimonianza dei quali vi sono ancora segni evidenti, non solo nelle campagne, ma anche nel pieno centro delle nostre città. Sono tutte installazioni che risalgono in gran parte agli anni settanta, quando questo materiale sembrava essere la soluzione ideale per coibentare i tetti degli edifici e dei capannoni e quando, ancora, nulla si sapeva circa la sua pericolosità. In seguito si è scoperto quanto possa essere lesivo per la salute il suo impiego e, quindi, nacque la necessità impellente di smaltire tutto l'amianto possibile. I vari governi che si sono succeduti, però, non hanno mai messo in campo un vero e proprio piano di incentivazione allo smaltimento. E se vi state chiedendo il perché di questa poca attenzione da parte dei cittadini a disfarsi di un materiale tanto pericoloso per la salute, la risposta è presto data: bonificare costa troppo e la gente, molto spesso, non ha risorse finanziarie sufficienti a coprire le spese di un rifacimento completo del tetto della propria abitazione. Si va, infatti, da 15 a 50 euro al metro quadrato solo per la bonifica, a cui chiaramente deve essere sommata la spesa di ripristino del tetto. Senza contare che lo smaltimento non può essere improvvisato, e dunque è necessario l'intervento di aziende specializzate o addirittura, bisogna far ricorso alla Asl, che notoriamente non brilla in celerità.

Tutto fermo dunque? Neanche per sogno! A risolvere il problema, tornano buoni, ancora una volta, gli impianti fotovoltaici. Già, perché complice il Conto Energia, che soprattutto nelle ultime versioni (compresa quella in vigore) privilegia gli impianti sugli edifici, e li avvantaggia ancor di più se andranno a sostituire una copertura contenente amianto, chi vuole bonificare il proprio tetto ha a disposizione un extra incentivo. Si tratta, nello specifico, di una sorte di eco-bonus destinato agli impianti realizzati su edifici in sostituzione di coperture contenenti amianto, pari a 5 centesimi di euro /kWh in più rispetto alla tariffa normale. I vantaggi dell'operazione sono molteplici: ci si sbarazza di un potenziale problema, si effettua un intervento di natura etico-ambientale, si provvede a un completo intervento di manutenzione di tipo funzionale, il tutto sommato al risparmio energetico (e al relativo guadagno) a cui si andrà incontro. Se poi siete più propensi all'investimento vero e proprio, potete vagliare la possibilità di far effettuare lo smaltimento dell'eternit gratuitamente, in cambio però del diritto di superficie del vostro tetto. Cassati dal Conto Energia gli impianti a terra, infatti, stanno spopolando.

martedì 27 dicembre 2011

Le microalghe che producono biodiesel

I ricercatori del Centro Interdipartimentale di Ricerche per la gestione delle risorse idrobiologiche e per l'acquacoltura dell'Università Federico II di Napoli, in collaborazione con l'Università britannica di Cranfield, hanno scoperto che alcune specie di alghe, usate per la depurazione delle acque reflue, possono diventare anche biomassa utile per la produzione di biodiesel. Le alghe Botryococcus braunii e Scenedesmus obliquus, che hanno dimensioni di pochi milionesimi di metro e formano tappeti di colonie verdi sulla superficie dell'acqua, si alimentano con azoto e fosforo presenti nelle acque reflue. Per questo ne abbattono il contenuto di circa il 90%, depurando le acque. Le analisi svolte sugli acidi grassi contenuti nelle due specie di alghe, hanno dimostrato che sono anche una buona fonte di grassi da cui ottenere biodiesel. La produzione di biodiesel da microalghe potrebbe avere sviluppi interessanti dato che, al contrario di altri biocombustibili, ha il vantaggio di non sottrarre porzioni di suolo all'uso agricolo.

domenica 4 dicembre 2011

Impianto fotovoltaico notturno

Pannelli solari attivi anche di notte? Questa sarebbe una vera rivoluzione. Al Dipartimento americano dell'energia, sede nell'Idaho National Laboratory, Steven Novack pare essere certo sia possibile. Il suo cruccio: è un vero peccato non riuscire a sfruttare la metà dell'energia disponibile dal Sole, quella nella banda dell'infrarosso. Energia che, almeno in parte, di notte viene ceduta dal terreno sotto forma di calore. Novack e i suoi hanno realizzato un impianto formato da microantenne, con le quali riescono a raccogliere oltre l'80% dell'energia riciclata dal suolo. Il loro funzionamento si basa sulla capacità di entrare in risonanza con la lunghezza d'onda dei raggi infrarossi. Un grosso ostacolo pare essere rappresentato dall'incapacità di utilizzare la corrente elettrica alternata, generata a una frequenza troppo alta. Un inconveniente che potrebbe essere aggirato grazie agli studi paralleli in corso negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. La soluzione potrebbe risiedere in un diodo di nuova generazione, capace di lavorare anche ad alte frequenze ottiche.

venerdì 25 novembre 2011

Mega impianto idroelettrico al castello di Windsor per produrre energia pulita

L'ecoattivismo del Principe Carlo ha coinvolto anche sua madre, la Regina Elisabetta d'Inghilterra, che ha autorizzato la costruzione di un mega impianto idroelettrico nei pressi della sua residenza, il castello di Windsor. L'impianto fornirà energia elettrica al castello ma produrrà anche un surplus che sarà immesso nella rete elettrica nazionale. Il funzionamento si basa su un principio antichissimo, noto come "Vite di Archimede": un sistema meccanico innalza il livello dell'acqua del Tamigi provocando un movimento costante in grado di produrre elettricità pari a 1,7 MW/h annui, sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico di 400 abitazioni. Il costo dell'opera è di poco inferiore ai 2 milioni di euro e si stima che possa ridurre di 790 tonnellate all'anno le emissioni di CO2 in atmosfera.

sabato 19 novembre 2011

Il futuro delle energie rinnovabili in Italia

Accolto con parecchio pessimismo, il Quarto Conto Energia, conti alla mano, dimostra di essere una buona chance per chi vuole passare alle energie rinnovabili. A fronte di un taglio contenuto delle tariffe, infatti, si registra una marcata diminuzione dei prezzi degli impianti. Che, oltretutto, sono diventati anche più efficienti rispetto al passato poiché, nel frattempo, la tecnologia ha continuato ad evolversi. E dunque, essendo gli incentivi una strategia per lanciare, per spingere i settori emergenti, è corretto che a fronte di investimenti economicamente sempre più sostenibili, le tariffe subiscano un ridimensionamento.Certo, il modo brusco con cui è stata decretata la "morte" prematura del Terzo Conto Energia, qualche segno l'ha lasciato, soprattutto su coloro che stavano facendo ragionamenti di lungo periodo. Ma è pur vero che i piccoli impianti fotovoltaici non sono stati sfiorati dal passaggio tra i due Conti e dunque non ha senso non crederci a priori. E poi, la scelta delle energie rinnovabili non dovrebbe essere legata solo ad una convenienza economica, ma semmai dovrebbe diventare una filosofia di vita collettiva, con ricadute positive - anche - sul fronte economico. Non si dimentichi, infatti, che le abitazioni "verdi", cioè amiche dell'ambiente spuntano un valore di mercato più alto e che produrre autonomamente energia, al di là degli incentivi, conviene. In ogni caso, piaccia, o no, la normativa europea, e quindi, a cascata, quella nazionale, regionale, fino a quella attuativa delle amministrazioni comunali, terrà sempre più conto della sostenibilità ambientale: lo dimostrano gli orientamenti politici "green" su più fronti, a cominciare dall'edilizia, alla gestione dei rifiuti e anche all'agricoltura, e che comprendono pure i provvedimenti coercitivi presi in ordine alla mobilità. Sono sempre più numerose, infatti, le città che chiudono le porte dei propri centri storici ai veicoli privatio tradizionali, e che mettono a disposizione dei cittadini non solo i mezzi pubblici, ma anche nuove infrastrutture e forme di mobilità alternativa, quali il car sharing, il bike sharing, eccetera. Dal canto suo, l'industria automobilistica, non sta ferma a guardare e si sta attrezzando anch'essa a dare risposte ecosostenibili: i veicoli ibridi e quelli elettrici, presto saranno alla portata di tutti. Sono forme concrete di attenzione verso l'ambiente, che spesso, di primo acchito, non piacciono ai cittadini, ma che hanno un indiscutibile pregio: non si limitano "a dire" che l'ambiente deve essere tutelato e salvaguardato. Occorrono, infatti, strategie fattive e di lungo periodo, in cui un ruolo centrale deve essere giocato dagli investimenti sulle nuove tecnologie. Il destino dell'edilizia, per esempio, sembrerebbe oramai segnato, e le abitazioni, stando alle tendenze in atto anche fuori dai confini italiani, dovrebbero man mano essere sempre più efficienti, perché dotate di impianti tecnologici capaci di produrre energia pulita e di contenere il dispendio energetico. Il riferimento non è solo agli impianti fotovoltaici installati sui tetti, ma alla geotermia, al solare termico, alle biomasse, e anche alla domotica. Non si dimentichi, a tal proposito, che nella compravendita degli immobili, la certificazione energetica è diventata una condizione necessaria. Certo, come si diceva, non sempre le novità tecnologiche e normative sono accolte con entusiasmo dalla collettività, che nella stragrande maggioranza dei casi ha un approccio piuttosto freddo (o addirittura sospettoso) verso ciò che è sconosciuto. Ma l'imperativo, oggi, quando si parla di ambiente, è stare al passo con i tempi. Ecco perché occorre documentarsi, e soprattutto non conviene farsi influenzare dal pessimismo collettivo. Nel caso del Quarto Conto Energia, per esempio, chi lo ha giudicato negativamente a priori, senza fare due conti, ha commesso un errore. Perché per i piccoli impianti, il Quarto Conto Energia, conviene.

domenica 6 novembre 2011

Pannelli solari più efficienti grazie alla sequenza matematica di Fobonacci

Nel XIII secolo, ai tempi dell'insigne matematico pisano Leonardo Fibonacci, i pannelli fotovoltaici erano ben lungi dall'essere inventati. E tuttavia, la formula matematica dello studioso toscano, nota come "sequenza di Fibonacci", potrebbe tornare utile proprio per migliorare le prestazioni dei pannelli fotovoltaici. A scoprirlo è stato un tredicenne di New York, Aidan Dwyer, appassionato di matematica e scienze naturali che, studiando la forma delle foglie di alcuni alberi, ha scoperto che molte di esse hanno la tipica curva a spirale del modello di Fibonacci, e che tale forma consente loro di ottimizzare la raccolta di energia per la fotosintesi clorofilliana. Così Dwyer ha sperimentato la formula di Fibonacci per i pannelli fotovoltaici, creando due modelli e mettendoli a confronto: uno con celle disposte in modo tradizionale e l'altro con le celle disposte secondo la forma a spirale della sequenza di Fibonacci. Nel periodo ottobre - dicembre i pannelli con le celle a spirale hanno prodotto il 20% in più di energia rispetto alla soluzione tradizionale, con un picco del 50% nel periodo più freddo. Speriamo che la scoperta del giovane americano possa avere valide e riproducibili applicazioni indistriali.

venerdì 21 ottobre 2011

Niente Ici per i mini impianti fotovoltaici

Gli impianti di piccola dimensione posti su lastrici solari ad uso familiare non rientrano nell'ambito della tassazione Ici mentre per i Parchi fotovoltaici occorre distinguerli a seconda che possano qualificarsi come beni mobili o immobili. E' quanto emerge da uno studio del Consiglio nazionale del Notariato, dello scorso mese di agosto, concernente la qualificazione civilistica e fiscale degli impianti fotovoltaici. In ambito Ici la distinzione tra piccoli e grandi impianti fotovoltaici può costituire un elemento utile ai fini della qualificazione dell'impianto quale bene mobile o immobile. Lo studio distingue le centrali fotovoltaiche dagli impianti fotovoltaici di piccole dimensioni, in isola o connessi in rete. Secondo tale distinzione gli impianti di piccola dimensione posti su lastrici solari ad uso familiare non rientrano nell'ambito della tassazione Ici, mentre per l'insieme di generatori di grandi dimensioni in grado di produrre un'elevata quantità di energia si pone il problema della corretta qualificazione come beni mobili o immobili. Lo studio prende a base di analisi, ovviamente, l'articolo 1 comma 2 del decreto legislativo 504/92 il quale enuncia a titolo di presupposto essenziale ai fini della tassazione Ici, il possesso dei fabbricati. Per fabbricato si intende l'unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel catasto edilizio urbano. L'analisi del Notariato fa notare che la nozione catastale di immobile suscettibile di attribuzione di rendita è più ampia di quella di fabbricato ricomprendendo in detta nozione anche le costruzioni stabili di qualunque materiale costituite (articolo 4 rdl 13 aprile 1939 numero 652). Non possono essere considerati beni immobili e quindi non sono assoggettabili ad Ici quali fabbricati, i manufatti che non sono compenetrati al suolo in modo da realizzare un unico bene complesso, ma che possono essere separati senza perdere la loro funzionalità. Pertanto per gli impianti fotovoltaici di piccole dimensioni la connessione al suolo non sembra produrre un cd. bene integrato in quanto i pannelli solari anche se incorporati al suolo possono essere smontati e riposizionati in altro luogo senza perdere la loro autronomia funzionale, non c'è quindi un'unione dell'impianto al suolo che giustifichi  la qualificazione come bene immobile anziché mobile. Anche l'Agenzia delle entrate ha precisato che tra suolo e impianto non vi è la connessione e integrazione funzionale, in quanto l'impianto fotovoltaico è costituito da pannelli solari che possono essere agevolmente rimossi e posizionati altrove mantenendo inalterata la loro funzionalità. Per gli impiantii fotovoltaici di grandi dimensioni l'Agenzia del Territorio (ris. n. 3 del 6/11/2008) precisa che i pannelli fotovoltaici posizionati permanentemente al suolo sono assimilabili alle turbine delle centrali idroelettriche e che gli immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici sono da considerarsi unità immobiliari e qualificabili come categoria D/1 (opifici) e, nel calcolo della rendita catastale, devono essere inclusi i pannelli fotovoltaici e quindi essere assoggettati ad Ici. L'incentivazione al ricorso e alla produzione di energia da fonti rinnovabili costituisce uno dei temi centrali della politica internazionale e comunitaria in materia di protezione dell'ambiente. Il Notariato ritiene quindi necessario un coordinamento tra le diverse tesi del Territorio e delle Entrate in merito alla corretta qualificazione degli impianti fotovoltaici, e in attesa di ulteriori chiarimenti ministeriali si ritiene che non sempre per tali beni si verifica quell'integrazione al suolo come nel caso di centrali termoelettriche, realizzando così un bene complesso; sarà quindi probabilmente necessario verificare la grandezza e la portata degli impianti ai fini di un corretto accatastamento e tassazione ai fini Ici degli stessi.

giovedì 20 ottobre 2011

Qual'è il costo di un impianto minieolico?

I costi di installazione di impianti minieolici variano certamente molto a seconda della tipologia e del luogo in cui andranno ad operare. In generale, si può stimare tra i 3000 e i 5000 euro il prezzo finale al kW di un impianto di potenza compresa tra i 5 e i 20 kW. Ovviamente, essendoci componenti fisse indipendentamente dalla taglia, il costo a kW sarà proporzionalmente maggiore per gli impianti piccoli che producono meno. Altre variabili da tenere in considerazione, la vita media delle apparecchiature che si aggira intorno ai 20 anni e le spese: tra manutenzione e costi di esercizio occorre mettere a budget circa 250 euro all'anno.

martedì 18 ottobre 2011

Com'è fatto un impianto minieolico?

Anche se in Italia esistono casi pionieristici di impianti minieolici fai da te, normalmente i produttori presenti sul mercato offrono soluzioni a pacchetto, che non si limitano alla sola vendita o all'installazione, ma comprende anche le fasi di analisi del sito e dell'analisi costi-benefici. In genere, gli impianti adatti a usi domestici o per utenze agricole (agriturismi) hanno pale di diametro compreso tra 1 e 10 metri e piloni di sostegno tra i 10 e i 20 metri, anche se non mancano soluzioni più ridotte installabili direttamente sul tetto. Gli impianti ad asse orizzontale, parenti in scala ridotta dei grandi mulini a vento che compongono le centrali eoliche, sono in genere i più diffusi. Anche gli impianti ad asse verticale stanno ritagliandosi spazi di mercato, ma in genere con prezzi medi più elevati. Per la connessione finale alla rete elettrica il sistema deve comprendere, oltre al palo di sostegno e al rotore, altri meccanismi indispensabili. Le pale sono, infatti, generalmente fissate a una gondola che completa la turbina contenendo le apparecchiature di trasmissione del moto da queste al generatore elettrico. Un sistema di inverter, infine, consente che l'energia prodotta dall'impianto si adatti alle caratteristiche di quella presente in rete. A ciascuno, quindi, la sua soluzione. Di certo, siamo alla fine di una fase pionieristica e per vedere il minieolico sfondare davvero servirà ancora qualche tempo, come confermato dal fatto che non più di due anni fa in Italia si arrivava a stento a una cinquantina di impianti di questo tipo. Gli operatori ci credono, se è vero, come sostiene l'associazione che raggruppa i maggiori produttori del settore (Anev), entro il 2020 si potrebbe arrivare a una produzione di 1 GW.

domenica 16 ottobre 2011

Come scegliere un impianto minieolico?

Prima di scegliere l'impianto più adatto alle proprie esigenze, vanno chiarite alcune cose. Un impianto minieolico è costituito da una tecnologia sofisticata sulla quale non ha senso investire senza conoscere l'ambiente entro il quale la si vuol fare funzionare. E', quindi, essenziale una verifica preliminare dei fattori ambientali, primo fra tutti la presenza e la continuità del vento. Normalmente, infatti, un impianto domestico inizia a reagire e ad essere funzionale con intensità di vento superiore ai 10 km/h, che può essere considerato il punto di partenza con il quale le pale del generatore, iniziando a muoversi, producono energia elettrica. Un piccolo impianto in un luogo in cui il vento ha intensità relativamente trascurabili, quindi, è in grado di produrre modeste quantità di energia. Per avere un parametro più stabile e iniziare a pensarci, si può considerare un buon inizio un valore di almeno 35/45 km/h, intermedio tra brezza tesa e fento fresco nella scala di Beaufort che classifica i venti. Questa è la velocità ideale: quelle maggiori non portano a rese proporzionalmente più alte, in quanto solitamente gli impianti domestici si arrestano automaticamente per non subire danni quando il vento è troppo forte. E' quindi fondamentale essere consci del sito dove si vuole realizzare l'impianto, che deve garantire un'adeguata copertura ideale di vento per un numero sufficiente di giornate durante l'anno, in modo da giustificare l'investimento iniziale. Il parametro per farlo è solitamente la "velocità media su base annua", da valutare nel punto esatto nel quale si vuole realizzare l'impianto. Una velocità media annua superiore a 16 km/h è, in genere, la soglia minima per considerare un sito remunerativo e in Italia queste condizioni sono indicativamente favorevoli lungo le coste, in montagna e in molte aree anche interne del centro sud, della Sardegna e della Sicilia.

martedì 11 ottobre 2011

Accesso agli incentivi del IV Conto Energia solo via web

L'ultima versione del Conto Energia prevede che la procedura per accedere alla tariffa incentivante debba essere fatta obbligatoriamente online. Ecco come accedere alle agevolazioni senza commettere errori. Tra le novità che il IV Conto Energia ha introdotto nell'erogazione degli incentivi per gli impianti fotovoltaici, ce n'è una che vale la pena di non dimenticare: ai sensi del DM 5/5/2011, l'invio delle richieste di incentivazione deve avvenire esclusivamente per via telematica. Ma prima di addentrarci nell'iter da seguire per attivare la procedura, e quindi per accedere alla tariffa incentivante, vale la pena ricordare quali sono gli impianti interessati dal IV Conto Energia. Si tratta di quegli impianti entrati in vigore dopo il primo giugno del 2001 - ad esclusione di quelli che accedono ai benefici previsti dalla Legge 129/2010 - e che rientrano nelle seguenti categorie:

  • impianti su edifici, o altri impianti (Titolo II del DM 5/5/2011);
  • impianti fotovoltaici integrati con caratteristiche innovative (Titolo III);
  • impianti fotovoltaici a concentrazione (Titolo IV).
Per quanto riguarda i grandi impianti, si ricorda che quelli entrati in esercizio dopo il 31 agosto 2011, devono essere iscritti al registro in posizione tale da rientrare nei limiti di costo previsti dal DM 5/5/2011.

Tornando alla procedura telematica, si diceva che il tutto deve essere fatto online; a tal proposito si consiglia di utilizzare una connessione ADSL - le operazioni di inserimento richiedono, infatti, il caricamento di fotografie e documenti - e di tenere in debita considerazione che l'applicazione web del GSE è stata ottimizzata per un utilizzo con browser Internet Explorer 6.5 o superiori. Il cuore della richiesta di incentivazione è costituito da tre modelli, che dovranno essere debitamente compilati e quindi caricati sull'applicazione web. Sono:

  • la richiesta di concessione della tariffa incentivante;
  • la scheda tecnica finale d'impianto;
  • la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Per compilarli, occorre conoscere dettagliatamente le caratteristiche dell'impianto, senza dimenticare di tenere a portata di mano i dati anagrafici del responsabile dell'impianto.

lunedì 26 settembre 2011

Interazione tra impianto fotovoltaico e tariffa bioraria

Per capire quali interazioni intercorrono tra impianto fotovoltaico e tariffa bioraria, è necessario fare una serie di considerazioni. La prima, è che l'impianto fotovoltaico produce energia solo durante il giorno, mentre i consumi dell'utente possono naturalmente variare durante l'arco della giornata, a seconda delle abitudini. La considerazione che ne consegue, quindi, è che stando al meccanismo dei prezzi biorari, la produzione dell'impianto fotovoltaico si concentra maggiormente nella fascia in cui il kilowattora è più costoso (cioè nella fascia F1, dalle 8 alle 19 dei giorni feriali).

A questo punto, per avere una visione ancor più chiara, conviene richiamare anche il meccanismo dello scambio sul posto che, come ormai è noto, fino al 2008 era basato su un bilancio energetico, mentre a oggi si basa su di un bilancio economico. Stanto così le cose, quindi, se i consumi avvengono prevalentemente nella fascia F23 (ore vuote), l'energia prodotta e immessa dall'impianto fotovoltaico ha un valore più alto rispetto al valore dell'energia prelevata, il che potrebbe incidere notevolmente sul dimensionamento dell'impianto. In altri termini, cercando di semplificare il concetto: finché lo scambio sul posto era basato sul bilancio energetico, aveva senso dimensionare l'impianto in base ai consumi (intesi in termini quantitativi). Con il meccanismo attuale, e cioè con lo scambio sul posto basato sul bilancio economico, per dimensionare l'impianto fotovoltaico sulla base esclusivamente dei propri consumi, occorrerebbe tenere conto del rapporto che esiste tra il valore dell'energia immessa (valore diurno) e il valore dell'energia prelevata (valore notturno). Il che significa che, per i consumi più virtuosi, cioè per coloro che consumano prevalemntemente quando l'energia costa meno, la tendenza potrebbe essere quella di dimensionare gli impianti al ribasso. In pratica, con l'entrata a regime dei prezzi biorari ci sono dei risvolti positivi anche per chi desidera installare un impianto fotovoltaico usufruendo dello scambio sul posto: lo scambio avviene nella fascia più vantaggiosa per chi scambia, cioè per chi produce dal fotovoltaico e non consuma tutto.

Come si è visto, infatti, se si consuma energia nelle fasce più convenienti, occorrerà un impianto di taglia inferiore, e dunque meno costoso in termini di investimento. E per chi avesse i consumi concentrati prevalemntemente nelle ore piene? Anche in questo caso si intravede un vantaggio, passare al fotovoltaico, infatti, permetterebbe di produrre energia che, se prelevata dalla rete, in quel momento costerebbe di più.

giovedì 22 settembre 2011

Le Gullwing Twin Towers sono immensi generatori eolici ad uso abitativo

Nell'immaginario collettivo il grattacielo ha sempre rappresentato una delle sfide tecniche più ambiziose, ma agli architetti contemporanei domare la forza di gravità non è più sufficiente: il nuovo obiettivo è rendere queste gigantesche costruzioni dei veri e propri habitat autosufficienti dal punto di vista energetico. Lo slancio verticale impone un diverso punto di vista al progettista, chiamato a confrontarsi con un elemento, l'aria, praticamente mai considerato prima, e con le problematiche impiantistiche poste dallo sviluppo in altezza, che costituiscono un vero e proprio vincolo formale al crescere del numero dei piani. Vittorio Minervini e Giacomo Sanna, i giovani fondatori di ARXX Studio, propongono una soluzione semplice ed efficace. Le Gullwing Twin Towers, alte circa 240 metri, hanno un involucro esterno che le trasforma in enormi generatori eolici, assicurando la copertura del fabbisogno energetico grazie alle elevate velocità raggiunte dal vento già a poche decine di metri dal suolo. Il design delle pale eoliche è ripreso dalla forma delle ali dei gabbiani: il loro movimento circolare consente di coinvolgere il vento attorno alle superfici costruite. Il volume cilindrico interno è solo parzialmente costruito, in modo da assicurare l'illuminazione naturale alle residenze e agli uffici ospitati negli spazi interni. Le Gullwing Twin Towers (torri gemelle ad ali di gabbiano) sono state progettate per la città di Dubai, vero e proprio laboratorio architettonico per le tecnologie più evolute applicate ai grattacieli. Il progetto rappresenta l'evoluzione di uno studio precedente per l'applicazione ecosostenibile di un sistema a turbina, vincitore del Mini Design Award 2008. Il sistema eolico utilizzato assicura la massima libertà di fruizione dello spazio all'interno della torre, che risulta libero da componenti meccanici. La struttura può così svilupparsi a seconda delle diverse esigenze: l'andamento spiraliforme della torre è ispirato al fenomeno naturale dei tornado, che enfatizza la matrice ecologica della composizione. Contrariamente alle turbine eoliche orizzontali e verticali, che presentano un perno centrale attorno al quale ruota l'elica, le pale delle Gullwin Twin Towers si spostano lungo guide ghiere sovrapposte, esterne all'involucro edilizio. La trasformazione dell'energia cinetica in elettrica è affidata a un sistema di cuscinetti/alternatori.

domenica 18 settembre 2011

L'hotel Copenhagen Towers punta sulle energie rinnovabili

Già alla ribalta delle cronache "verdi" per l'aver installato delle cyclette elettriche con le quali i suoi ospiti potevano regalare un po' di watt ricevendo in cambio una cena omaggio, l'Hotel Copenhagen Towers è in realtà un luogo in cui il turismo è sostenibile dal tetto alla portineria. Nel senso che le facciate delle sue torri gemelle sono rivestite di pannelli solari in film sottile che generano circa 170.000 kilowatt all'anno, l'equivalente di quanto consumano 55 famiglie danesi. E che gli accorgimenti non si limitano alla parte fotovoltaica. Aria calda e fresca provengono da una pompa che sfrutta l'acqua del sottosuolo, le luci sono tutte a risparmio energetico e le lavastoviglie centellinano fino all'ultimo kilowatt di corrente. Tutto questo ha fatto si che la struttura ottenesse la certificazione di prima struttura danese a zero emissioni di carbonio. Senza contare l'allegro quadretto delle due Citroen C1 elettriche acquistate qualche anno fa: le usano in prevalenza i componenti dello staff commerciale dell'hotel.

sabato 17 settembre 2011

La pala eolica più grande del mondo è lunga 128 metri!

Il prototipo è già stato realizzato e sono attualmente in corso i lavori di costruzione della pala eolica più grande del mondo, lunga ben 128 metri e in grado di produrre 6 MW di energia elettrica. L'azienda costruttrice è la cinese Sinovel che ha battuto il precedente primato stabilito da un'azienda tedesca. La pala della Sinovel è predisposta anche per un eventuale utilizzo "off shore", cioè ancorata al largo delle coste marine. La stessa azienda, infatti, ha costruito le 34 pale eoliche, ognuna da 3 MW, del parco eolico offshore entrato in funzione nel 2010 di fronte alla città di Shangai, per una potenza complessiva di 100 MW. L'azienda, inoltre, sta lavorando anche a prototipi di turbine eoliche da 10 MW. In Cina l'eolico sta vivendo una fase di grande sviluppo e, nel 2010, la potenza complessiva installata dall'eolico era di 44,7 GW, la più alta al mondo. Ma nel corso del 2011 saranno costruiti altri parchi eolici, ad esempio quelli offshore, per una potenza complessiva di 1GW, nella zona est della provincia di Jiangsu. Altre aziende, poi, come la Xiangtan Electrical Machinery, lavorano a prototipi di turbine da 5 MW. Al contrario del fotovoltaico, in cui esporta tecnologia e componenti, nell'eolico è la Cina ad importare tecnologia dall'Europa e, per questo, le aziende cinesi godono di incentivi volti alla creazione di una filiera nazionale dell'eolico.

Etichetta energetica obbligatoria per auto e camion

L'Environmental Protection Agency, cioè l'Agenzia americana per la protezione dell'ambiente, insieme al Dipartimento statunitense dei trasporti, hanno stabilito che tutte le auto ed i camion che verranno venduti negli USA dovranno esibire un'etichetta energetica (obbligatoria dal 2013) che indichi il tipo di alimentazione, i consumi e le emissioni di gas serra ma anche il risparmio economico medio, rispetto ad altri veicoli, calcolato su un arco temporale di cinque anni. In particolare, per quanto riguarda le emissioni, le etichette indicheranno un indice di eco sostenibilità, valutato su una scala che va da un minimo di 1 ad un massimo di 10.

venerdì 9 settembre 2011

Butterfly la farfalla fotovoltaica made in Italy

Si chiama Butterfly, ed è il primo innovativo sistema fotovoltaico a concentrazione made in Italy, imponente ma leggero come una farfalla, ideato dall'azienda Alitec, con sede nell'incubatore del Polo Tecnologico di Navacchio, in Provincia di Pisa. Butterfly è un innovativo generatore fotovoltaico a concentrazione da 7,4 kWp per 34 metri di superficie complessiva. Le celle fotovoltaiche di ultima generazione sono in grado di garantire un'efficienza doppia rispetto ai tradizionali pannelli fotovoltaici. Inoltre Butterfly non necessita di opere cementizie per la sua installazione ed è fatto con materiali completamente riciclabili, tanto che il terreno su cui viene installato può essere usato anche per uso agricolo o per la pastorizia. Il sistema, inoltre, è in grado di individuare da solo, una volta attivato, i giusti parametri che permettono di massimizzare l'energia prodotta, anche se installato su superfici difficili come quelle collinari. Le caratteristiche di originalità e la tecnologia molto avanzata hanno fatto si che il progetto Butterfly sia stato selezionato come eccellenza tecnologica italiana nell'ambito dell'iniziativa "Italia degli Innovatori 2011/2012" dell'Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

martedì 6 settembre 2011

E' nata Zebra! La nuova cella solare back contact ad alta efficienza!

Si chiama Zebra la nuova cella solare "back-contact" con un'efficienza di conversione energetica attualmente del 19% e con margini di sviluppo oltre il 22%, prodotta utilizzando processi a basso costo. La notizia, che costituisce un'importante svolta per il settore fotovoltaico, è stata annunciata ufficialmente nelle scorse settimane dalla padovana Silfab SpA assieme alla tedesca ISC Konstanz International Solar Energy Research, come risultato della loro congiunta attività di ricerca e sviluppo. La cella Zebra, prodotta a partire da wafer in silicio monocristallino "n-type" di grande area (156 mm x 156 mm), ha contatti e giunzioni sul retro lasciando così la faccia esposta al Sole completamente libera. Con l'attuale tecnologia industriale di produzione di celle monocristalline l'efficienza massima raggiungibile è prevista attorno al 20% mentre con la nuova tecnologia di Silfab l'efficienza parte già al 19% per oltrepassare il 22%, il che significa ridurre significativamente il costo produttivo per watt picco. In termini di performance la cella Zebra ha quindi il suo punto di partenza in corrispondenza al punto di arrivo della cella tradizionale. Si apre pertanto una nuova frontiera per l'industria fotovoltaica internazionale. "La combinazione tra alta efficienza, grande area e basso costo di processo" dice Franco Traverso, Presidente e AD di Silfab SpA "porta ad una significativa riduzione dei costi produttivi di celle e moduli e rappresenta un passo molto importante verso il raggiungimento della Grid-Parity. Questo risultato tecnologico, reso possibile dall'unione tra la trentennale esperienza industriale del nostro team tecnico e l'eccellenza di ISC Konstanz nell'ambito della ricerca, in particolare riguardo alle celle solari in silicio n-type. Si tratta di un'importante e proficua partnership destinata a durare a lungo nel tempo e a dare eccellenti risultati". Entro la fine del 2011, una linea pilota per la produzione di celle Zebra sarà avviata da Silfab SpA, impegnata anche nello sviluppo di un'innovativa tecnologia di produzione moduli. Infatti, per il 2012 è prevista la commercializzazione della nuova generazione di moduli, composti da 60 celle Zebra, con una potenza di picco oltre i 290W e una garanzia lineare Silfab di 40 anni. La produzione delle celle Zebra consiste nella semplice combinazione di singole fasi di processo che sono già utilizzate nella produzione industriale fotovoltaica in tutto il mondo, evitando pertanto la necessità di adottare specifici impianti per la produzione di celle IBC (interdigitated back contact). Le attuali linee produttive di celle possono quindi essere utilizzate per produrre le nuove celle super efficienti con una significativa riduzione di costo per watt. Silfab ha infatti intenzione di mettere il proprio know-how a disposizione delle aziende che vogliano riconvertire la loro produzione tradizionale, proponendosi come partner tecnologico al fine di contribuire alla competitività e redditività del settore.

lunedì 5 settembre 2011

Quanto si risparmia installando pavimenti radianti?

Quanto si risparmia installando pavimenti radianti? Nel riscaldamento a pavimento l'acqua viene pompata in tubazioni collocate sotto il pavimento, che si scalda e cede il calore all'ambiente sovrastante attraverso irraggiamento (fino al 75% della trasmissione del calore). In questo modo il calore è distribuito per tutta la superficie della stanza, e la sensazione è gradevole anche per temperature inferiori; il riscaldamento è costante e non ci sono fenomeni di accumulo del calore verso il soffitto, la temperatura dell'acqua arriva a 40° / 50° C (la temperatura massima per la temperatura superficiale del pavimento è per legge 29° C). La trasmissione di calore per irraggiamento fa si che si raggiunga una temperatura gradevole anche prima del raggiungimento della temperatura richiesta ed inoltre, la mancanza di moti ascensionali di aria calda evita la diffusione della polvere con il conseguente aumento delle allergie. Un sistema di distribuzione del calore attraverso i pavimenti radianti ha anche un altro importante vantaggio: può servire anche a raffrescare, al contrario dei normali caloriferi e similmente a quanto fatto dai ventilconvettori o fan coil. Questi sistemi, come detto, possono anche essere a parete o a soffitto. Il funzionamento è del tutto simile a quello dell'irraggiamento da pavimento, con il vantaggio che la temperatura a contatto può anche essere leggermente superiore (non ci dobbiamo camminare sopra) e lo svantaggio che ha costi di impiantistica più elevati e impone alcune considerazioni sull'arredamento a muro dei locali. In generale i pavimenti radianti sono la soluzione migliore ma ci sono casi, pensiamo ad un locale con pavimenti particolarmente pregiati o di valore storico, in cui si potrebbe preferire non rompere il pavimento. In assoluto un pavimento radiante può essere utilizzato anche con un sistema di caldaie tradizionali, ma offre il meglio di se con sistemi che producono il calore di mandata a temperature più basse. Per cominciare, l'accoppiata classica è quella con una caldaia a condensazione. Queste caldaie sono molto più efficienti grazie al recupero di parte del calore latente e grazie alla riduzione delle perdite attraverso i fumi, grazie a temperature di utilizzo decisamente più basse, attorno ai 40-50° C. Queste temperature, se un po' basse per sfruttare al massimo i caloriferi, sono perfette per i sistemi di riscaldamento radiante, che siano con pannelli a soffitto o a serpentine a pavimento o parete. I sistemi solari termici, dotati di accumulatori di calore, consentono di sfruttare il calore solare sia per la produzione di acqua calda sanitaria sia per il fabbisogno di riscaldamento, dove la presenza di un impianto radiante permette di sfruttare meglio l'impianto e aumenta il rendimento dei collettori. Un altro partner perfetto per i pavimenti radianti sono le pompe di calore (in pratica un frigorifero al contrario). Una pompa di calore, infatti, scambia il calore con l'aria ambientale o con sonde geotermiche e, attraverso un coefficiente di prestazioni (COP) pari a 4 o addirittura a 5, permettono di elevare la temperatura dell'acqua con un bassissimo costo energetico.

Quando conviene utilizzare i pavimenti radianti? Verrebbe da rispondere sempre, ma ovviamente non esistono soluzioni perfette per ogni occasione. Il pavimento radiante va inserito sotto al pavimento, quindi è particolarmente indicato nei casi in cui quest'ultimo non sia stato ancora posato, come nel caso di costruzioni nuove e di ristrutturazioni. Lo stesso vale per la caldaia: è chiaro che il momento migliore, economicamente parlando, per sostituire una vecchia caldaia con una a condensazione è alla fine della vita della caldaia stessa, quando bisognerebbe in ogni caso sostituirla. Un altro punto a favore per le case in ristrutturazione, dove la sostituzione contemporanea di caldaia e pavimento è cosa frequente. C'è da aggiungere che ogni impianto di riscaldamento vanifica in parte il suo scopo se utilizzato in una casa con vecchie finestre e spifferi dappertutto. Quindi la sostituzione dell'impianto di riscaldamento non basta da solo a far risparmiare sulla bolletta del gas, ma deve essere parte di un intervento a 360 gradi. Il problema degli spifferi non dovrebbe sussistere in una casa nuova, che per legge deve rispettare determinate caratteristiche. In una costruzione di questo tipo i pannelli radianti, abbinati ad una delle soluzioni accennate precedentemente, sono una soluzione da prendere seriamente in considerazione. Facendo i conti, i pannelli radianti possono costare di più dei caloriferi, ma consentono un risparmio annuale a due cifre percentuali se affiancati ad una caldaia a condensazione, che altrimenti sarebbe in parte sprecata. Così come qualche anno fa

giovedì 1 settembre 2011

Modulo solare Q Smart UF di Q-Cells

Nel campo del film sottile Q-Cells ha presentato il suo modulo solare Q Smart UF, basato sulla tecnologia CIGS, che permette di realizzare in breve tempo prestazioni ed efficienza da record. I moduli solari Q Smart UF vantano un design estetico molto piacevole ed eccellenti prestazioni in condizioni climatiche estreme, l'ideale per installazione su tetti piani, quali quelli di grandi edifici industriali. L'Istituto Fraunhofer per i Sistemi di Energia Solare ISE ha confermato che il modulo fotovoltaico Q-Cell Q Smart UF ha un'efficienza del 13,37%. Ciò rende il modulo, prodotto dalla Solibro srl, consociata di proprietà della Q-Cells SE, detentore del record mondiale tra i tanti moduli fotovoltaici monolitici integrati presenti sul mercato.

mercoledì 31 agosto 2011

E' nato Easy-in, il tetto fotovoltaico che sostituisce le tegole!

E' nato Easy-in, il tetto fotovoltaico che sostituisce le vecchie tegole! E' la nuova soluzione proposta da Solarkey, distributore ufficiale per la tedesca Solarwatt. Si tratta di un sistema fotovoltaico integrato di nuova generazione, progettato e realizzato appositamente per i tetti a falde che consente di sostituire la copertura tradizionale direttamente con i moduli. Solarkey, fedele a uno dei principi cardine che da sempre la guida, portare in Italia le migliori tecnologie del fotovoltaico nate sui mercati esteri, sceglie così l'innovazione tedesca, consapevole degli eccezionali vantaggi per il consumatore. Easy-in consente, infatti, il massimo vantaggio in termini di costi: oltre al risparmio sulla copertura tradizionale (non più necessaria), si risparmia anche sui tempi grazie all'estrema facilità di montaggio. I moduli, infatti, vengono fissati direttamente sulla struttura in legno del tetto; il fissaggio avviene grazie alla cornice, avvitabile ai correntini del tetto con squadrette di protezione. I moduli sono disponibili con elevata densità di potenza (fino a 138 watt al mq) e sono indicati per diverse tipologie di tetti a falde con inclinazione compresa tra 16 e 65 gradi per impermeabilizzazione garantita. Il sistema è sviluppato in collaborazione con L'Associazione dei copritetti della Sassonia ed è conforme alle linee guida dell'Associazione centrale dei copritetti tedeschi (ZVDH).

Per maggiori informazioni ed approfondimenti è possibile contattare direttamente l'azienda Solarkey:

Sede di Udine
Via dell'Industria, 27
33050 Rivarotta di Teor (UD)
Tel: +39 0432 772 300
Fax: +39 0432 772 370
info@solarkey.it

Sede di Vicenza
Via E. Fermi, 6
36045 Lonigo (VI)
Tel: +39 0444 726726
Fax: +39 0444 436386

martedì 30 agosto 2011

Energia elettrica ed energia termica in un solo impianto

Se siete desiderosi di avere un'abitazione a impatto ed emissioni zero, allora non vi resta che una soluzione: l'integrazione totale di più tecnologie, e nella fattispecie del solare termico, del solare fotovoltaico e della geotermia. A tal proposito, sono senza dubbio interessanti, GEOSOL e SOLECHO HIBRID, due prodotti Solecho srl che promettono la produzione di energia elettrica ed energia termica, con un unico impianto.

GEOSOL è una centrale integrata di sistemi solari e geotermia che permette di coprire l'intero fabbisogno energetico di un edificio tramite l'impiego di fonti rinnovabili. E' un prodotto disponibile per piccole, medie e grandi utenze, in grado di rispondere quindi ad ogni tipo di necessità di impiego.

SOLECHO HIBRID è invece una soluzione per produrre energia elettrica ed energia termica ed è disponibile in due modelli: BLACK POWER per gli impianti residenziali, BLU POWER per gli impieghi industriali, commerciali, artigianali e campi fotovoltaici di grandi dimensioni.

Entrando nello specifico di HIBRID, i primi vantaggi sono subito chiari: un solo pannello che svolge una duplice funzione significa indubbiamente minore ingombro, minore impatto ambientale e, certamente non ultimo per importanza, minore incidenza dei costi.

Volendo addentrarci negli aspetti più puramente tecnici, si tenga conto che la potenza di picco del singolo pannello HYBRYD è di 230 W elettrici e 700 W termici; in termini termici si ottiene dunque un'enorme superficie di assorbimento che può essere sfruttata in sistemi geotermici o in speciali bollitori progettati appositamente da Solecho; l'energia in questo modo recuperata può per esempio essere utilizzata per il riscaldamento di piscine e in impianti a bassa entalpia. Soffermandoci ancora sugli aspetti tecnici, un'altra interessante caratteristica è quella del raffreddamento delle celle fotovoltaiche ottenuto attraverso l'impiego di uno speciale assorbitore in alluminio che funziona per irraggiamento. Tale accorgimento fa si che aumenti l'efficienza del campo fotovoltaico, evitando in questo modo i cali di potenza tipici dovuti al surriscaldamento delle celle, il che, è abbastanza intuitivo, genera una serie di vantaggi, a cominciare dal minor invecchiamento delle celle, dalla maggiore resa in termini di energia prodotta e dalla riduzione della superficie del campo solare. Non solo: non è da trascurare anche il recupero dell'energia termica altrimenti dissipata nell'ambiente e lo sbrinamento o snevamento invernale dei pannelli. Fra i plus dei prodotti, anche la completa integrazione architettonica. Dunque, GEOSOL e SOLECHO HIBRID sono soluzioni che strizzano l'occhio a chi vuole convertirsi definitivamente alle energie rinnovabili e vuole dire si alla produzione di energia elettrica e termica da un unico impianto.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l'azienza:
Solecho srl - Sede Commerciale per l'Italia
Via Torri Bianche, 1
Torre Sequoia 20059
VIMERCATE - MB
Telefono +39 039 6080193
Fax +39 039 669583
email: info@solecho.it

lunedì 29 agosto 2011

Prodotti per la pulizia dei pannelli solari

Quali sono i prodotti migliori per pulire i pannelli solari? La risposta non è affatto semplice poiché esistono in commercio numerosi prodotti adatti allo scopo che promettono non solo di pulire ma addirittura di contribuire al miglioramento della resa stessa dei pannelli fino al 30%. Le soluzioni sono svariate, a mano o automatiche, anche se per queste ultime se ne consiglia l'uso solo per impianti di grandi dimensioni. La pioggia e le precipitazioni naturali non ripuliscono completamente i pannelli solari e, dunque, almeno una volta all'anno è opportuno un lavaggio con acqua. Ma vediamo più in dettaglio quali sono, a tutt'oggi, i prodotti più efficaci per la pulizia dei pannelli solari:

Solar Cleaner, ideato da La Ditta Piccoli Fratelli snc di Marano Vicentino in collaborazione con Verde Stile srl di Thiene, è un formulato ad azione detergente antistatica bilanciata, che lo rende appositamente adatto per la manutenzione dei pannelli solari. Solar Cleaner è efficace per la rimozione di fuliggine, calcare, residui organici cristallizzati, grasso e smog. Per informazioni telefonare allo 0445 560283 oppure inviare una mail al seguente indirizzo: info@ipannellisolari.com

VIPCLEAN propone la sua macchina portatile per esterni che, producendo acqua pura tramite l’osmosi inversa, permette con alcune leggerissime aste in fibra di carbonio da 1,50 mt modulabili tra loro, di pulire la superficie del pannello senza problemi, fatica , in totale sicurezza e ecologia per chiunque esegua il lavoro. Per informazioni telefonare allo 011.220.77.83 oppure inviare una mail al seguente indirizzo: info@vipclean.it

Solar Wash, che installato sulla serie di pannelli può lavare automaticamente e settimanalmente l’impianto ma per ora resta un sistema disponibile per targeting di impianti uguali o superiori a 100 KkW. Il pionieristico sistema Solar Wash punta ad aumentare la produzione di energia e riduce la reintegrazione del capitale investito per gli investimenti nell’energia solare. Qualche giorno fa OCS Energy ha annunciato il suo dispositivo che si dice sia “il primo sistema di pulizia automatizzato disponibile in commercio per pannelli fotovoltaici. Solar Wash utilizza degli ugelli a spruzzo lungo un lato e l’intero processo di lavaggio è controllato da un microprocessore. Solar Wash fornisce così agli operatori del settore del fotovoltaico una soluzione di sistema di pulizia chiavi in mano senza dover mettersi a lavare manualmente ogni pannello. Per informazioni telefonare allo 707-766-6776 oppure inviare una mail ai seguenti indirizzi: rich@ocsenergy.com ; mcoc@ocsenergy.com oppure per posta: PO Box 750909, Petaluma, CA 94975

Detergente Heavy Duty: elimina i contaminanti più comuni quali: escrementi di uccelli, sabbia, polvere, alghe, pollini e umidità; pulisce il vetro in profondità; possiede eccellenti proprietà sgrassanti, utili a rimuovere anche le macchie più difficili. Fate in modo che la superficie da trattare sia sempre sufficientemente umida. Mescolate bene il prodotto prima dell’uso. Applicate il prodotto puro o diluito con acqua (1:5), utilizzando un panno morbido o una spugna abrasiva delicata. Applicate preferibilmente iniziando dall’alto verso il basso. Risciacquate bene e lasciate asciugare. Per informazioni contattare il distributore: VIGIA - Energy Solutions S.r.l. - Via Altmann Str. 17 - 39100 Bolzano Bozen - Telefono 0471 052320 - Fax 0471 052321

Sistema HIFlo Carbontec: utilizza acqua purissima esente da prodotti chimici e si possono raggiungere facilmente altezze fino a 15 metri con l'impiego di aste leggere in robusta fibra di carbonio, del diametro di soli 45 millimetri. Particolarmente efficace nel caso di facciate miste vetro/pannello solare grazie al doppio impiego del sistema HiFlo. Grazie al processo fisico a osmosi inversa vengono filtrati dall’acqua circa il 98% dei minerali, consentendo cosi la pulizia dei vetri con solo un’asta ad alimentazione interna
D’acqua e una spazzola, senza l’impiego di altri strumenti. Nei casi particolarmente difficili può essere aggiunto del sapone detergente. Per informazioni contattare il produttore: UNGER Germany GmbH, Dellenfeld 35 - 42653 Solingen – Germany; Telefono (+49) 212.22.07.0; Fax (+49) 212.22.07.222; oppure inviare una mail a: ungereurope@ungerglobal.com



sabato 27 agosto 2011

Pompa di calore geotermica per sostituire caldaia e condizionatore

I vantaggi portati dall'installazione di una pompa di calore geotermica, soprattutto in un edificio di nuova costruzione, sono molteplici e riguardano diversi aspetti. Il primo, indubbio, è che questi sistemi sono in grado di fornire riscaldamento, acqua calda e raffreddamento sempre: 24 ore su 24, per 365 giorni all'anno. In altri termini il vantaggio più lampante, è che con un unico sistema (composto in sintesi da pompa di calore, pannelli radianti e sonde geotermiche) possono essere assolte le funzioni normalmente demandate a due distinti impianti, e cioè caldaie e condizionatori. Ma non è questo l'unico plus. La vita media di questi impianti è piuttosto lunga - le pompe di calore durano circa 15 anni, i pannelli radianti hanno una vita stimata in circa 25 anni, mentre per le sonde geotermiche c'è chi parla addirittura di 100 anni - e, cosa da non sottovalutare, non necessitano di manutenzione. Infine, e se si vuole fare un discorso anche di natura etica/ambientalista, allora va certamente ricordato che l'impianto geotermico contribuisce alla riduzione delle emissioni inquinanti e di CO2 in atmosfera, non inquina i terreni e, essendo di fatto invisibile, non genera alcun tipo di impatto dal punto di vista visivo.

Ma come funziona un impianto geotermico?

I sistemi geotermici sfruttano la temperatura del terreno e soprattutto sfruttano il fatto che, andando in profondità, non c'è stagione o latitudine che tenga: la temperatura del terreno è praticamente costante 365 giorni all'anno, il che significa che in inverno la temperatura del sottosuolo sarà più alta di quella esterna, mentre in estate sarà esattamente il contrario. Ora, senza addentrarci nei meandri della Scienza della Terra, basti sapere che questo fenomeno altro non è che il risultato dell'incidenza della radiazione solare sulla crosta terrestre; quest'ultima la trattiene immagazzinandola sotto forma di energia.

Ma come si estrae l'energia geotermica?

La soluzione risiede nelle sonde geotermiche che, utilizzando come vettore l'acqua, vengono inserite nel terreno a profondità variabili. Il calore così ottenuto viene poi integrato con l'ausilio di pompe di calore. Dunque, in sintesi, le componenti fondamentali di un impianto geotermico sono un sistema di captazione del calore (le sonde, appunto, che possono essere installate verticalmente e orizzontalmente), la pompa di calore e, infine, un sistema di accumulo per l'acqua calda e quindi un sistema di distribuzione del calore. Si tenga conto che i pannelli radianti rappresentano la migliore soluzione impiantistica mentre i tradizionali radiatori, non sono adatti per raffrescare gli ambienti.

venerdì 26 agosto 2011

Nel 94% delle città italiane sono installati impianti da fonti rinnovabili

Nel 94% delle città e paesi italiani sono installati impianti da fonti rinnovabili. Ad affermarlo è il Rapporto Legambiente Comuni Rinnovabili 2011. Stando al Rapporto di Legambiente, il contributo energetico delle rinnovabili ai cinsumi elettrici complessivi in Italia tocca ormai il 22%. Chi ci ha visto più lungo ha investito negli ultimi anni per aumentare sensibilmente la quota di rinnovabili sia nell'utenza pubblica sia nella privata, tanto che nell'Olimpo dei comuni virtuosi ne spiccano ben 20 come "100% rinnovabili". Non solo, alcuni di essi ormai producono più energia di quanto serva al consumo pubblico e delle urgenze private, creando un circolo virtuoso che si riflette in denaro risparmiato nelle bollette e risorse da investire in altri settori. A chi, leggendo la classifica, si troverà a obiettare, se non a ironizzare, che i premiati sono tutti piccoli paesi concentrati in regioni generalmente virtuose in tanti settori come Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta, dove forse è più facile trovare il giusto mix di acqua, sole, vento e calore geotermico oltre che risorse economiche, si può rispondere che sarebbe una banalizzazione. Certo, rendere totalmente rinnovabile una metropoli non è come farlo con un ameno paesino di montagna, ma in tanti casi un'ottima via di mezzo potrebbe essere raggiunta. Certamente, le buone pratiche in tema di rinnovabili in alcune regioni italiane, primo fra tutte il Trentino Alto Adige, hanno radici più che ventennali e oggi si stanno raccogliendo i frutti di politiche lungimiranti. Guai però a pensare che questi modelli siano riservati ai Comuni alpini. La straordinaria varietà geografica del territorio italiano permette a qualunque latitudine di adattare gli investimenti sulle fonti energetiche alternative a seconda di ciò che la natura offre. Forse, si tratta di farne una questione di apertura mentale e cultura, che si possono in questo modo tradurre in politiche amministrative più favorevoli alle rinnovabili. Non sarà certamente facile aggiungere il primato di Prato allo Stelvio, piccolo centro della Val Venosta premiato lo scorso anno come primo a livello europeo per la politica energetica. Lì convive un mix di sei generi che ha portato al taglio del 40% nelle bollette dei suoi abitanti, molti dei quali soci di una cooperativa di autoproduzione. La notizia è che almeno provare a farlo non è impossibile, magari studiando quello che hanno fatto i primi della classe.

Limiti per installare un impianto fotovoltaico su un terreno agricolo

Quali sono i limiti per installare un impianto fotovoltaico su un terreno agricolo? Il rapporto tra agricoltura e energie rinnovabili è da anni sempre più stretto, ma è un rapporto che va decisamente ad alti e bassi, soprattutto a causa dei dubbi relativi all'impatto ambientale costituito dagli impianti e dallo snaturamento di carattere industriale che essi spesso rischiano di comportare. D'altra parte, questi dubbi, quanto meno a livello istituzionale, stanno emergendo solo relativamente di recente, dopo anni durante i quali si è invece provveduto ad incentivare in molti modi l'installazione agricola di pannelli solari, sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso auna legislazione fiscale agevolata. L'esito diretto di tale politica incentivante, accompagnata all'eterna crisi del settore agricolo, è stata l'ovvia scelta di molti proprietari agricoli di destinare i propri terreni all'installazione di impianti fotovoltaici, anziché coltivarli, immobilizzandoli così per almeno due decenni (ovvero per il periodo durante il quale vengono percepiti gli incentivi per la produzione di energia fotovoltaica). Proprio per questi motivi, gli ultimi interventi nel settore, da parte del legislatore nazionale, hanno preso decisamente la strada della disincentivazione del fenomeno, mediante una serie di norme volte a scoraggiare l'utilizzo di terreni agricoli per la produzione massiva di energia mediante pannelli solari. Prime intervenute sul punto sono state le Linee Guida Nazionali, le quali fissano per tutto il territorio nazionale le regole per l'autorizzazione all'installazione degli impianti, nelle quali si trova l'invito alle Regioni ad individuare come non idonee all'installazione di impianti le aree agricole interessate da produzioni agro-alimentari di qualità (produzioni biologiche, dop, igp, doc, stg, docg, eccetera), nonché le aree di particolare pregio paesaggistico. Significativo è poi stato l'intervento del legislatore nel cosiddetto "Decreto Rinnovabili". ovvero il decreto legislativo numero 28 del 3 marzo 2011, in vigore dal 29 marzo, che ha introdotto restrittivi vincoli per gli impianti fotovoltaici a terra su terreni agricoli, vincoli che hanno poi trovato puntuale conferma nel decreto interministeriale dello scorso 5 maggio istitutivo del Quarto Conto Energia. Il decreto legislativo numero 28 del 2011 all'articolo 10, comma 4, stabilisce infatti che "per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, l'accesso agli incentivi statali è consentito a condizione che: 1) la potenza nominale di ciascun impianto non sia superiore a  1 MW e, nel caso di terreni appartenenti al medesimo proprietario,gli impianti siano collocati ad una distanza non inferiore a 2 chilometri; 2) non sia destinato all'installazionedegli impianti più del 10% della superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente". Le condizioni così fissate devono essere tutte contemporaneamente presenti: quindi ogni impianto non deve superare la potenza di un MW, uno stesso proprietario non può collocare due impianti ad una distanza inferiore a due chilometri, ogni singolo soggetto non può destinare più del 10% dei terreni a sua disposizione (compresi quelli eventualmente in affitto) agli impianti. Poiché l'intento del legislatore è quello di evitare che grosse fette del patrimonio agricolo finiscano per essere destinate alla produzione di energia, si comprende bene per quale motivo il comma 5 del predetto articolo 10, stabilisca invece che "i limiti di cui al comma 4 non si applicano ai terreni abbandonati da almeno 5 anni": è chiaro infatti che in questo caso non sussistono più esigenze di tutela dell'attività agricola.

giovedì 25 agosto 2011

Cosa è lo Sportello per il consumatore di energia elettrica e gas?

Cosa è lo Sportello per il consumatore di energia elettrica e gas? Alla sua nascita, nel giugno del 2010, le associazioni dei consumatori lo hanno considerato come una delle loro più grandi vittorie. Si tratta dello Sportello per il consumatore di energia elettrica e gas, promosso con la loro collaborazione dall'Autorità per l'energia e concepito per diventare il punto di riferimento in tema di informazioni, controversie, problemi con le bollette e con i contratti. Lo sportello mette a disposizione un call center (numero verde 800.166.654) e una task force di esperti e, su un portale appositamente dedicato, l'Atlante dei diritti del Consumatore di Energia, pensato per spiegare in pillole i fondamentali di un mercato in cui non è sempre facile orientarsi.

Per cosa consultare lo sportello?

Si può chiamare per chiedere informazioni sui propri diritti in caso di disservizio o contenzioso, ma anche per informarsi sugli incentivi a disposizione, sulle tariffe più convenienti e sulle offerte più adatte alle proprie esigenze e al proprio comune di residenza tra quelle proposte sul mercato dai fornitori. Si tratta di uno strumento potenziato rispetto al vecchio call center dell'Autorità, che già nel 2009 aveva evaso circa 290.000 chiamate. Le domande possono essere inoltrate anche via mail, utilizzando gli indirizzi info.sportello@acquirenteunico.it e reclami.sportello@acquirenteunico.it

Lampadine Led per risparmiare in bolletta

Risparmiare in bolletta con i Led si può! La luce a Led sta lentamente entrando nelle case degli italiani come fonte di luce ad altissima efficienza, con conseguente risparmio, in termini energetici pari a circa il 90% in meno rispetto ad una lampadina tradizionale e fino al 65% rispetto ad un tubo a neon. Conosciutissimo da tutti, il Led, in principio era solo un puntino rosso utilizzato soprattutto per le apparecchiature elettroniche. Ora il Led (Light emitting diode - diodo ad emissione luminosa) è diventato un elemento d'arredo addirittura cool, tanto che in commercio si possono trovare le più svariate soluzioni: si va dal faretto a incasso, all'applique, passando per le lampade da tavolo, all'illuminazione da esterno, fino ad arrivare a soluzioni particolari, come per esempio l'illuminazione colorata nelle docce. Da quando poi gli attacchi sono diventati uguali a quelli tradizionali, l'illuminazione a Led viene impiegata sempre più frequentemente. I vantaggi del Led sono presto detti: maggiore efficienza, lunghissima durata, minore dissipazione di calore, assenza di mercurio, gamma di colori molto ampia: addirittura i cosiddetti Led RgB, Led formati da tre diodi, uno rosso, uno blu e uno verde, sono in grado di produrre 16 milioni di varianti e quindi sono perfetti per realizzazioni di ambienti votati alla cromoterapia. E se tutto questo non bastasse, aggiungiamo pure che non attirano gli insetti e che sono anche sostenibili dal punto di vista ambientale: i Led si prestano, infatti, a essere alimentati da una fonte di energia pulita, vento e Sole in primis. Un punto di debolezza ad essere onesti c'è: si tratta del prezzo. Ma prima di trarre qualsiasi conclusione, bisogna fare bene i conti, perché a fronte di un costo senz'altro più alto, i Led durano molto di più e consumano parecchio meno sia delle lampade a incandescenza sia di quelle a fluorescenza. Per avere un'idea di massima più precisa riguardo ai costi, come termine di paragone si possono considerare i seguenti prezzi suggeriti al pubblico: lampadine a incandescenza 2,39 euro il blister da 2 pezzi, lampadine alogene a risparmio energetico 2,49 euro blister singolo, lampadine a risparmio energetico a tubi coperti da 9,95 euro blister singolo e lampadine Led da 14,95 euro blister singolo. Volendo quantificare la durata di ognuna di queste tipologie potremmo dire che una lampadina ad incandescenza dura in media 1.000 ore, una lampadina alogena a risparmio energetico 2.000 ore, una lampadina a risparmio energetico dalle 8.000 alle 12.000 ore e una lampadina Led più di 25.000 ore. Per quanto riguarda i consumi, una lampadina Led consuma, come dicevamo, fino al 90% in meno rispetto ad una lampadina tradizionale (ad esempio una 60 W ad incandescenza può essere sostituita con una 12 W Led ottenendo la stessa luminosità).

mercoledì 24 agosto 2011

Gruppi di acquisto per gli impianti fotovoltaici in Italia

I gruppi di acquisto per gli impianti fotovoltaici in Italia, sono diversi e sparsi su tutto il territorio nazionale fatte salve alcune rare eccezioni. Assistenza in tutti i passaggi: verifica della fattibilità, installazione dell'impianto, consulenza tecnica, analisi economico-finanziaria, comprensiva dei contatti con la banca, l'assicurazione e il GSE. Questo, in sintesi, quello che promette il gruppo di acquisto "Energia Arcobaleno", la cui sede è a Gubbio (PG), ma i cui impianti sono davvero ovunque: Calabria (1 impianto), Campania (1), Emilia Romagna (26), Friuli Venezia Giulia (3), Lazio (15), Liguria (1), Lombardia (17), Marche (2), Piemonte (24), Puglia (3), Sardegna (59), Sicilia (5), Toscana (10), Trentino Alto Adige (2), Umbria (12), Veneto (11).

Tra le diverse esperienze meritano di essere segnalate quelle portate avanti nelle provincie di Como, Brianza e Parma. Questi gruppi sono contraddistinti da una S - che erroneamente viene interpretata come l'iniziale di solare, perché in realtà sta a significare solidale - e non cessano di esistere alla fine dei lavori, ma continuano durante la vita dell'impianto: "con i gruppi GASFV - spiega Francesco Tampellini, direttore del gruppo di Como - cerchiamo di innescare processi economici alternativi, capaci di garantire sostenibilità sociale e ambientale".

Impegnata sul fronte della tutela dell'ambiente, non poteva mancare Legambiente con "Sole per tutti", il Gruppo di acquisto che ha lo scopo di far aumentare il peso della domanda (ossia la richiesta da parte delle famiglie), in modo da riuscire a spuntare un prezzo migliore (tipicamente il 10-25% in meno rispetto al prezzo di mercato). A questa iniziativa, valida anche per i condomini, se ne affianca un'altra, altrettanto interessante. Si tratta dell'iniziativa "Eternit Free", che mira all'emininazione delle malsane coperture in Eternit. Infine un gruppo di acquisto dedicato anche agli installatori, soprattutto per quelli più piccoli. Interlock - azienda specializzata nella ricerca e acquisto di moduli fotovoltaici - offre, infatti, la possibilità a questi professionisti di importare direttamente dalla fabbrica moduli a prezzi molto vicini a quelli di fabbrica. In altri termini, questa azienda offre la possibilità di acquistare piccole quantità di moduli fotovoltaici attraverso ordini cumulativi. E se l'installatore risparmia, è probabile che i vantaggi si ripercuoteranno sino al consumatore finale.

martedì 23 agosto 2011

Come aderire ad un gruppo di acquisto pannelli fotovoltaici?

Come aderire ad un gruppo di acquisto pannelli fotovoltaici? Normalmente l'adesione a un gruppo di acquisto di pannelli fotovoltaici è gratuita e non vincolante. Ci sono alcuni Gruppi (per esempio Arcobaleno) che chiedono agli utenti di predisporre almeno uno schizzo dell'impianto che si vuole realizzare, unitamente ad alcune fotografie dell'edificio e all'indicazione dei consumi medi annuali di energia elettrica. In seguito, i tecnici del gruppo d'acquisto valuteranno la fattibilità dell'impianto e daranno indicazioni circa il preventivo e il progetto finanziario: saranno date indicazioni circa tutti i reali costi dell'impianto (compresi quelli di assicurazione, manutenzione ed eventuali interessi bancari) e circa tutte le voci di entrata (tariffa incentivante, eventuale scambio sul posto o cessione). Una volta che il cliente accetta il preventivo, si parte con l'iter vero e proprio: progetto esecutivo, gestione della burocrazia, installazione, collaudo, connessione alla rete elettrica e attivazione del contributo del Conto Energia. E, a proposito di finanziamenti, senza dubbio interessante la convenzione che il Gruppo d'Acquisto Arcobaleno ha sottoscritto con Banca Popolare Etica: si tratta dell'erogazione di un finanziamento fino al 100%, a tasso fisso o variabile, e senza particolari garanzie. Si tratta, in altri termini, di un fido in conto corrente (il nome esatto è Conto EnergEtico), che arriva fino a 21 anni, e che in pratica permette di ammortizzare il finanziamento di volta in volta, in linea con i pagamenti del GSE. Ma attenzione. Questa convenzione è valida per gli impianti fino a 10 kWp; Banca Etica, infatti, dà la precedenza a impianti destinati all'autoconsumo e non alla vendita.

lunedì 22 agosto 2011

Gli incentivi sulle energie rinnovabili nel mondo

La direttiva europea numero 28 del 2009 parla chiaro: entro il 2020, a livello europeo, la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili dovrà essere pari al 20% dei consumi complessivi. Per raggiungere questi obiettivi, un ruolo di primaria importanza è naturalmente affidato ai governi degli stati membri che sono chiamati dall'UE a mettere a punto politiche e strategie a sostegno di un settore dalle grandi potenzialità, ma che per ora non ha ancora maturato la capacità di reggersi da solo. Ecco perché, durante l'infinito dibattito che ha portato alla definizione del Quarto Conto Energia italiano, Gunther Oettinge, commissario europeo all'Energia, ha ricordato all'Italia che "per garantire lo sviluppo delle energie rinnovabili, il quadro interno d'incentivazione deve essere chiaro, stabile e prevedibile". Il che sembrerebbe un modo elegante per chiedere al nostro Paese di non fare colpi di testa e di continuare a perseguire l'obiettivo che gli è stato assegnato: l'Italia, naturalmente, deve contribuire anch'essa al raggiungimento dell'obiettivo del 2020, con una quota pari al 17% di energia prodotta da fonti pulite. Polemiche a parte, che l'UE abbia giocato un ruolo attivo nello sviluppo di questo settore, e che comunque sia stata ben supportata dai vari Governi, è innegabile. Già nel 2007, infatti, una ricerca di Nomisma sulle performance dei Paesi europei in fatto di energie rinnovabili, faceva constatare che l'Europa era la prima entità politica al mondo per la valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili. Nell'ambito europeo, al primo posto si classificava, of course, la Germania, seguita da Danimarca, Spagna e Italia. E questo studio, soprattutto se letto a posteriori, già faceva rilevare quello che poi si sarebbe rivelato un vero e proprio campanello d'allarme se non addirittura un tormentone: il settore andava bene perché si reggeva su un sistema incentivante di un livello talmente elevato, tanto da condizionare considerevolmente il prezzo finale al consumatore, con un'incidenza sul costo totale dell'energia elettrica di circa il 4% del costo totale. E a questo proposito, proprio perché il sostegno a un settore può trasformarsi in qualcosa di davvero insostenibile per gli altri, oggi si può constatare come, sebbene l'UE continui a chiedere agli Stati membri sforzi per il raggiungimento di questi obiettivi, praticamente ovunque sia stato fatto un ritocchino (sempre al ribasso) delle tariffe incentivanti. Generalizzando, ora in Europa si assiste a un nuovo scenario: man mano che il settore delle rinnovabili si consolida, e man mano che i prezzi dei componenti diminuiscono, I Governi tendono a ridimensionare gli aiuti, al fine di sgravarsi di un peso che comunque incide sulle bollette energetiche di tutti. In altri termini, e al di là del recente caso italiano, volendo tracciare uno scenario veritiero e di sintesi della situazione incentivi in Europa, si rileva un po' ovunque la tendenza a contenere gli aiuti. Non solo, Ad essere onesti, si registra anche un certo disordine nel mettere insieme l'andamento dei mercati, le richieste da parte dell'UE e le politiche messe a punto dai singoli Governi. Un esempio per tutti arriva dalla Stiria (Austria) dove, negli ultimi mesi, a fronte di 8.000 impianti a cui è stato accordato il permesso di costruzione, ce ne sono altrettanti che non potranno essere realizzati, per lo meno per quest'anno. In questo Stato, infatti, vige la regola del tetto massimo di potenza installata, il che in effetti va a cozzare con i desiderata dell'UE che chiede l'incremento della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili. Per quanto riguarda la capacità di far bene nel settore delle rinnovabili, l'esempio portato sul palmo della mano da tutti coloro che operano in questo settore è naturalmente quello della Germania. Ma anche qui, a gennaio di quest'anno, le ottime tariffe incentivanti sono state abbassate proprio perché, è stato rilevato, che sul lungo periodo il sostegno da parte dello Stato diventa troppo oneroso. L'esempio da non imitare, è invece quello della Spagna, che a fronte di un boom incontrollato dovuto a incentivi esageratamente generosi, stiamo parlando di 44 centesimi al kWh, nel 2009 ha dovuto battere in ritirata, non solo abbassando le tariffe, ma facendolo pure con effetto retroattivo e introducendo un tetto alla potenza incentivabile. Le conseguenze e le ricadute negative, come facilmente immaginabile, sono talmente tali e tante, che è inutile provare a elencarle. Infine, è assolutamente doveroso citare la vera e propria batosta che il Governo francese ha riservato ai suoi investitori: nuovi vincoli e soprattutto grandi tagli a un settore che a questo punto, è inesorabile, dovrà imparare a camminare da solo.

mercoledì 17 agosto 2011

Ecco come cambiano le tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici

Da qui alla fine dell'anno le tariffe incentivanti previste per gli impianti fotovoltaici tradizionali andranno via via a diminuire e tale decurtazione proseguirà anche per tutto il 2012, quando la diminuzione avverrà in due scaglioni: primo e secondo semestre. Resta però valida, fino alla fine del 2012, la suddivisione tra impianti sugli edifici (che continuano a fruire di una tariffa maggiore) e tutti gli altri impianti. A decorrere dal primo semestre del 2013 le cose però cambiano. Le tariffe assumeranno un valore onnicomprensivo sull'energia immessa nel sistema elettrico e sulla quota di energia autoconsumata verrà attribuita una tariffa specifica. Le tariffe verranno diminuite secondo una riduzione programmata: nel secondo semestre del 2013 del 9%, sia nel primo che nel secondo semestre del 2014 del 13%, sia nel primo che nel secondo semestre del 2015 del 15 fino a diminuire del 30% sia nel primo che nel secondo semestre del 2016. Si tenga conto che tali riduzioni verranno applicate alle tariffe vigenti nel semestre precedente. Ma attenzione. Questo meccanismo, nel futuro, potrà subire ulteriori variazioni in funzione di diversi fattori, tra cui il costo annuo imputabile agli impianti. Ma su questo argomento, ci torneremo più avanti. Resta pure valida l'individuazione di tariffe speciali (più premianti) per gli impianti integrati e con caratteristiche innovative, così come restano valide altre tariffe per gli impianti a concentrazione. Il meccanismo di individuazione di queste tariffe, chiamiamole speciali, è molto simile a quello appena descritto per gli impianti tradizionali, solo che la decurtazione prevista per il periodo post 2013 sarà, per tutte e due le tipologie di impianto, del 3% nel secondo semestre del 2013 e del 4% per il primo e per il secondo semestre del 2014.

giovedì 11 agosto 2011

Impianto fotovoltaico per una scuola elementare

Impianto fotovoltaico per la scuola elementare Polifunzionale di Via Gran Sasso, quartiere Tornice, allo Scalo di Rossano (Cosenza, Calabria). Per l’opera di risparmio energetico saranno destinati 107 mila euro. Il progetto rientra nell’ambito dei fondi Por Fesr Asse II Energia 2007-2013. Grande attenzione alle politiche per lo sviluppo sostenibile, promuovendo il senso di responsabilità nei confronti delle generazioni future. L’opera per l’installazione del nuovo impianto fotovoltaico ad energia solare, è stata approvata nei giorni scorsi dalla giunta comunale. La stessa, si inserisce nel solco della più ampia programmazione avviata dall’esecutivo, per rendere sempre più concreta, l’idea di Rossano Città sostenibile.

"Il senso di responsabilità verso i giovani e il loro futuro, impone - afferma il sindaco Giuseppe Antoniotti - a qualsiasi ente pubblico e a ciascuno di noi, di confrontarsi con i temi del risparmio energetico, della riduzione delle emissioni, della produzione di energia da fonti rinnovabili e della valorizzazione delle gestioni energetiche". "Prosegue e proseguirà un’azione complessiva di riqualificazione urbana, che - aggiunge il primo cittadino rossanese - è la base per l’elevazione della qualità della vita e per rendere Rossano, sempre più, una città sostenibile".

Il progetto, rientrante nell’Asse II Energia del Por Fesr 2007/2013, prevede, la particolare installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto della scuola elementare polifunzionale di Via Gran Sasso a Rossano Scalo, per un totale di potenza pari a 20 kilowatt e favorisce il recupero della somma finanziata nell’arco di 5 anni, usufruendo dell’energia elettrica, gratuitamente, nell’arco dei successivi prossimi venti anni.

mercoledì 10 agosto 2011

Foglia solare Veil Solar Shade

La foglia solare che fa ombra "Veil Solar Shade" si eleva fino ad un'altezza di circa tre metri generando un'ampia zona d'ombra ideale per il relax all'aria aperta, ma anche per collegare un laptop o per ricaricare piccoli apparecchi come cellulari e lettori audio-video portatili: l'applicazione è stata sviluppata per essere installata nelle scuole australiane. Promosso da Victorian Eco Innovation Lab e progettato dallo studio australiano Buro North, Solar Shade è un parasole fisso che presenta celle fotovoltaiche sulla parte esposta al Sole, in modo da ombreggiare gli spazi aperti e produrre elettricità. Il raffinato design ricorda il profilo di una foglia, il più efficiente sistema di captazione solare esistente in natura. Veil Solar Shade ha anche una finalità educativa poiché permette di apprendere le corrette modalità di utilizzazione dell'energia solare grazie ad un sistema di comando e controllo intuitivo e facilmente maneggevole anche per un bambino. Il basamento contiene tutti i comandi per regolare la forma e perciò l'efficienza del Veil Solar Shade. I led presenti sul fusto sono rossi se le celle fotovoltaiche non sono correttamente esposte e diventano verdi quando l'orientamento rispetto al Sole è ottimale. Inoltre è possibile modificare l'inclinazione del parasole per massimizzare l'ampiezza del cono d'ombra.

lunedì 8 agosto 2011

Finestre fotovoltaiche, col prisma o senza, garantiranno la produzione di energia elettrica

Per allestire una camera in maniera tale da poter sfruttare al meglio le tecnologie che fanno uso delle fonti rinnovabili non c'è che l'imbarazzo della scelta. La tecnologia avanza e promette che un giorno tutti potranno ottenere elettricità dalle proprie finestre o ricaricare il cellulare poggiandolo su un tavolino, per la gioia di chi crede nell'energia pulita e in una bolletta più contenuta. Risparmiare sulla corrente alzando le tapparelle di casa è poco meno di un sogno perché qualcosa si muove già. A Chicago c'è il grattacielo  Sears Tower, il più alto degli USA, le cui finestre saranno dotate dei Photovoltaic Glass Unit, vetri isolanti progettati dalla Pythagoras Solar che, a guisa di prismi, deviano la luce captata verso un modulo fotovoltaico nascosto e regolano la temperatura della camera. La New Energy Technologies e l'università della Florida meridionale hanno invece messo a punto la tecnologia SolarWindow: vetro con speciale spray che, irrorato, riveste di cellette solari la finestra. Gli sviluppatori sono convinti di poter superare le performance del wafer di silicone e del film sottile.

mercoledì 3 agosto 2011

Soft Rocker fotovoltaico : la chaise longue che può stare nel giardino di casa!

Se per l'orchestra di "Quelli della Notte" il materasso è il massimo che c'è, Sheyla Kennedy ritiene che le cose non stiano esattamente allo stesso modo. Per l'architetto americano il non plus ultra del relax è rappresentato da una chaise longue che può stare nel giardino di casa o, perché no, in un parco pubblico. Ma oltre ad offrire asilo alle stanche membra di uomini e donne, il Soft Rocker monta a bordo una piccola stazione fotovoltaica. Le celle di silicio presenti sulla cappottina, dalla potenza nominale di 35 watt, catturano l'energia solare e la riversano in una batteria da 12 ampere. Questa trattiene l'elettricità finché qualcuno non decida di utilizzarla per ricaricare il telefono cellulare o collegare il lettore mp3 con tanto di altoparlanti. E se i pannelli solari affogati nella struttura costituiscono un esempio di integrazione totale che avrebbe fatto gongolare l'ormai ex-ex Conto Energia, l'inseguimento solare può essere realizzato semplicemente dondolandosi. Uscita dai laboratori del Massachussetts Institute of Technology di Cambridge, città statunitense omonima di quella britannica, la poltroncina resta per adesso un prototipo. Se poi saranno rose, qualcuno si abbronzerà.

martedì 2 agosto 2011

Viera: l'auto elettrica che purifica anche l'aria

Non solo non immette in atmosfera emissioni nocive per l'ambiente, ma addirittura elimina lo smog e le impurità già presenti nell'aria delle nostre città: si tratta di Viera, un prototipo di auto elettrica ideato da Gun-Woong e Kim Su-ji Kim, studenti di disegno industriale presso la coreana Kyung-won University. Un filtro speciale, applicato nella parte anteriore dell'auto e collegato a una valvola di aspirazione, cattura l'aria inquinata, la purifica dalle sostanze inquinanti e dalle particelle di polveri sottili, quindi la immette di nuovo, ma purificata, nell'ambiente esterno. Lo studio ha già vinto alcuni premi: il riconoscimento internazionale Incheon Design 2009 e la Seul Cycle Design Competition 2010 ed è finalista nella Michelin Challenge Design 2011. L'auto è progettata, poi, con un assetto modulabile per guadagnare agilità nel traffico urbano.

giovedì 21 luglio 2011

C Zero la city car elettrica di casa Citroen

La city car della casa francese Citroen è disponibile anche in Italia con la formula del Full Leasing: 500 euro al mese tutto compreso e ci si districa nel traffico senza danni per l'ambiente.

Dimensioni da city car e autonomia anche per piccoli spostamenti fuori città per la full electric di Citroen. Cugina della i-On di Peugeot e della i-Miev di Mitsubishi, la C Zero fa leva sin dal nome sull'impatto ambientale pressoché nullo: nessuna emissione di anidride carbonica durante la guida, silenziosità assoluta e zero gocce di carburante. Lunga 3,48 metri, con un diametro di sterzata di 9,5 metri e un passo di 2,55 metri, può trasportare comodamente quattro persone e relativo bagaglio: la capacità del baule posteriore ammonta a 166 litri. Secondo quanto dichiara il costruttore, la velocità massima è di 130 Km/h. Per passare da 0 a 100 Km/h occorrono 15,9 secondi, mentre la ripresa da 60 a 80 Km/h avviene in 3,9 secondi. Per avviare la C Zero è sufficiente girare la chiave fino alla conferma del bip sonoro. All'accensione della spia verde "Ready" sul quadro strumenti basta posizionare la leva del cambio - dello stesso tipo di quella di un cambio automatico - in posizione "D", l'unica disponibile per la marcia in avanti. Il quadro strumenti, oltre alle informazioni tradizionali, dispone di un indicatore a lancetta attivo dall'inserimento del contatto che mostra lo stato della batteria. Nell'indicatore stesso, una zona blu scuro evidenzia la ricarica, una verde chiaro segnala le fasi di guida in modalità "economy" e un'altra bianca mostra una guida che richiede un maggiore consumo dell'energia disponibile.

Due le modalità di guida utilizzabili. Per la prima metà della corsa dell'acceleratore, le regolazioni scelte permettono di spostarsi normalmente nel traffico, privilegiando il risparmio e la riduzione dei consumi elettrici. Portando il pedale alla seconda metà, si può attingere alla riserva di potenza del veicolo: ciò è utile ad esempio per esigenze improvvise come una manovra d'emergenza o un sorpasso, quando è necessario sfruttare la massima coppia motrice disponibile sin dai minimi regimi. Per facilitare le manovre e l'avviamento in pendenza, l'auto può contare su di un sistema di trazione simile a quelli utilizzati dai cambi automatici. Diversi gli equipaggiamenti a supporto di confort e sicurezza: servosterzo, ABS, ESP, AFU, vetri elettrici, sei airbag e climatizzatore sono di serie.

mercoledì 20 luglio 2011

Idee per il risparmio energetico: energie rinnovabili + isolamento termico

Tra le idee più semplici e, al contempo, redditizie, per ottenere un significativo risparmio in termini energetici segnaliamo l'uso combinato dei collettori solari per la produzione di acqua calda e dei pannelli fotovoltaici per generare elettricità, insieme ad accorgimenti che riducono il surriscaldamento estivo e la dispersione del calore d'inverno. Qualcosa del genere è stato realizzato in un quartiere urbano in provincia di Padova a bassa densità edilizia, le residenze Lo-Ga hanno un impianto edilizio formato da due corpi gemelli uniti nella parte centrale dal vano scale. A livello progettuale si sono voluti perseguire bassi consumi energetici, mediante l'utilizzo di strutture opache disperdenti calore a elevato grado di coibentazione e con l'impiego di energia rinnovabile. Il fulcro compositivo di questo edificio sono le grandi falde della copertura, delle quali una è orientata a Nord e rivestita in lamiera di zinco titanio, mentre l'altra rivolta a Sud è inclinata a 45°, coperta con una serie di pannelli solari e fotovoltaici nel settore superiore e completamente vetrata in quello inferiore. Durante il periodo di soleggiamento intenso la superficie vetrata può essere completamente schermata con tende ombreggianti automatizzate, che scorrono lungo apposite guide laterali. Il surriscaldamento estivo è limitato anche dalle pareti ventilate in pannelli di fibre e resine, previste nei prospetti est e ovest, che migliorano l'efficacia dello strato isolante con una limitata possibilità di formazione di condensa interstiziale. Anche le soluzioni impiantistiche adottate si inseriscono nell'ottica di assicurare un certo grado di eco-sostenibilità alledificio. Sono stati impiegati una decina di collettori solari con una potenza di picco complessiva di 1,8 kW e per il solare termico collettori piani che sviluppano 25 metri quadrati di superficie captante. Per quanto riguarda il riscaldamento e la fornitura di acqua calda sanitaria è stato adottato un sistema radiante a pavimento a bassa temperatura, comandato da una caldaia a condensazione funzionante a metano con un bruciatore premiscelato, che consente la modulazione dell'energia erogata in base al carico termico richiesto. E' stata inoltre prevista la contabilizzazione dell'energia termica di riscaldamento e del consumo di acqua calda a uso igienico, per un migliore controllo delle prestazioni dell'impianto. Il recupero dell'energia solare, da convertire in produzione di acqua calda e a integrazione del riscaldamento, si compie per mezzo di otto collettori solari di tipo piano e due bollitori di accumulo da 800 litri cadauno, con circolatore e sistema elettronico di controllo appositamente tarato per immagazzinare il massimo del calore durante il periodo di insolazione. Con la scelta di queste soluzioni tecnologiche è stato raggiunto un rapporto ottimale tra edificio e impianto, che consente un notevole contenimento dei consumi di combustione fossile e la conseguente riduzione di emissioni di CO2 nell'atmosfera.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?