lunedì 29 novembre 2010

Come scegliere l'installatore dei pannelli solari?

Se si vuole installare nella propria casa un impianto solare, sia che si tratti di fotovoltaico o di solare termico, la prima cosa da fare è rivolgersi ad operatori davvero competenti. Ma com'è possibile districarsi nel dedalo delle offerte? Ecco di cosa si deve tener conto per orientarsi efficacemente nella scelta.

Nel momento in cui si sceglie di dotarsi di un sistema a fonti rinnovabili di tipo domestico diventa cruciale la scelta dell'installatore. A tutt'oggi, infatti, non esistono albi o certificazioni efficaci su questo fronte e qualsiasi installatore elettrico nel caso del fotovoltaico, o termoidraulico se si tratta di solare termico, può improvvisarsi tecnico abile all'installazione di questi impianti, le cui problematiche sono molto distanti da quelle tipiche dell'elettricista o del termoidraulico tradizionali. E' vero, però, che molti installatori attivi da anni hanno sviluppato, attraverso corsi di formazione ed esperienze sul campo, un know-how che li qualifica a pieni voti, ma la scelta finale tocca al cliente che proprio esperto spesso non lo è. Quali sono quindi le cose a cui prestare attenzione quando si sceglie un installatore per realizzare il proprio impianto a fonti rinnovabili?

La prima regola elementare è quella di non fermarsi al primo preventivo chiedendone più di uno a ditte di installazione che abbiano nel proprio curriculum impianti simili a quelli che si vogliono realizzare a casa propria diffidando dei ribassi eccessivi e di chi millanta un'estrema facilità di installazione. I sistemi a rinnovabili, infatti, sono cuciti su misura dell'utente e necessitano un approccio specifico, caso per caso. L'inclinazione del tetto, l'esposizione e la latitudine sono solo alcuni degli elementi che non devono essere assolutamente sottovalutati, pena lo scarso rendimento  del sistema e la conseguente perdita dell'investimento.

Una questione importante è quella dei materiali che devono essere tutti di ottima qualità, con un'elevata resistenza nel tempo, poiché si tratta di sistemi che devono reggere a un utilizzo continuativo per anni (almeno 20 nel caso del fotovoltaico). Ogni manutenzione supplementare, infatti, è costosa e va ad incidere sul rendimento complessivo degli impianti che per questo motivo devono essere a prova di qualsiasi incidente dovuto a problematiche d'installazione.

Attenzione anche alle garanzie. Per legge le garanzie sui materiali sono quelle classiche che si hanno su qualsiasi prodotto in commercio ossia due anni, anche se alcuni componenti, come gli inverter, possono arrivare, con delle estensioni il cui costo è da valutare attentamente in relazione all'investimento. Ciò che è garantito per tutta la durata degli incentivi, per quanto riguarda il fotovoltaico, è il rendimento del pannello, cosa che è una sostanziale salvaguardia dell'investimento fatto.

Durante la fase di preventivazione da parte dell'installatore, inoltre, può essere utile il fatto di richiedere un prezzo per watt di picco installato tutto compreso, cosa che può fornire un'indicazione utile per fare confronti e per verificare se chi ci propone l'installazione ha ribaltato almeno in parte il progressivo calo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici, cosa che, specialmente sul cliente che richiede impianti per uso domestico, non sempre è accaduta in un recente passato. E' consigliabile, infine, confrontare diversi preventivi andando più in profondità rispetto al mero livello del prezzo. Servizi, assistenza post vendita, oppure sul fronte autorizzativo possono rivelarsi preziosi, se non si è più che esperti nel settore.

domenica 28 novembre 2010

Pannelli solari: allo studio un polimero capace di sostituire l'ITO

Ad oggi, il 90% dei pannelli solari è realizzato in silicio. Come chiunque ben sa, la maggior parte di essi ha dimensioni non certo tascabili; inoltre, il processo di costruzione è ancora costoso e, per concludere, l'energia elettrica che viene generata all'interno delle celle fotovoltaiche è raccolta da un conduttore costruito in ossido di indio e stagno (ITO), che contribuisce non da poco sul prezzo finale. Logica, dunque, l'attenzione con la quale le aziende di tutto il mondo seguono i risultati dei numerosi lavori di ricerca compiuti da Enti privati e Università internazionali, che hanno come obiettivo la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali e tecnologie per la realizzazione di celle solari, con un costo nettamente inferiore all'attuale. La professoressa Yueh Lin Loo guida, all'Università di Princeton, un numeroso gruppo di ingegneri e ricercatori chimici, e quest'anno la rivista National Academy of Science ha pubblicato i risultati di una loro ricerca, una tecnologia per produrre una plastica trasparente, facilmente lavorabile e ottima conduttrice di elettricità. Guarda caso, le basi fondamentali che un materiale deve possedere per essere impiegato nella costruzione di celle fotovoltaiche. L'equipe guidata da Yueh Lin Loo è riuscita a sperimentare positivamente una tecnologia che consente la lavorazione del polimero rispettando le sue caratteristiche. I ricercatori hanno infatti scoperto che, se trattato con un particolare acido, il polimero, una volta processato, non impedisce più il passaggio della corrente. La Loo ha poi affermato che, una volta risolto il problema della conduttività,  sarà molto facile dare alla plastica qualunque forma pur mantenendo intatte le sue proprietà (trasparenza e malleabilità). Per quanto riguarda l'aspetto economico, se questa plastica si dimostrasse capace di sostituire l'ITO nella realizzazione dei conduttori, il valore del risparmio per il processo realizzativo può spingersi anche all'80% del totale. C'è però ancora qualche perplessità in merito alla durata dei materiali, ancora inferiore all'ossido di indio e stagno.

venerdì 26 novembre 2010

Realizzare pannelli solari con strutture organiche

I ricercatori della Cornell University guidati dal professore di chimica e biologia William Dichtel, in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Chemistry, hanno sostenuto che è possibile sfruttare delle molecole organiche attualmente utilizzate nei processi di tintura e colorazione dei jeans per costruire delle strutture organiche in grado di diventare la base per la realizzazione di pannelli solari. Il tutto con costi irrisori rispetto al diffusissimo silicio oggi impiegato. Questo perché i materiali fotovoltaici organici (derivati da composti del carbonio) possiedono una particolare ed economica caratteristica: quella di poter essere spalmati su ampie superfici. I ricercatori della Princeton hanno utilizzato dunque alcune molecole che si trovano, oltre che nei coloranti per i jeans, nell'inchiostro delle penne, le ftalocianine, molecole che assorbono la luce del Sole riconvertendola in energia elettrica, ottenendo in laboratorio una struttura simile a quella di una cella fotovoltaica.

mercoledì 24 novembre 2010

Pannelli fotovoltaici che si autoriparano

Un docente di ingegneria chimica del MIT di Boston, Michael Strano, di chiare origini italiane, ha creato delle celle fotovoltaiche in grado di convertire l'energia solare in energia elettrica e, soprattutto, di autoassemblarsi. L'idea alla base del progetto ha tratto ispirazione dal comportamento delle piante che dal Sole non vengono distrutte ma che, con la fotosintesi clorofilliana, riciclano il loro parco proteine all'incirca ogni tre quarti d'ora.

Una delle maggiori difficoltà dei produttori di pannelli fotovoltaici è il grado di invecchiamento degli stessi, visto che i materiali con i quali sono costruiti tendono ad essere distrutti dalla degradazione prodotta dalla loro interazione con i raggi solari. Per superare questo problema, i ricercatori del MIT hanno copiato il comportamento dei cloroplasti durante la fotosintesi clorofilliana; in pratica, le proteine contenute nei cloroplasti decadono si (il professor Strano afferma che il processo avviene come se l'ossigeno rompesse il cavo che tiene unita la proteina) ma le piante sono in grado di riasse4mblare la stessa proteina.

Il ricercatore, dunque, ha creato delle molecole sintetiche capaci di attivarsi alla luce solare liberando elettroni, organizzate in centri di reazione e mantenute su dischi di fosfolipidi. Questi dischi sono immersi in una soluzione grazie alla quale si legano spontaneamente a nanotubi di carbonio che, allineando i centri di reazione, funzionano anche da conduttori per raccogliere e incanalare il flusso di elettrodi liberato dai centri stessi. E quando un tensioattivo viene aggiunto a questa soluzione, ecco che i vari componenti si distaccano fra loro per poi riassemblarsi perfettamente quando il tensioattivo, mediante una speciale membrana, viene rimosso.

La ricerca ha dimostrato che l'efficienza di questa struttura molecolare, durante il processo di conversione luce-elettricità, è di circa il 40% ma il professor Strano ha dichiarato che, almeno teoricamente, il valore potrebbe salire al 100%. Ecco perchè i risultati e le potenzialità di questa ricerca potrebbero essere in grado di offrire al mondo dell'industria una formidabile opportunità tecnologica, dando vita alla produzione su scala industriale di pannelli fotovoltaici capaci di ripararsi, eliminando così la caduta di efficienza e la necessità di sostituzione e riparazione dei pannelli dovuta, appunto, all'interazione fra i raggi solari e l'attuale materiale utilizzato nella realizzazione dei pannelli.

martedì 23 novembre 2010

Come trasformare l'acqua reflua in watt

Si chiama HyDro-Power e per ora è solo un concept nato dall'idea di Tom Broadbent, iscritto al corso di design industriale dell'Università De Montfort nel Leicester, ma potrebbe rappresentare davvero l'uovo di Colombo. E' un sistema che utilizzando le acque reflue dell'abitazione (quelle che provengono da doccia, lavandini, vasca da bagno, eccetera) produce energia elettrica. Progettato per essere installato nei condomini, presenta un funzionamento apparentemente davvero semplice: l'acqua che scorre nelle tubature viene raccolta in un sistema che tramite quattro turbine aziona un generatore elettrico consentendo o di utilizzare immediatamente l'energia prodotta per far funzionare vari dispositivi del palazzo (ascensore, luci degli spazi comuni) oppure di rivenderla all'operatore elettrico nazionale. Il suo utilizzo in un palazzo di sette piani, secondo un calcolo simulato, permetterebbe di risparmiare mediamente oltre mille euro l'anno.

lunedì 22 novembre 2010

Come ottenere biodiesel dalle biomasse grazie ad un batterio

Dovremo iniziare a guardare con occhi diversi i batteri, specie l'escherichia coli, un batterio che ha per habitat naturale il nostro intestino e quello di altri animali a sangue caldo. In futuro, infatti, grazie al batterio potremmo produrre biodiesel dalle biomasse e dagli scarti agricoli, senza intaccarele produzioni destinate al consumo alimentare. Lo sostengono i ricercatori dell'University of California di Berkeley, che hanno pubblicato sulla rivista scientifica "Nature" i risultati del loro studio. Specie nei Paesi poveri, la produzione di biodiesel sottrae risorse all'uso alimentare perché il bioetanolo, necessario alla produzione di carburante, si ottiene dalla fermentazione di canna da zucchero, vinacce, cereali, amidacei e, in generale, piante ricche di zucchero. Invece l'azione dell'escherichia coli sarebbe in grado di scovare, digerire ed ottenere gli zuccheri anche a partire dalla cellulosa, ottenendo biodiesel, così, anche da altre colture (come mais e grano) ma, soprattutto, da legno, paglia, scarti agricoli, rifiuti organici e biomasse in genere, senza usare le risorse destinate al consumo alimentare.

giovedì 18 novembre 2010

Sphelar, le micro celle fotovoltaiche per le finestre che si incorporano nei vetri

L'azienda giapponese Kyosemi Corporation ha plasmato delle celle solari sferiche di dimensioni ridottissime, brevettate con il nome di Sphelar (Spherical Solar Cell), in grado di essere incorporate nei vetri delle nostre finestre, in totale integrazione con gli edifici di cui diventano parte. Le dimensioni delle sfere in silicio (con un diametro di appena 1-1,5 millimetri e massimo di 1,8 millimetri) permettono di catturare la luce proveniente da tutte le direzioni e di essere applicate anche su superfici curve.

Pannello fotovoltaico senza inverter che si collega direttamente agli elettrodomestici

Un pannello fotovoltaico in grado di funzionare senza inverter (il dispositivo che trasforma l'energia elettrica da continua ad alternata) è in arrivo dallo stabilimento StMicroelettronics di Catania. Il pannello potrà essere collegato  agli elettrodomestici di casa, alimentandoli senza un convertitore (inverter), in quanto già dotato di una "junction-box", cioè un miniconvertitore interno al modulo, in grado di trasformare l'energia prodotta dalle celle (a tensione continua) in corrente alternata usata nelle case. Così l'energia può essere immessa nella rete elettrica domestica, senza macchinari e passaggi ulteriori, alimentando ogni dispositivo elettrico di uso comune. In caso di disconnessione, poi, la "junction box" invia un segnale ad una centrale dedicata, prevenendo furti e danneggiamenti, disconnettendosi dalla rete anche in caso di eventi come terremoti o trombe d'aria. E' stato stimato che in un sistema standard di 3 kW collocato sul tetto la quantità di energia prodotta in più va dal 5% al 12%.

mercoledì 17 novembre 2010

Pannello fotovoltaico flessibile

Il pannello fotovoltaico flessibile che si attacca come un nastro adesivo, in attesa della certificazione, verrà prodotto nel 2011 dalla società americana Global Solar Energy. Questo pannello fotovoltaico, a differenza di quelli già presenti sul mercato, sarà flessibile, ondulato ed applicabile direttamente sulle superfici interessate come se fosse un adesivo, senza bisogno di alcun ancoraggio. Il pannello può essere staccato e riattaccato più volte, riducendo i tempi ed i costi di installazione e coprendo una superficie maggiore grazie a strisce solari lunghe circa 5,70 metri e larghe 45 centimetri. Il costo è paragonabile a quello dei tradizionali pannelli solari al silicio policristallino. L'azienda, come detto, sta attendendo la necessaria certificazione e conta di iniziare la produzione su larga scala a partire dal prossimo anno.

lunedì 15 novembre 2010

Nasce lo specchio lineare, il pannello solare tre volte più efficiente

Dall'Università di Udine arriva "Specchio Lineare", un innovativo pannello, in procinto di essere commercializzato, in grado di produrre tre volte più energia rispetto ai moduli fotovoltaici classici di pari peso e dimensione, nonché sopperire al fabbisogno di acqua calda sanitaria. "Specchio Lineare" è un insieme di specchi piani in alluminio che catturano i raggi solari per tutto il giorno, convogliandoli su un'unica superficie ricevente3, simile ad un grande specchio, quindi su un collettore in grado di riscaldare l'acqua fino a circa 100 gradi anche in inverno, nonché usare fluidi termovettori per raggiungere temperature superiori ai 200 gradi. Funziona con impianti di riscaldamento, condizionamento e tutti i cicli in cui siano richieste fonti di calore. Può produrre da 4 a 8 KW di energia elettrica ed essere installato a terra o su qualsiasi superficie architettonica piana.

giovedì 11 novembre 2010

Usare la dispersione di calore della metropolitana per scaldare gli edifici di nuova costruzione

La società Paris Habitat-OPH, operante nel settore dell'edilizia sociale, sta valutando l'idea di utilizzare la dispersione di calore della rete di trasporto pubblico per scaldare gli edifici di nuova costruzione. Potrebbero essere usate, infatti, delle pompe di calore per recuperare l'aria calda prodottasi nella sottostante metropolitana, da convogliare nel sistema della caldaia casalinga. Dalle prime stime si pensa di produrre ogni anno 15 kWh/m di energia (l'intera richiesta dell'edificio sarebbe di circa 80 kWh/m) usando aria calda che, altrimenti, andrebbe dispersa. L'idea ha suscitato grande interesse ma ci sono da risolvere alcuni problemi: come impedire la dispersione dell'aria pesante della metropolitana all'interno delle case e come isolare queste ultime dalla metropolitana in caso di incendi.

mercoledì 10 novembre 2010

Nasce Kasa Uovo, la casa che racchiude moderne tecnologie di ingegneria ecosostenibile

"Vivere in un guscio primordiale a contatto con la natura. Per dimenticare il pazzo via vai che ci travolge. Per tornare ad un avita costruita intorno al focolare." A dirlo è Roberto Casati, ideatore del progetto "Kasa Uovo", un avveniristico plesso immobiliare a forma di uovo che racchiude moderne e sofisticatissime tecnologie di ingegneria ecosostenibile.

Riciclo delle acque, efficienza e risparmio energetico, benessere termo igrometrico, versatilità progettuale, bassi costi di gestione e manutenzione e sistemi antisismici, sono gli aspetti più sorprendenti sui quali il progetto si fonda e sta prendendo piede, soprattutto in Toscana.

La struttura permette di  essere montata collegandone le parti come un kit di assemblaggio e di essere direttamente collegata alle reti di servizio idrico ed elettrico. La struttura ovale massimizza il rapporto tra massimo volume e minima dispersione e, con determinate condizioni climatiche, può far risparmiare ai suoi abitanti anche il 70% delle spese energetiche.

"Kasa Uovo" permette, inoltre, diverse soluzioni tecniche e progettuali con il guscio esterno termoisolante ed un sistema integrato di energia eolica e solare. Una doppia membratura funziona come parete ventilata e, infine, è dotata di un sistemna capace di garantire il recupero delle acque reflue e di quelle meteoriche.

info@casauovo.it

martedì 9 novembre 2010

Un lampione ad energia solare è in grado di illuminare 20 notti africane

Quattro studenti svedesi della Chalmers University of Technology hanno inventato un lampione ad energia solare che, con una sola ricarica, è in grado di illuminare 20 notti africane, in zone in cui l'elettricità è ancora un sogno.

Pannelli solari montati in cima ai lampioni possono caricare la batteria durante il giorno, mentre alcuni sensori di luce individuano il momento in cui si fa buio e avviano dei piccoli LED a risparmio energetico, di soli 0,25 watt di potenza. Un rilevatore in movimento, poi, attiva un "Power LED" di 1,5 w che rimane acceso per circa un minuto, quando qualcuno si avvicina, inviando un segnale wireless agli altri lampioni nelle vicinanze, in modo che anche questi ultimi si accendano.

I LED hanno una durata di più di 100.000 ore e una batteria completamente carica può sostenere luce per 200 ore. La batteria non necessita di alcuna manutenzione e dura circa 4000 cicli di ricarica, cioè più di 10 anni.

lunedì 8 novembre 2010

Pannelli fotovoltaici per pavimentare le autostrade americane

L'azienda americana Solar Roadways ha formulato un'interessante e inusuale proposta in tema di fotovoltaico: usare i pannelli fotovoltaici, anziché l'asfalto, per pavimentare le autostrade americane che si estendono per oltre 100.000 chilometri quadrati.

Solar Roadways, aiutata da un finanziamento dell'ente autostradale degli Stati Uniti, sta progettando pannelli fotovoltaici quadrati di 3,7 metri di lato (la larghezza standard delle corsie stradali in America), in modo che possano essere collocati sulle strade.

Ogni pannello potrebbe produrre 7,6 kWh al giorno e l'energia potrebbe essere immessa nella rete elettrica o essere resa disponibile per la ricarica dei veicoli elettrici. Per rendere i pannelli resistenti al passaggio dei veicoli si pensa di usare le tecniche di costruzione dei vetri antiproiettile.

domenica 7 novembre 2010

Il mini elicottero sonda Poseidon individuerà i giacimenti geotermici inutilizzati

Si possono individuare i giacimenti geotermici inutilizzati senza fare invasive indagini geologiche? Da adesso in poi sarà possibile grazie all'ausilio di un mini elicottero, appositamente pensato per questo motivo, di nome Poseidon.

Il piccolo oggetto volante, che sta già attivamente sorvolando i cieli della Toscana, è lungo meno di due metri ed è largo circa 80 centimetri. Il dispositivo radiocomandato è dotato anche di una potente fotocamera e di diversi sensori, posti nella parte inveriore del velivolo, che servono a scovare i giacimenti geotermici presenti nel sottosuolo fino a 2000 metri di profondità.

Sfruttando la tecnologia VLF Poseidon, da cui prende il nome, l'elicottero è specializzato nella ricerca di giacimenti geotermici a media entalpia (e con temperatura tra i 100 e i 160 gradi), le cosiddette miniere di acqua energetica, ottime per realizzare centrali a ciclo binario di medie dimensioni per produrre energia elettrica ad impatto zero.

Poseidon utilizza onde radio a bassa frequenza elettromagnetica (15 - 30 kHz) che penetrano in profondità nel sottosuolo. I segnali radio di ritorno sono ricevuti ed elaborati da un software che consente di ricostruire sezioni, anche tridimensionali, del sottosuolo in funzione della densità delle rocce presenti.

Quando si rilevano anomalie elettromagnetiche significa che si è in presenza di giacimenti. Poseidon è stato progettato dall'Università di Pisa insieme all'azienda Tecnosystem di Rosignano Marittimo (Li) ed è al centro di un progetto avviato da Regione Toscana, Università di Firenze e Geochemic Lab di Peccioli (Pi), con l'intento di dare un contributo fondamentale al sistema toscano di approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.

venerdì 5 novembre 2010

Mappa delle colonnine per ricaricare i veicoli elettrici

E' disponibile sul sito colonnineelettriche.it la mappa dettagliata con il posizionamento, in Italia, delle colonnine per ricaricare i veicoli elettrici. E' possibile anche fare segnalazioni e correggere i dati della mappa. Al momento Firenze guida la classifica delle città italiane con 118 colonnine, segue Pisa con 100. A Roma, per adesso, ve ne sono soltanto 11, a Milano appena 9. Ma in entrambe le città sono state avviate iniziative per nuove installazioni in collaborazione con le aziende elettriche. A Torino, che è una delle città in cui l'aria è più irrespirabile, per ora sono presenti solo 10 colonnine di ricarica.

Grazie a colonnineelettriche.it, dunque, molti cittadini potranno scoprire dove si trova la colonnina elettrica più vicina a casa propria e incoraggiarsi ad acquistare un veicolo elettrico come un'auto, uno scooter o una bici, riducendo il proprio consumo di combustibili fossili ed iniziando a risparmiare sul pieno.

giovedì 4 novembre 2010

PC a basso costo ad energia solare

Per ora è solo un prototipo ma potrebbe essere diffuso su larga scala tra un anno. Si tratta di un tablet computer, più piccolo di un pad, alimentato ad energia solare (con pannelli piccolissimi) che costerà solo 37 dollari (circa 27 euro), ma già si parla di una possibile riduzione del prezzo fino a 10 dollari. Il prototipo è sviluppato presso l'Indian Institute of Technology ed utilizza tecnologia touchscreen ed una variante del sistema operativo Linux.

Le funzionalità saranno solo quelle essenziali e il pc non sarà dotato di hard disk interno ma userà una memoria flash espandibile, come l'Ipad, un browser per navigare in internet e, grazie al cloud computing, accedere alla versione on line dei maggiori programmi, senza necessità di installarli. Avrà un elaboratore di testi e funzionalità di videoconferenza.

Il progetto del computer è stato finanziato dal Governo Indiano, che sta cercando aziende in grado di produrlo in serie, per combattere l'analfabetismo e aiutare i giovani studenti meno abbienti.

260 turbine eoliche Siemens per Enel green power

Il settore Energy di Siemens fornirà a Enel green power fino a 260 turbine eoliche con una capacità di 600 megawatt e verranno installate presso gli impianti onshore di Egp in Europa.

La consegna è pianificata tra il 2011 e il 2014. Il contratto include inoltre un'opzione per la fornitura di ulteriori 600 megawatt di energia eolica.

Siemens è già oggi leader di mercato nel crescente settore delle turbine eoliche offshore. Negli Stati Uniti è la terza società per ciò che attiene il mercato dell'energia eolica onshore. Grazie a questo contratto di fornitura con Enel green power, Siemens è in grado di rafforzare ulteriormente il proprio posizionamento nel business onshore in Europa.

Sulla base dell'accordo, Siemens fornirà diversi tipi di turbine eoliche da 2,3 o 3,6 megawatt e con rotori con un diametro da 82 a 107 metri.

Le turbine verranno installate presso impianti eolici situati in Italia, Francia, Romania e Bulgaria. Lo scopo della fornitura include la consegna, installazione e messa in servizio delle turbine così come il service agreement.

Nell'anno fiscale 2009 l'azienda ha registrato un fatturato di 23 miliardi di euro, diventando così il maggior fornitore a livello mondiale di tecnologia eco-compatibile.

Nello stesso periodo, i prodotti e le soluzioni Siemens hanno consentito ai clienti di ridurre le emissioni di CO2 di 210 milioni di tonnellate, l'equivalente delle emissioni di CO2 di New York, Tokyo, Londra e Berlino messe insieme.

Qual'è il parco eolico più grande del mondo?

Qual'è il parco eolico più grande del mondo? Il parco eolico offshore più grande del mondo è stato inaugurato il 25 settembre scorso in Inghilterra, al largo di Foreness Point, nel Kent. E' situato in mare, in acque poco profonde non lontane dalla costa. Si chiama "Thanet Offshore Wind Farm" ed è stato realizzato dalla società svedese Vattenfall. Le turbine eoliche sono più di 100, ciascuna da 3MW.

Il parco si estende su una superficie di 35 km quadrati a 12 km dalla costa, in acque con una profondità massima di 25 metri. L'obiettivo è aumentare del 30% la capacità complessiva dell'eolico offshore inglese soddisfacendo la domanda di elettricità di 200.000 utenze domestiche.

Energie rinnovabili: il Sole

Energie rinnovabili, tutti ne parlano, ma perché è un argomento tanto attuale? E' solo una moda legata ai lauti incentivi previsti dal governo, oppure vi è dietro qualcosa di più concreto? Gli operatori del settore scommettono sulla seconda ipotesi ed ecco perché.

Immaginate di avere una fonte energetica inesauribile e pulita che in meno di due ore sia in grado di fornire energia sufficiente a coprire l'intero fabbisogno energetico mondiale. Questa fonte di energia esiste ed è il nostro Sole.

Nel 2006 il DLR (Centro Aerospaziale Tedesco) ha stimato che un impianto solare a concentrazione (CSP) posto quasi al centro del deserto del Sahara e delle dimensioni di un quadrato di 330 km di lato (circa il 2% dell'estensione del Sahara) sarebbe sufficiente per soddisfare la domanda di energia di tutto il pianeta.

Questa fantastica fonte di energia può essere definita "universale". Sebbene non sia sfruttabile in modo omogeneo su tutta la superficie terrestre a causa della nuvolosità, della differente massa d'aria che i raggi solari devono attraversare e della diversa incidenza di questi ultimi a seconda della latitudine, è altresì vero che oltre il 90% della popolazione mondiale vive all'interno di quella che viene definita la fascia solare, ovvero la zona compresa tra il 45° parallelo nord e il 45° sud.

Inoltre il Sole è responsabile anche del moto di enormi masse d'aria. Grazie al riscaldamento di alcune zone della Terra (dovute all'intenso irraggiamento), notevoli masse d'aria più calde, innalzandosi, richiamano dalle zone limitrofe aria più fredda a rimpiazzarle, dando così origine ai venti.

I venti, insieme alle correnti marine, si fanno carico della ridistribuzione dell'energia proveniente dal Sole, fino a raggiungere i posti più remoti e freddi del pianeta, chiudendo una sorta di circolo virtuoso.

I primi tentativi di sfruttare commercialmente quest'immensa risorsa risalgono a quasi un secolo fa, quando nel 1912 Shuman realizzò al Cairo il primo impianto a concentrazione con specchi parabolici per la produzione di vapore. Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante sia nel campo del solare termico, sia in quello del solare fotovoltaico, nel quale dei dispositivi (detti pannelli fotovoltaici) sono in grado di convertire l'energia solare direttamente in energia elettrica mediante effetto voltaico.

Oggi la produzione di un kWh di energia elettrica da fonte solare ha ancora un costo più elevato rispetto a quello da fonte fossile (carbone, petrolio, gas), ma la ricerca sta andando avanti molto velocemente e presto il solare costerà meno del fossile, tanto che diversi Paesi (Svezia e Spagna in primis) puntano ad avere il 100% della produzione di energia da fonte rinnovabile entro il 2050.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?