lunedì 28 febbraio 2011

Vei Capital scommette sull'energia solare

Vei Capital (Holding di investimento di diritto italiano dedicata all’attività di Private Equity e ad investimenti nel settore delle infrastrutture), braccio finanziario del gruppo veneto Palladio Finanziaria, accelera nel settore delle energie rinnovabili. In questi giorni è infatti stato stretto un accordo di collaborazione nel settore del fotovoltaico con Nextenergy Capital che prevede la realizzazione di 4 impianti fotovoltaici a terra (in Sicilia, in provincia di Agrigento) per una potenza installata complessiva di circa 9 MW e un investimento nell'ordine dei 34 milioni di euro. Sun & Soil 2, la società veicolo costituita appositamente per la realizzazione degli impianti, sarà partecipata proprio da Vei Capital (90%) e da Nextenergy Capital (10%). Secondo le attese dei due investitori questo potrebbe essere solo il primo passo verso accordi successivi. Nextenergy prevede, infatti, di realizzare nei prossimi anni impianti per circa 700 MW dei quali un centinaio potrebbero essere realizzati assieme a Vei Capital. L'operazione in sè, oltre a dimostrare il crescente interesse degli operatori finanziari per il settore delle energie rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico, resta interessante perché si tratta del primo investimento chiuso da Vei Capital, cioè la Venice European Investments costituita da Assicurazioni Generali, Veneto Banca e Palladio Finanziaria. Vei Capital è uno dei maggiori veicoli d'investimento nati negli ultimi mesi con un parterre di player di grande peso, prima fra tutti la compagnia assicurativa di Trieste: un veicolo con una dotazione iniziale di 400 milioni che potrebbe arrivare a 600 milioni. Insomma, una cassa davvero imponente che potrebbe essere investita in target tradizionali del private equity oppure proprio nelle rinnovabili e infrastrutture. Del resto, Vei Capital ha sostituito il fondo Valiance, che ha cessato la propria operatività lo scorso anno. L'operazione realizzata da Vei Capital nel settore del fotovoltaico è la prima chiusa dall'operatore finanziario, anche se nelle scorse settimane il braccio finanziario di Palladio ha formalizzato, affiancando Investindustrial, l'acquisto della quota di maggioranza di Snai, gruppo attivo nelle scommesse ippiche. Da segnalare che proprio Palladio è azionista del gruppo Generali tramite la Ferak: con una quota complessiva di circa il 3,9%, a somma del pacchetto (l'1,6%) detenuto direttamente e della parte restante (2,26%) detenuto indirettamente assieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino attraverso Effeti.

Solarwindows il pannello fotovoltaico spray con polimeri conduttivi trasparenti

Solarwindows è una tecnologia in attesa di brevetto messa a punto dalla New Energy Technologies, con la quale si potrebbero trasformare le finestre di casa in veri e propri pannelli fotovoltaici in grado di captare anche la luce artificiale e trasformarla in energia elettrica, grazie a delle minuscole celle fotovoltaiche spruzzate direttamente sulla superficie trasparente. Le micro celle solari, infatti, sono fatte con polimeri conduttivi trasparenti che possono essere disciolti in liquidi e applicati sulle superfici per mezzo di una soluzione spray. Il materiale usato per le minuscole celle fotovoltaiche, con dimensioni inferiori ad 1/4 di un chicco di riso, possiede le stesse proprietà del silicio ma con una capacità di assorbire la luce, e trasformarla in elettricità, di gran lunga superiore. Questa avveniristica tecnologia va ben oltre il concetto di pannello fotovoltaico così come noi lo intendiamo e promette di rivoluzionare il settore offrendo soluzioni di facile applicazione a dei prezzi contenuti, rendendo accessibile questa fonte di energia rinnovabile praticamente a chiunque.

domenica 27 febbraio 2011

E' nata Nausicaa la mini turbina eolica in legno ideale per i giardini delle abitazioni

Un'interessante novità nel settore dell'eolico domestico è in arrivo da Pesaro. Si tratta di Nausicaa, una mini turbina eolica in legno ideale per i giardini delle abitazioni. Nausicaa è stata ideata ed è commercializzata dall'azienza Macht s.r.l. di Pesaro che da tempo ha deciso di produrre le proprie apparecchiature utilizzando solo materiali biocompatibili e riciclabili. Le pale sono in legno naturale e le strutture sono fatte di alluminio riciclabile. Nausicaa è facilmente installabile, ha un diametro di due metri, pesa 25 kg ed è progettata sia per funzionare in modalità "stand alone" che in collegamento con la rete elettrica mediante un inverter, cioè un convertitore di energia elettrica da continua ad alternata. La potenza varia da 0,4 a 1 KW/p.

Un pannello solare in plastica molto performante in arrivo dal Canada

Il gruppo di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto Nazionale di Nanotecnologia, unitamente ad un team dell'Università di Alberta, entrambi in Canada, hanno concluso con successo un progetto di ricerca teso a sviluppare un prototipo di pannello solare in plastica in grado di superare le poche ore di attività che attualmente sono lo standard. Il team di ricerca, guidato da David Rider, è riuscito a sviluppare un polimero molto più resistente e durevole di quelli ad oggi utilizzati per costruire l'elettrodo delle celle solari, e un prototipo di cella solare opportunamente realizzato ha funzionato per ben 500 ore e, ancor più importante, ha successivamente continuato a funzionare per quasi otto mesi prima di danneggiarsi irrimediabilmente (ma, sembra, più per i continui trasporti fra un laboratorio e l'altro che non per un processo di degradazione del materiale).

sabato 26 febbraio 2011

Perché sfruttare le energie rinnovabili?

Le tecnologie rinnovabili utilizzabili da sole o combinate, garantiscono molti vantaggi sia sul fronte dei risparmi conseguibili, sia su quello dell'investimento vero e proprio. Ormai lo scenario è maturo, la maggior parte delle tecnologie è affidabile e non si trova sul mercato nessun investimento che sia in grado di assicurare, come per esempio il fotovoltaico, un rendimento del 7% annuo costante per 20 anni. Ciò che manca, invece, è un'informazione che riesca a scardinare una concezione dell'investimento nelle rinnovabili come redditizia, solo se legata ad un orizzonte temporale lungo, cosa che scoraggia molte persone che pure avrebbero le potenzialità per investire in queste tecnologie.

Uno dei grimaldelli che potrebbe far cambiare atteggiamento è la dinamica legata al fotovoltaico che ora, dopo 3 anni, ha messo in moto, sia nel settore dei grandi impianti sia in quello domestico, investimenti consistenti, grazie anche all'incentivazione del Conto Energia, che pagando solo ed esclusivamente l'energia prodotta, ha fatto molta chiarezza, per quanto riguarda la redditività e quindi la bancabilità di questa rinnovabile. Sempre più spesso le rinnovabili sono utilizzabili in forma combinata tra loro. Alcune nuove abitazioni unifamiliari sono, ad esempio, dotate fin dalla costruzione di sistemi fotovoltaici, solari termici e geotermici, tutte tecnologie che legate a sistemi di efficientamento energetico le rendono delle case molto passive, ossia che producono più energia di quella che consumano. Le aziende, inoltre, possono fare un investimento sul medio termine per abbattere il costo dell'energia, utilizzando sistemi a fonti rinnovabili. Anche in virtù del fatto che nei prossimi anni il costo dell'energia tradizionale sarà destinato ad aumentare.

Il panorama degli incentivi per le rinnovabili in Italia è variegato. Si va dal Conto Energia per il fotovoltaico, alla tariffa omnicomprensiva, passando per i certificati bianchi. Da non sottovalutare, inoltre, tutte quelle misure legate all'efficientamento energetico che prevedono l'incentivazione delle rinnovabili, come nel caso del solare termico che gode della detrazione del 55%. Inoltre, in alcuni casi le Regioni si sono attivate per offrire degli incentivi aggiuntivi che si integrano con quelle statali.

Tra le tecnologie rinnovabili più utilizzate citiamo:


  • Fotovoltaico;
  • Solare termico;
  • Geotermico a bassa entalpia;
  • Mini idroelettrico;
  • Mini eolico.
FOTOVOLTAICO

Piccoli, medi e grandi impianti fotovoltaici oggi rappresentano i sistemi rinnovabili più installati in Italia, grazie anche all'incentivazione che anche con il nuovo Conto Energia del prossimo triennio rimarrà comunque, nonostante le riduzioni, molto interessante. Il fotovoltaico è la rinnovabile più versatile, disponibile e adattabile alle esigenze degli utilizzatori e alle condizioni d'installazione. Purtroppo, ad oggi, persistono una serie di difficoltà per l'installazione del fotovoltaico su condomini, ma chiunque abbia un'abitazione monofamiliare con una falda esposta a Sud, priva di ombreggiamenti può installarlo con buoni risultati. Stesso discorso per le aziende che hanno a disposizione una copertura industriale e che sono in condizione di risparmiare sulla bolletta, grazie allo scambio sul posto e di avere un reddito aggiuntivo. Molti istituti bancari finanziano i sistemi fotovoltaici con modalità che consentono un anticipo, a scapito di una minore redditività complessiva, molto limitato rispetto al totale dell'investimento.

SOLARE TERMICO

L'Unione Europea definisce il solare termico come il gigante dormiente, sia per le sue enormi potenzialità sia per il fatto di essere una rinnovabile non elettrica, cosa che va ad incidere in maniera virtuosa su quella grande fetta dei consumi legati all'utilizzo dell'energia termica. Oggi il solare termico ha costi d'investimento bassi sia per quanto riguarda il settore domestico, per gli usi sanitari, sia per le aziende, per le quali può essere utile utilizzare il termico ad alta efficienza combinato con il recupero dell'energia termica dai processi industriali. Per entrambi i settori, e per il terziario, è interessante l'utilizzo del solare termico destinato al raffrescamento (solar cooling) che consente di utilizzare l'energia solare coniugandone la maggior disponibilità con la maggiore richiesta di freddo. Per quanto riguarda l'affidabilità i sistemi termici solari sono ormai sufficientemente standardizzati ed affidabili.

GEOTERMICO A  BASSA ENTALPIA

La geotermia è una rinnovabile ancora poco nota ma che può offrire buone potenzialità. La relativa giovinezza della tecnologia, l'applicabilità solo in contesti particolari come quelli della nuova edilizia, delle ristrutturazioni e dove si disponga di superfici di terreno sufficientemente ampie, sono tutti fattori che hanno portato a realizzare ancora poche installazioni in Italia. La geotermia è applicabile con successo nelle unità abitative ma è particolarmente adatta al terziario, dove spesso si costruiscono nuove strutture come uffici o centri commerciali. In casi come questi, dove le opere per i pozzi geotermici seguono parallelamente i lavori delle fondazioni, la sua applicazione diventa conveniente, a patto che ci si trovi su un terreno dalle buone caratteristiche per lo scambio di calore geotermico.

MINI IDROELETTRICO

E' la rinnovabile meno applicata perché sconta la necessità di opere importanti che la rendono poco adatta all'utilizzo domestico, anche se esistono dei generatori utilizzabili con poca spesa in corsi d'acqua come i ruscelli. La necessità di dover modificare il corso di fiumi e torrenti, anche con i sistemi a letto fluente, sottopone spesso il mini idroelettrico, a un iter autorizzativo non indifferente. Si tratta di una fonte rinnovabile che può essere utilizzata con profitto da aziende che hanno la disponibilità di un corso d'acqua o di una pubblica amministrazione che dispone magari di un impianto dismesso negli anni sessanta a seguito della nazionalizzazione dell'energia elettrica. Gli attuali sistemi di telecontrollo consentono di realizzare impianti non presidiati da operatori, cosa che in molti casi ne minerebbe alla base la redditività. A fronte di investimenti importanti i sistemi mini idroelettrici sono caratterizzati da una lunga durata che può arrivare a svariati decenni.

MINI EOLICO

Il mini eolico è caratterizzato da una buona facilità e rapidità di installazione e da un'altrettanta seria redditività a patto di trovarsi in una zona con adeguata ventosità. Per questa ragione è necessario, per non fare un investimento a vuoto o deficitario, fare un'analisi effettiva sul campo accurata e di lunga durata per avere un quadro circa la ventosità del luogo esatto nel quale si intende installare l'aerogeneratore. Le mappe del vento disponibili, infatti, non sono sufficienti, poiché con i generatori eolici di piccola taglia, le cui torri sono anche di pochi metri, è possibile entrino in gioco fattori come la presenza di alberi e costruzioni nel modificare la ventosità della zona. Oggi le tecnologie e i materiali disponibili per il mini eolico stanno aumentando e sono presenti sul mercato dei generatori ad asse verticale in grado di lavorare sia con venti deboli che forti.

venerdì 25 febbraio 2011

Conviene installare un impianto di cogenerazione?

Cogenerazione è un termine che inerisce la produzione contemporanea di energia elettrica e di calore, allo scopo di massimizzare l'efficienza dell'impianto. In altre parole, il combustibile, invece di limitarsi a bruciare all'interno di una caldaia per produrre calore, viene usato anche per produrre energia elettrica o viceversa, a seconda del tipo di impianto.

Gli impianti di cogenerazione esistono da molti anni, ma è solo negli ultimi tempi che si stanno diffondendo in modo più capillare, grazie all'avanzamento tecnologico che ha permesso di ridurre i costi di questi sistemi. Gli impianti di cogenerazione si possono dividere in 4 categorie, a seconda dell'energia prodotta:


  1. Micro cogenerazione, con produzione inferiore a 50 kW;
  2. Piccola cogenerazione, con produzione inferiore a 1 MW;
  3. Media cogenerazione, con produzione compresa tra 1 MW e 10 MW;
  4. Grande cogenerazione, con produzione superiore ai 10 MW.
La differenza ovviamente risiede nelle dimensioni dell'impianto e nella potenza elettrica, ma riguarda anche la priorità data alla produzione; prendendo in esame le tipologie più piccole e più diffuse, in un impianto di micro cogenerazione la priorità è diretta principalmente verso la produzione di calore e ha come sottoprodotto l'energia elettrica, mentre in un impianto di piccola cogenerazione succede più spesso il contrario, ovvero è il calore ad essere un prodotto secondario della produzione di energia elettrica.

Ma quanto conviene installare un impianto di cogenerazione?

In questo momento, nel ciclo produttivo per la produzione di energia elettrica la parte di calore non convertita in energia elettrica è maggiore della parte convertita: l'energia termica non usata è quindi spesso superiore all'energia elettrica utile. Il rendimento medio nelle centrali italiane è, di fatto, poco superiore al 40% a cui bisogna togliere le perdite dovute alla rete di distribuzione. Per produrre 1 KWh di energia elettrica, quindi, bisogna bruciare 2,3 KWh di energia primaria prodotta dal combustibile. La produzione combinata di energia elettrica e termica attraverso un sistema di cogenerazione consente rendimenti che si avvicinano al 90%, riducendo le perdite dovute alla trasmissione e distribuzione. Bruciando 1 metro cubo di gas naturale in un impianto di cogenerazione è possibile produrre circa 5 KWh di calore e circa 4 KWh di energia elettrica. Questa efficienza fa si che i tempi di recupero dell'investimento non siano superiori a 5 anni, supponendo un utilizzo dell'impianto per almeno 6 mesi l'anno.

A seconda della produzione elettrica che si vuole raggiungere ci sono varie tecnologie utilizzabili restando sotto al megawatt di potenza, ovvero per gli impianti di micro e piccola cogenerazione, probabilmente i più interessanti dal punto di vista produttivo: dal fotovoltaico al mini eolico, per arrivare alle micro turbine a gas. Il più diffuso, però, è il motore a combustione interna, in grado di coprire un'ampia gamma di fabbisogni. Questo sistema, detto anche motore endotermico, è uno dei più diffusi, anche grazie alla sua affidabilità. E' composto da un motore a 4 tempi alimentato a metano, gpl, biogas o altro, ed è ottimizzato per funzionare al meglio a determinate temperature, accoppiato ad un alternatore trifase e controllato da un sistema elettronico di regolazione, indispensabile anche per gestire tensione e frequenza della corrente ed evitare così disturbi sulla rete. L'impianto funziona in parallelo alla normale rete elettrica e può lavorare in modo asincrono o sincrono: in quest'ultima modalità il sistema è in grado di lavorare in condizioni d'emergenza, ossia di fornire energia elettrica in caso di mancanza di corrente dalla rete. I vantaggi di un motore di questo tipo sono l'elevata affidabilità, i buoni rendimenti, i ridotti costi e l'elevata flessibilità. Per contro, tra gli svantaggi segnaliamo, i costi di manutenzione, la rumorosità e le vibrazioni.

Dal punto di vista del rendimento, un motore endotermico è in grado di produrre circa il 35% - 40% di energia elettrica e il 50% di energia termica, con solo il 10% - 15% di perdite. A titolo di paragone, altri sistemi (come le turbine a gas o le turbine a vapore) sono altrettanto efficienti ma con una percentuale di produzione elettrica minore, a vantaggio della produzione di calore causata dal vapore. Il sistema a combustione magra utilizzato dal motore, unito ad un'efficace catalizzazione, contribuisce alla bassa emissione di gas inquinanti, previste per altro dalle recenti normative europee, sempre più restrittive in questo senso. Per fare un esempio, un impianto di cogenerazione a metano permette un risparmio di anidride carbonica pari a circa 500 g/KWh rispetto alla produzione separata di energia elettrica (centrale termoelettrica) e riscaldamento (caldaia tradizionale). 

Un sistema a cogenerazione basato su motore endotermico può essere posizionato internamente, nello stesso locale caldaie, oppure anche esternamente, in un apposito container insonorizzato. La scelta dipende dagli spazi che si hanno a disposizione ma anche di scelte relative all'impatto visivo e acustico oltre che di sicurezza e di facilità di manutenzione. Date le dimensioni e caratteristiche del sistema, un impianto di questo tipo può essere utilizzato all'interno di condomini, ospedali, alberghi, comunità, oltre che nella piccola e media industria, laddove vi sia una forte richiesta non solo di elettricità ma anche di acqua per uso industriale. Nonostante sia possibile alimentare un motore di questo tipo con vari carburanti, è innegabile che il metano è la scelta più probabile, vista la disponibilità stabile di combustibile e la diffusione capillare della rete distributiva.

Scendendo più in dettaglio, un impianto di cogenerazione è costituito da 4 elementi collegati tra loro: il motore primario, il generatore elettrico, il sistema di recupero termico e le interconnessioni elettriche. Nel caso venga usato un motore a combustione interna, questo è usato per convertire l'energia del combustibile in energia meccanica; il generatore collegato la converte in energia elettrica mentre il terzo componente, il sistema di recupero termico, raccoglie l'energia termica dispersa e la converte in calore utilizzabile. Per finire, il quadro di connessione elettrico, collegato sia alla rete interna che alla rete nazionale, provvede alla distribuzione.

Da questa breve descrizione si può capire come la produzione di calore generata dal sistema di recupero sia in pratica gratuita, visto che corrisponde ad uno scarto derivato dalla produzione di energia elettrica e termica. Da non sottovalutare è poi la possibilità che ha il gruppo di cogenerazione di essere utilizzato anche come sistema di emergenza, come potrebbe fare un gruppo elettrogeno. In effetti, un impianto di questo tipo permette di differenziare la produzione termica e l'approvvigionamento elettrico: anche per questo la cogenerazione beneficia dei titoli di efficienza energetica (o certificati bianchi) che attestano il conseguimento di un risparmio energetico di energia primaria.

mercoledì 23 febbraio 2011

Pensilina fotovoltaica Snail

La pensilina fotovoltaica Snail è un'innovativa soluzione di copertura che permette la produzione di energia da fonte solare. E' studiata per rispondere ad ogni esigenza e, grazie ad una concezione progettuale dinamica e modulare, può essere sviluppata e personalizzata secondo le necessità. Occupa una superficie dalle dimensioni relativamente contenute (minimo 14,5 mq), è realizzata con pannelli fotovoltaici  Suncase MX 60 altamente efficienti e con una potenza complessiva di 1,840 kWp produce energia elettrica che può essere destinata all'autoconsumo, alla vendita alla rete e utilizzata per alimentare qualsiasi tipo di veicolo elettrico. Ideale nel servizio di bike sharing, Snail è utilizzabile in ogni contesto dove sia richiesta una soluzione di ombreggiamento e protezione dagli agenti atmosferici. La solida struttura dal design accattivante e funzionale offre un'ampia superficie da personalizzare con pannelli, stuoie o utilizzare per il sostegno di piante rampicanti. Possiamo utilizzarla come zona per il rimessaggio di cicli e motocicli, oppure come pensilina per creare zone d'ombra sul bordo della piscina. La struttura portante è realizzata con tubolare trattato mediante sabbiatura ad alta pressione e fondo base zincante; la verniciatura a polvere con asciugatura a forno assicura l'assoluta resistenza agli agenti atmosferici e all'esposizione al Sole e alle basse temperature. Le pensiline possono essere accoppiate e assemblate per formare gruppi di diversa lunghezza. L'altezza, che nel punto più basso è di 2 metri e nel punto più alto di 2,7 metri, permette anche il comodo rimessaggio di automobili. Ogni pensilina, che misura 4,13 x 3,37 metri, sostiene otto moduli Suncase MX 60 da 230Wp per una potenza complessiva di 1,840 kWp su una superficie occupata di 14,40 mq. Il modulo fotovoltaico Suncase MX 60 è composto da 60 celle fotovoltaiche in silicio multi cristallino, quadrate con lati di 156 mm, ad alta efficienza e connesse elettricamente in serie. Il vetro frontale a basso contenuto di ossido di ferro ha uno spessore di 4 mm; la sua superficie riduce la dispersione luminosa e ottimizza la trasmissione sulle celle fotovoltaiche. La scatola di giunzione, completa di 3 diodi di by pass, cavi e connettori polarizzati, ha un grado di protezione Ip 65, a garanzia della migliore difesa dai fenomeni di hot-spot. Il modulo è fornito con cornice in alluminio anodizzato, resistente alle torsioni e ai carichi statici. Misura 1665 mm di lunghezza e 1005 mm di larghezza. Il Suncase MX 60 è disponibile con potenze da 210 Wp a 240 Wp, anche nella versione nero e può essere fornito anche senza cornice (frameless). L'utilizzo del Suncase MX 60 in installazione su edifici residenziali o industriali, come parziale integrazione o in totale sostituzione di coperture su tetti, così come su pensiline o su aree di terreno, offre la garanzia di un ottimo rendimento dell'impianto nel tempo. Il modulo può essere fornito con un sistema integrato per il monitoraggio da remoto a sostegno delle operazioni di controllo e gestione dell'impianto offerte nei servizi O&M di MX Group.

martedì 22 febbraio 2011

Nuovi moduli fotovoltaici Conergy Power Plus

Il modulo è il cuore dell'impianto fotovoltaico, il luogo dove l'elettricità viene prodotta. Quello che si spreca qui non può essere compensato nemmeno con la progettazione più ingegnosa. Per questo, nella produzione dei suoi moduli, Conergy ha deciso di non fare alcun compromesso sulla qualità e di puntare al continuo miglioramento delle prestazioni. I moduli Conergy di Frankfurt Oder in Germania, uno dei più moderni stabilimenti solari del mondo, dove la catena integrata di produzione wafer-cella-modulo, l'alto livello di automazione dei processi ed i continui ed accurati controlli garantiscono l'elevata qualità del prodotto finito. Questi moduli sono stati dotati di speciali accorgimenti tecnici e di design che ne incrementano le prestazioni, funzionalità ed aspetto estetico.

I moduli in commercio presentano una tolleranza di potenza che varia per lo più tra -3% e +3%. Ciò indica che la potenza effettiva di un modulo da 200 W può essere anche di 6 watt inferiore rispetto alla potenza nominale. Questo si traduce in una considerevole perdita economica nell'arco dei 20 anni di incentivazione dell'impianto fotovoltaico: considerando la tariffa di 0,48 euro per kWh, per un impianto da 6 kW, ad esempio, il mancato guadagno equivarrebbe ad oltre 2000 euro.

I moduli Conergy Power Plus hanno tolleranza di potenza esclusivamente positiva e questo garantisce che il cliente ottenga dall'impianto fotovoltaico non solo le prestazioni e i ricavi attesi, ma addirittura risultati migliori di quelli stimati in fase di progetto. Tolleranza positiva significa maggiori rendimenti energetici ed economici ed una maggiore sicurezza dell'investimento. Ma non solo: poiché il prezzo di vendita dei moduli è basato sui Wp nominali, la tolleranza positiva permette di pagare per una data potenza ed avere, in media, una potenza effettiva maggiore.

Le normative sul fotovoltaico richiedono che le prestazioni dei moduli siano misurate in condizioni standard di laboratorio, che prevedono un irraggiamento di 1000 W/mq ed una temperatura della cella di 25° C. Queste condizioni corrispondono ad una situazione di Sole splendente ed assenza di nuvole, che raramente si verifica in condizioni reali di funzionamento dell'impianto fotovoltaico. Nei giorni nuvolosi o nebbiosi, così come nel primo mattino o alla sera, l'irraggiamento medio che raggiunge il modulo fotovoltaico ha valori inferiori a 1000 W/mq e, anche in una località soleggiata, si stima che il modulo lavori, per l'80% del tempo, con irraggiamenti compresi tra 200 e 900 W/mq. E' dunque evidente come sia più vantaggioso utilizzare moduli con alti valori di efficienza proprio in questo intervallo di irraggiamento.

Nonostante sia opinione comune che  l'efficienza di un modulo fotovoltaico in silicio cristallino si riduca al diminuire dell'irraggiamento, i moduli Conergy Power Plus, nell'intervallo tra i 1000 e i 500 W/mq, presentano una curva di efficienza crescente al diminuire dell'irraggiamento. tra i 250 e i 999 W/mq, inoltre, l'efficienza risulta sempre maggiore rispetto a quella standard misurata a 1000 W/mq. In condizioni di basso irraggiamento  (200 W/mq) infine, i Conergy Power Plus presentano una riduzione dell'efficienza relativa pari al 2%, fino a tre volte in meno rispetto ad altri moduli presenti sul mercato, che si attestano su valori tra il 4 e il 6%.

sabato 19 febbraio 2011

La forza di un sistema eolico

La forza di un sistema eolico è anche il suo limite. Per funzionare ha bisogno di vento e il nostro è conosciuto come il Paese del Sole, non del vento. La percezione che abbiamo di questa energia è per lo più condizionata dalle nostre abitudini. Nella Pianura Padana, ad esempio, saremmo portati a definire una giornata ventosa quella che in riva al mare sarebbe una giornata del tutto normale. Chi abita su un isola è abituato alle correnti d'aria tanto da non farci più caso, mentre chi è abituato alla calma piatta può trovare fastidioso e insopportabile quella che normalmente potrebbe essere definita brezza. Al di là delle nostre percezioni, dunque, è importante determinare in modo oggettivo la quantità e la velocità del vento presente in una determinata zona. Per questo possiamo affidarci all'atlante eolico dell'Italia per avere un'idea sulla ventosità della nostra zona e la produttività media. La velocità viene spesso indicata in metri al secondo e talvolta in km/h. E' importante sapere che un generatore eolico offre la sua massima efficienza alla velocità nominale dichiarata: per fare un esempio, se un generatore produce 1 kW a 12 m/sec (circa 50 km/h), probabilmante inizierà a muoversi già a 4 m/sec ma in queste condizioni la sua produzione è insignificante. Cresce, invece, in modo quasi esponenziale con l'aumentare della velocità fino a raggiungere le condizioni ottimali di produzione al raggiungimento dei dati di targa. Se la velocità del vento è superiore, il generatore non produce di più, ma anzi diminuisce. La superiore velocità ingenera un maggiore logorio delle parti meccaniche e un surriscaldamento della parte elettronica. Per questo motivo i generatori inglobano uno o più sistemi, elettrici o meccanici o entrambi, atti a limitare la velocità del rotore; rappresenta anche una sicurezza per evitare che venti particolarmente forti producano sollecitazioni dannose all'intera struttura. Per questo è fondamentale conoscere la natura del vento della nostra zona, la sua forza media e, di conseguenza, scegliere un generatore che risponda il più possibile alla forza di cui disponiamo. Oltre che consultare l'atlante eolico dell'Italia, è bene eseguire dei test volti a stabilire l'esatta posizione in cui installare il generatore, la sua altezza rispetto al suolo e quindi determinarne le caratteristiche.
Atlante Eolico Italia

venerdì 18 febbraio 2011

Quanti sistemi eolici esistono?

Si suole dividere i generatori eolici in quattro classi, secondo la potenza sviluppata. Parliamo di microeolico per i generatori che sviluppano una potenza nominale compresa tra 400 Watt e 1kW, un'energia sufficiente a soddisfare il fabbisogno di una piccola utenza, magari in associazione ad altri sistemi. Si parla di minieolico per i generatori da 1 a 200 kW, adatti a soddisfare le esigenze domestiche o di una piccola azienda. Sono normalmente divisi in tre taglie: la S, da 1 a 6 kW, la M da 6 a 60 kW e la L, da 60 a 200 kW. Il grande eolico è quello che vediamo in alcune aree della nostra penisola e con cui si realizzano i parchi eolici, le cosiddette wind farm. I pali che li sostengono sono alti fino a 90 metri e ogni generatore sviluppa una potenza fino a 3.000 kW. Infine ci sono i sistemi off-shore, quelli destinati all'installazione in mare con torri di altezza fino a 70 metri e potenze che vanno oggi da 2,5MW a 4 MW (ma sono allo studio generatori più potenti che dovrebbero raggiungere i 5 MW). Parlando di mini e micro eolico è utile fare un ulteriore divisione tra quelli che utilizzano un rotore orizzontale e quelli a rotore verticale. Mentre i primi sono la riproduzione in piccolo di quelli più grandi e sembrano dunque dei grandi ventilatori, i secondi, a rotore verticale, non hanno le eliche ma hanno una forma e dimensioni del tutto diverse, atte comunque a sfruttare la forza del vento ma con un impatto visivo molto contenuto e un limitato rumoredurante il funzionamento. Su questa tipologia ci sono forse le proposte più interessanti per la piccola utenza e, a giudicare dalla varietà delle proposte, si prevede vi sia in questo comparto un notevole sviluppo nei prossimi anni.

giovedì 17 febbraio 2011

L'energia eolica in Italia copre il 20% del fabbisogno energetico totale

Tra le fonti energetiche rinnovabili l'eolico è tra quelle che hanno riscontrato un maggiore incremento negli ultimi anni. I dati forniti dall'IEA (Agenzia Internazionale dell'Energia) delineano un trend sempre maggiormente crescente, tanto da far prevedere, con buona approssimazione, che essa potrà soddisfare il 20% della domanda di elettricità mondiale nel 2020 e il 50% dell'energia primaria nel 2050. E' certamente tra le energie rinnovabili quella più diffusa al mondo e ha fatto registrare un incremento di oltre il 30% tra il 2007 e il 2008. In Italia, benché se ne parli poco, l'eolico copre già il 20% dell'energia alternativa prodotta e si prevede che avrà una crescente diffusione nei prossimi anni, grazie anche a impianti off-shore più performanti e quelli di formato più piccolo, mini e micro eolico, adatti a soddisfare le utenze medie e piccole. E' un settore importante per cui si prevede, parallelamente alla sua diffusione, un incremento costante degli occupati, tra installatori e manutentori, che sfiorerà nel 2020 i 70.000 addetti.

Mentre si fa un gran parlare di altre fonti rinnovabili, l'eolico è talvolta sottaciuto o preso in scarsa considerazione, eppure il vento è stata una delle prime forze sfruttate dall'uomo per produrre lavoro. Un sistema eolico offre alcuni vantaggi rispetto ad altri sistemi: innanzitutto in presenza di vento funziona sempre, di giorno e di notte, col bello e cattivo tempo, in inverno come d'estate. Se, parlando di pannelli fotovoltaici, si parla generalmente di 1000/1200 ore di attività all'anno, nell'eolico si prendono in considerazione 1300/1800 ore l'anno, circa il 50% in più. Inoltre, mentre i sistemi fotovoltaici richiedono l'utilizzo di ampie superfici, l'eolico, sviluppandosi in altezza, non richiede molto spazio e risulta più valido nelle aree a maggior costo o dove si intenda sfruttare l'area a scopo agricolo, civile o industriale. Se a questo aggiungiamo un costo più competitivo a kW, ce n'è abbastanza per guardare con il dovuto interesse a questa nuova tecnologia che sfrutta principi già collaudati da migliaia di anni.

martedì 15 febbraio 2011

Quanto dura la garanzia dei pannelli fotovoltaici?

La casa produttrice è obbligata a coprire i moduli con una garanzia che dura 24 mesi, più una garanzia di 20 anni sul fatto che la produzione elettrica non cali oltre l'80%, mentre l'inverter, il dispositivo che trasforma la corrente continua prodotta dai pannelli in corrente alternata, ha una garanzia di 5 anni. Va comunque ricordato che l'impianto può essere coperto dall'assicurazione per quelli che vengono definiti danni diretti, cioè incendio, scoppio, esplosione, fulmini, fenomeni elettrici, grandine, neve e altri fenomeni atmosferici, oltre al furto e al vandalismo. Vale sempre la pena di valutare la copertura, pur con un supplemento di premio, per i cosiddetti danni indiretti, che sono quelli causati dal mancato guadagno a seguito di mancata produzione di energia data da una delle cause che provocano un danno diretto. Altri danni che possono essere coperti in via facoltativa sono poi quelli classici da responsabilità civile. In caso di guasti all'impianto occorre rivolgersi sempre all'installatore.

lunedì 14 febbraio 2011

Cosa sono i certificati verdi?

Introdotti con il Decreto Bersani allo scopo di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, i certificati verdi sono dei titoli negoziabili, cedibili, che possono essere accumulati e venduti nel momento che si ritiene più opportuno. Ogni certificato verde corrisponde a una certa quantità di emissioni di anidride carbonica; se un impianto produce energia emettendo meno anidride carbonica di quanto avrebbe fatto un impianto alimentato con fonti fossili, il gestore ottiene dei certificati verdi che può rivendere, tramite la borsa gestita dal GSE, ad altre attività che da sole non riescono ad ottemperare alla legge che gli impone di produrre una quota di energia (2% annuo) mediante fonti rinnovabili. Il GSE ogni anno stabilisce il prezzo dei certificati verdi, che per il 2010 è stato pari a 112,82 euro/MWh al netto dell'IVA.

La corretta esposizione dei pannelli solari ne aumenta l'efficienza

La corretta esposizione all'irraggiamento solare è, in effetti, uno dei fattori che maggiormente incidono sulle prestazioni dell'impianto. In Italia l'esposizione più indicata è a Sud, con un'inclinazione del pannello di 25° o 35°. Tuttavia oggi si possono trovare in commercio dei moduli a film sottile che, grazie alla tecnologia e ai materiali utilizzati, riescono a lavorare in maniera efficiente anche in condizioni di scarsa illuminazione, e che quindi sono ugualmente redditizi anche con inclinazioni ed esposizioni diverse da quelle ottimali.

venerdì 11 febbraio 2011

La certificazione energetica è necessaria per vendere la propria casa

La certificazione energetica è quel documento che assegna all'edificio, o alla singola unità immobiliare, la classe energetica, ossia che esprime il fabbisogno energetico di una determinata abitazione. Le classi energetiche vanno da A a G: gli edifici in classe A sono quelli con il fabbisogno inferiore di energia (minore o uguale a 30 kWh/mq all'anno), mentre agli edifici ricadenti in classe G occorre una quantità di energia superiore a 160 kWh/mq all'anno. La certificazione viene effettuata da un tecnico specializzato, il certificatore energetico, che prende atto delle prestazioni energetiche, ovvero dei consumi, e li mette nero su bianco. Sulla certificazione energetica sono anche indicati tutti quegli interventi raccomandati per migliorare le prestazioni energetiche dell'unità immobiliare oggetto della valutazione. La certificazione energetica è necessaria qualora si voglia vendere la propria abitazione: dal primo luglio 2009, infatti, la certificazione energetica è indispensabile per tutti gli atti di compravendita e deve essere presentata al momento del rogito. Inoltre serve per accedere alle detrazioni del 55% sul reddito IRPEF.

giovedì 10 febbraio 2011

Cos'è un impianto idroelettrico mini?

Un impianto mini hydro è un piccolo impianto idroelettrico di potenza inferiore a 1 MW in grado di produrre energia elettrica sfruttando i piccoli corsi d'acqua, come i ruscelli. Perfetti dunque per le piccole comunità montane o extra urbane.  In alcuni casi possono essere utilizzati anche i canali irrigui, i canali di bonifica e le tubazioni degli acquedotti. La piccola taglia permette di utilizzare corsi d'acqua di modeste dimensioni; i costi di realizzazione e manutenzione degli impianti sono contenuti. Un impianto mini hydro è composto da una o più opere di presa e accumulo, da uno o più canali e condotte forzate per l'adduzione, da una turbina per convertire l'energia cinetica in energia meccanica, da un generatore per trasformare l'energia meccanica in energia elettrica e, infine, da un trasformatore per innalzare la tensione in uscita dal generatore al livello della linea elettrica.

lunedì 7 febbraio 2011

Impianto mini eolico

Si tratta di aerogeneratori di piccola taglia che si interfacciano con la rete elettrica o che alimentano utenze isolate. Particolarmente adatti a questi impianti le utenze residenziali in abitazione singola, purché site in aree con adeguata ventosità. Anche le aziende agricole e agrituristiche, nonché alcune tipologie di piccole e medie imprese, possono trarre vantaggio da queste applicazioni. In base all'orientamento dell'asse di rotazione delle pale rotoriche, gli aerogeneratori possono essere ad asse orizzontale (le più diffuse e le più simili agli impianti di grande taglia) o ad asse verticale. Le turbine ad asse orizzontale possono essere bipala, tripala (le più comuni) e multipala. Con l'aumentare del numero delle pale aumenta il rendimento dell'impianto, ma aumenta anche il prezzo. Le turbine ad asse verticale sono più care rispetto alle altre, ma funzionano indipendentemente dalla direzione del vento e presentano una migliore resistenza anche a venti elevati e molto turbolenti. Gli impianti eolici di potenza nominale media annua compresa tra 1 e 200 kW che siano entrati in esercizio dopo il 31 dicembre 2007 possono usufruire di una tariffa fissa onnicomprensiva di 0,30 €/kW per 15 anni.

domenica 6 febbraio 2011

Impianto di climatizzazione geotermica

Gli impianti geotermici sfruttano il calore proveniente dal sottosuolo; si tenga infatti conto che la temperatura del terreno è pressoché sempre costante e che in Italia è compresa in un intervallo tra 12 e 18 gradi. In questo modo possono essere climatizzati gli edifici. Un impianto geotermico può dunque tranquillamente sostituire i tradizionali climatizzatori: producono infatti aria fredda, aria calda e acqua calda sanitaria, indipendentemente dalle temperature esterne e per 365 giorni all'anno. Se per tutti gli edifici di nuova costruzione l'impianto geotermico può essere progettato e realizzato senza alcun problema, diverso è il discorso per gli edifici esistenti. Bisogna infatti considerare che per la realizzazione di questi impianti occorre avere a disposizione un certo spazio all'esterno dell'edificio che permetta lo svolgimento degli scavi e trivellazione per la posa in opera delle sonde. In caso di edificio in fase di ristrutturazione, si tenga però conto che si può usufruire delle detrazioni fiscali del 55%.

Un impianto di climatizzazione geotermica è composto da alcune sonde che attraversano il terreno, il cui compito è quello di captare il calore. Le sonde possono essere poste in direzione verticale (raggiungendo e superando in alcuni casi i 100 metri di profondità) o in direzione orizzontale (posti a 1 o 2 metri di profondità). Un altro elemento fondamentale dell'impianto è la pompa di calore elettrica, installata all'interno dell'edificio. La pompa permette di trasferire il calore dal terreno all'ambiente interno in fase di riscaldamento; nella fase di raffrescamento questo ciclo viene invertito. Si ricorda che la pompa di calore utilizza elettricità.

sabato 5 febbraio 2011

Come funziona un impianto solare termico?

Un impianto solare termico serve per produrre acqua calda per uso sanitario e riscaldamento attraverso i pannelli solari termici (collettori) che sono dispositivi in grado di convertire la radiazione solare in energia termica. L'energia, può essere immagazzinata e dunque può essere utilizzata in un secondo momento. Questi impianti, che spesso vengono confusi con i  pannelli solari fotovoltaici, sono facilmente integrabili nella struttura architettonica di un edificio e hanno un basso costo di manutenzione.

Il funzionamento di questi impianti è piuttosto semplice: la circolazione dell'acqua dal serbatoio al rubinetto domestico è realizzata mediante circolazione naturale o forzata; in caso di circolazione forzata il pannello solare integra una pompa idraulica con alimentazione elettrica.

L'efficienza dei pannelli solari termici varia naturalmente in funzione dell'esposizione solare, della latitudine, della stagione e delle condizioni meteorologiche. Anche il numero di pannelli che si devono installare varia con il clima del luogo e con le esigenze dell'utenza. Si tenga comunque conto che un pannello di 1 mq produce in media 80/120 litri di acqua calda al giorno. E' chiaro che di notte i pannelli solari termici non producono acqua calda, così come quando piove. Ecco perché è indispensabile il serbatoio, la cui funzione è proprio quella di accumulare l'acqua per renderla disponibile al momento del bisogno. Normalmente i pannelli solari termici non sono l'unico dispositivo per il riscaldamento dell'acqua presente in un'abitazione. Sono, infatti, spesso affiancati da scaldabagni elettrici o caldaie a metano.

venerdì 4 febbraio 2011

Cosa è e come funziona un impianto fotovoltaico?

Un impianto solare fotovoltaico serve per produrre energia elettrica dal Sole, attraverso l'impiego di moduli fotovoltaici. L'energia che ne deriva può essere utilizzata istantaneamente per i consumi domestici (luce, elettrodomestici, eccetera) oppure può essere riversata nella rete elettrica del gestore locale (Enel, Acea, Aem, eccetera). Si calcola che l'investimento per un impianto fotovoltaico possa essere ripagato in 8/10 anni solo con il risparmio in bolletta; si deve poi tener conto che lo Stato incentiva la realizzazione di questo impianto, tramite il Conto Energia.

Il funzionamento è basato su un regime di interscambio con la rete elettrica pubblica: nei momenti di scarsa insolazione, per esempio di notte, l'energia viene prelevata dalla rete; di giorno, oppure nei mesi più soleggiati, l'eventuale eccedenza di produzione può essere immessa nella rete.

La corretta esposizione dell'impianto ha un peso notevole sulla buona riuscita dell'intervento: il sopralluogo del progettista si rende dunque necessario per verificare la possibilità di installare i pannelli esponendoli a Sud e con un'inclinazione di 23°/35°. Deve poi essere verificata l'assenza di ostacoli che potrebbero creare ombreggiamento e la disponibilità dello spazio necessario per installare i moduli. Si tenga, infatti, presente che occorre una superficie di circa 8/10 metri quadrati per ogni KW di potenza.

La producibilità di energia di un impianto fotovoltaico è influenzata da alcuni fattori: la radiazione solare e le condizioni ambientali del sito lungo tutto l'anno, le prestazioni tecniche dei moduli e dell'inverter, l'inclinazione dei moduli, l'esposizione e le eventuali ombre temporanee. La potenza di picco (kWp) di un impianto esprime la potenza teorica massima che esso può produrre in condizioni standard di insolazione e temperatura dei moduli (100 W/mq e 25°).

Un impianto fotovoltaico è composto da una serie di moduli fotovoltaici che, esposti al Sole, erogano corrente continua; la potenza si misura in kWp. L'impianto è dotato di un inverter che regola il funzionamento dei moduli fotovoltaici e converte la corrente prodotta in corrente alternata. Ovviamente, l'impianto è dotato anche di un contatore delle produzioni che registra l'energia prodotta al fine dell'incentivazione del Conto Energia.

giovedì 3 febbraio 2011

Tutti i documenti da inviare al GSE per richiedere gli incentivi del Conto Energia

Gli adempimenti burocratici per ottenere gli incentivi derivanti dal Conto Energia sono molteplici. Di seguito vi proponiamo un elenco dei documenti da inviare al GSE.


  1. Richiesta di concessione della tariffa incentivante. Deve essere stampata dal portale gse.it e deve riportare la data e la firma del soggetto responsabile dell'impianto;
  2. Scheda tecnica finale d'impianto. Deve essere stampata dal portale gse.it e deve riportare la data, la firma e il timbro di un tecnico iscritto all'albo professionale;
  3. Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Anche questa va stampata direttamente dal portale gse.it e deve essere sottoscritta dal soggetto responsabile dell'impianto. Bisogna allegare sempre una copia del proprio documento di identità;
  4. Documentazione finale del progetto. Deve essere firmata e timbrata da un tecnico iscritto a un albo professionale e deve essere completata da almeno 5 fotografie ed elaborati grafici del progetto. Può essere utile fornirla anche in formato PDF, magari su un supporto magnetico quale può essere, ad esempio, un CD;
  5. Elenco dei moduli fotovoltaici e dei convertitori. Deve essere indicato il modello, la marca e il numero di matricola dei prodotti. Deve essere caricato sul portale e fornito su CD;
  6. Certificato di collaudo. Le prove che devono essere riportate sono: continuità elettrica e connessioni tra i moduli, messa a terra di masse e scaricatori, isolamento dei circuiti elettrici delle masse, corretto funzionamento dell'impianto, verifiche prestazionali dell'impianto (ai sensi del Decreto Ministeriale 19/02/2007);
  7. Dichiarazione di proprietà dell'immobile su cui sarà installato l'impianto. Questo documento può essere sostituito dall'autorizzazione del proprietario;
  8. Copia del permesso di costruire o DIA. Qualora questa documentazione non sia necessaria, il soggetto responsabile dell'impianto deve dichiararlo;
  9. Comunicazione, da parte del gestore della rete locale, del codice identificativo del punto di connessione alla rete. Bisogna fornirne copia in originale.
  10. Verbale di attivazione del contatore di misura dell'energia prodotta e di connessione alla rete. Anche in questo caso bisogna fornirne copia in originale.

mercoledì 2 febbraio 2011

Come ricaricare rapidamente un'auto elettrica

Come ricaricare rapidamente un'auto elettrica? Questa è la domanda che ci si pone di fronte alla possibilità di acquistare dei veicoli elettrici che, se da un lato sono ecologici e quindi contribuiscono alla tutela dell'ambiente garantendo comunque un'adeguata mobilità agli utenti, d'altro canto pongono un problema un po' spinoso che è quello legato al tempo necessario per ricaricare la batteria.

A tal fine, il sistema A2A prevede una duplice possibilità, ovvero quella di effettuare una ricarica in modalità standard, su una presa da 220 V 10° o 16° che consente una ricarica in un tempo compreso tra 6 e 8 ore, e una modalità rapida con una presa da 400 V da 32° a 63° trifase in grado di fornire la sufficiente energia in un tempo compreso tra 20 e 30 minuti in funzione dell'amperaggio erogato. Quest'ultima modalità sarà disponibile non appena sarà concordato lo standard europeo di presa elettrica polivalente, si spera entro l'anno.

Per i clienti privati è prevista l'installazione di un'apposita "Charging Station" per effettuare la ricarica in piena sicurezza. Durante il progetto pilota la fornitura di energia sarà proposta ad una tariffa flat che consentirà di effettuare ricariche illimitate presso tutte le infrastrutture A2A sia pubbliche che private. Il costo del servizio, per una percorrenza annua di 15.000 Km, sarà pari a circa la metà del corrispondente consumo di gasolio.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?