lunedì 30 luglio 2012

In Lombardia nuove norme per l'autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili

La Regione Lombardia ha pubblicato la Delibera numero 9/3298 del 18 aprile 2012, recante il titolo "Linee guida regionali per l'autorizzazione degli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili mediante recepimento della normativa nazionale in materia", con cui ha abrogato la precedente DGR 10622/2009. Con la nuova norma si definisce il procedimento amministrativo per il rilascio dell'autorizzazione unica e per l'ottenimento degli ulteriori permessi per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili (comunicazione di inizio lavori e procedura abilitativa semplificata). In altri termini, riproponendo il triplice sistema autorizzativo della disciplina nazionale (D.M. 10 settembre 2010 e Decreto legislativo 28/2011), in Lombardia la costruzione di impianti da fonte energetica rinnovabile deve passare necessariamente attraverso uno dei seguenti strumenti: autorizzazione unica; comunicazione di inizio lavori; procedura abilitativa semplificata. L'opzione di scelta tra uno dei sopra elencati strumenti dovrà seguire le regole normative contenute nella delibera numero 9/3298. La Regione Lombardia è stata molto dettagliata sul punto, individuando tassativamente e con puntualità per quali casi ricorrere a ciascun singolo tipo di autorizzazione. Inoltre, la Regione Lombardia ha esteso le soglie di potenza per ricorrere agli strumenti autorizzativi della PAS e della Comunicazione di inizio lavori rispetto a quanto contenuto nella disciplina nazionale, dando così attuazione alla facoltà concessa dall'articolo 6 comma 9 e comma 11 del Decreto legislativo 28/2011. Di notevole interesse è il criterio introdotto per evitare la frammentazione artificiosa di impianti fotovoltaici, al fine di escludere gli impianti dalla sottoposizione alla procedura di screening necessario per verificare se un progetto vada sottoposto o meno a valutazione di impatto ambientale (che, come noto, ai sensi del Decreto legislativo 152/2006 e della Legge Regionale di recepimento lombarda, deve avvenire nel caso di impianti con potenza superiore ad 1 MW). Secondo la Delibera numero 9/3298 in caso di nuovo impianto, oggetto di autorizzazione unica e posto a distanza inferiore o uguale a 500 metri rispetto a uno già autorizzato o esistente, si applica la somma delle potenze di picco di tali impianti. Se il valore ottenuto è maggiore della soglia di 1 MW, la nuova installazione formerà, con la precedente, un unico impianto e sarà quindi assoggettato a Iva. La distanza è misurata non tenendo conto delle eventuali separazioni quali strade, ferrovie, canali, corsi d'acqua e confini amministrativi.

In Italia parte la distribuzione dei moduli fotovoltaici a film sottile

In un periodo in cui prevalgono le notizie di aziende che contraggono la produzione, chiudono le filiali e, in alcuni casi, cessano addirittura l'attività, spicca l'iniziativa in controtendenza di Solopower, una società californiana che ha brevettato una nuova soluzione a film sottile e peso ridotto per le coperture industriali. Rob Campbell, Global sales director dell'azienda, spiega che "l'Italia è il Paese ideale per l'installazione dei moduli fotovoltaici a film sottile realizzati con un procedimento esclusivo in grado di rendere a basso costo la produzione e conveniente l'impiego delle coperture prodotte dall'azienda anche in caso di assenza di incentivi". Solopower ha aperto un grande impianto produttivo a Portland, in Oregon, con una capacità di 400 MW l'anno e 450 addetti, e ha portato così a compimento lo sviluppo di un progetto avviato nel 2005. "I nostri moduli fotovoltaici a film sottile - continua Campbell - hanno un'elevata resistenza all'urto e al calpestio e adottano celle con tecnologia Cigs ad alta efficienza (fino al 12,4%). La collaborazione con installatori e tecnici europei e italiani, dove stiamo avviando adesso la distribuzione, ci consentirà anche di valutare ulteriormente le prestazioni del prodotto e di continuare nella ricerca e nell'innovazione, per migliorare ulteriormente le rese". Secondo Campbell i sistemi Solopower si adattano perfettamente alla realtà italiana, dove sono numerosissimi i capannoni e le strutture commerciali a tetto piatto di dimensioni medio piccole, sulle quali le coperture a film sottile danno i migliori risultati. La distribuzione in Italia dei prodotti Solopower è affidata a Originalberti, società con sede a Caprino Bergamasco. Originalberti Renewable Energies, questo il nome completo del distributore, è una realtà recente, attenta al mercato del fotovoltaico, che si occupa di fornitura di impianti fotovoltaici "chiavi in mano" da installare su grandi superfici. La partnership con Solopower, per ciò che attiene il settore dei moduli "thin-film" (questo il nome tecnico dei moduli prodotti dall'azienda californiana), è volta alla distribuzione di una soluzione tecnologica che vanta, quali capi saldi assoluti, il basso costo di produzione e di commercializzazione rispetto alla tradizionale tecnologia solare wafer-based e che possa fornire prestazioni alla pari con quelli della rete elettrica convenzionale. La gamma dei moduli fotovoltaici a film sottile Solopower è composta dai moduli SP1, SF1, SP3S, SP3L. L'efficienza dei moduli SP1 va dal 9,9% al 12,5% e vantano una potenza nominale che va dai 75 W ai 95W. La soluzione SF1, invece, ha un'efficienza che va dal 9,6% al 12,4% e la potenza nominale va da 70 W a 90 W. I moduli SP3S hanno un'efficienza che va dal 9,7% al 12,7% con potenza nominale variabile da 190 W a 250 W. Infine, il top della gamma, il modulo SP3L che può vantare un'efficienza che va dal 9,5% al 13% ed una potenza nominale che va da 220 W a 300 W. Tutti i moduli sono realizzati con rame, indio, gallio, selenio (CIGS), materiale semiconduttore elettrodepositato su di un substrato flessibile di acciaio inossidabile ed incapsulato in un laminato antiumidità di ultima generazione. Ovviamente le differenze di prestazione dei prodotti succitati dipende dalle dimensioni e dal numero di celle di cui si compone il sistema. I moduli SoloPower sono conformi alle norme UL 1703, IEC 61646 e IEC 61730.

venerdì 27 luglio 2012

Chi è e cosa fa un consulente energetico nel mondo delle energie rinnovabili?

Il consulente energetico è una figura professionale che si colloca nel mercato delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Promuove la vendita di impianti eco-tecnologici mettendo in contatto l'azienda venditrice con il cliente finale. Il consulente energetico deve conoscere esattamente le caratteristiche degli impianti e le opportunità offerte dagli incentivi statali. Deve saper analizzare attentamente le esigenze del cliente al fine di offrirgli la soluzione tecnologica che più si confà alle proprie esigenze. Il consulente energetico fa prevalentemente parte della struttura commerciale di aziende che vendono impianti fotovoltaici e solari termici chiavi in mano. E' vero che telegiornali, giornali, fanno un gran parlare di fotovoltaico, solare termico, biomasse; è vero che nei terreni agricoli, sui tetti delle aziende e sui tetti delle case c'è un grande proliferare di questa tipologia di impianti; è vero anche che gli operatori sanno, ormai progettare ed installare questi impianti, ma è anche vero che senza una figura professionale che li sappia vendere il processo non avrebbe inizio. Anche se le maggiori opportunità di lavoro per il consulente energetico si trovano nel fotovoltaico e nel solare termico, egli possiede tutte le conoscenze per collaborare con aziende che vendono anche altre tipologie di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti eolici, geotermici, eccetera).  Il consulente energetico ha anche il compito di sensibilizzare gli utenti verso il risparmio energetico: infatti, apportare delle modifiche al proprio impianto di riscaldamento, alla copertura della propria abitazione o diminuire le perdite e le dispersioni della struttura sostituendo serramenti, non serve a niente se durante tutta la giornata si sprecano risorse energetiche. Quella del consulente energetico è una professione abbastanza nuova, un'attività indipendente che non prevede limiti territoriali né di contatti e, ovviamente, in base alle proprie capacità, anche di guadagno. Per diventare consulente energetico ci si può rivolgere a scuole di formazione professionale che organizzano corsi specifici oppure, ci si può rivolgere anche ad aziende operanti nel campo delle energie rinnovabili che, a basso costo, o addirittura gratis, preparano adeguatamente i propri agenti di vendita a diventare consulenti energetici.

Iscrizione obbligatoria al registro GSE per gli impianti fotovoltaici con 12 kWp

Solo gli impianti fotovoltaici al di sotto dei 12 kWp di potenza installata possono accedere agli incentivi senza passare attraverso l'iscrizione al registro del GSE. Per tutti gli altri, invece, occorre l'iscrizione a un apposito registro che definirà una graduatoria di accesso agli incentivi. A tal proposito, sono stati delineati alcuni criteri che di fatto portano l'impianto ad avere una priorità nell'accesso ai fondi. Per gli impianti sul tetto, la prima discriminante è la certificazione dell'edificio. Al momento di iscrizione al registro, quindi, la vostra abitazione dovrà essere dotata obbligatoriamente di certificazione energetica in corso di validità. Non solo: la classe energetica di appartenenza sarà a sua volta un criterio di priorità. Altra priorità viene riconosciuta agli impianti installati per sostituire un tetto contenente amianto, così come godono di priorità tutti gli impianti da installarsi su siti contaminati o discariche esaurite. Tra i tanti altri criteri - aziende agricole con impianti sotto i 200 kW di potenza, impianti realizzati su serre, pergole, tettoie, pensiline o barriere acustiche, data di ottenimento delle autorizzazioni, minore potenza dell'impianto - ce n'è anche uno piuttosto bizzarro. Il soggetto responsabile ha infatti la facoltà di richiedere uno sconto del 5% sulla tariffa incentivante (dunque percepirà meno): in tal caso, avrà una priorità per l'iscrizione al registro.

giovedì 26 luglio 2012

Con il V Conto Energia arriva la tariffa omnicomprensiva. Vediamo cos'è

La tariffa omnicomprensiva, introdotta dal V Conto Energia è, forse, la novità più grande che questa nuova normativa ha introdotto. Una novità per il fotovoltaico, che di fatto anticipa quello che sarebbe dovuto avvenire dall'inizio del 2013, e che adegua il settore al sistema incentivante messo a punto per altre fonti di energia rinnovabili, una per tutte, il biogas

Entrando nel dettaglio, la tariffa omnicomprensiva è composta da due quote: una quota omnicomprensiva - che include la componente di incentivazione e la componente di valorizzazione dell'energia prodotta e immessa in rete - e una quota autoconsumo - assegnata alla quota di energia prodotta e autoconsumata. In parole povere, e soprattutto facendo un confronto con quanto accaduto fino ad oggi, significa questo. Con il IV Conto Energia (e anche con le versioni precedenti) si facevano i conti con la tariffa incentivante e con il rimborso dello scambio sul posto (o del ritiro dedicato); con il V Conto Energia, invece, entra in scena una tariffa forfettaria che include entrambe queste componenti incentivanti: non si distingue più l'incentivo dalla vendita, ma si ha un'unica cifra. Quella omnicomprensiva appunto. La seconda quota, invece, quella di autoconsumo, è assegnata alla quota di energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico che viene autoconsumata. Ora, giustamente, vi starete chiedendo a quanto ammontano queste tariffe. Per il momento non è dato sapersi, poiché saranno rese note insieme ai decreti. Il nuovo sistema premierà chi consumerà istantaneamente l’energia che produce, il beneficio dell’autoconsumo infatti si sommerà al risparmio per il mancato acquisto dell’energia, di fatto se consideriamo un costo ipotetico del kWh di 0,2 €, chi avrà un impianto sino a 3kW durante l’autoconsumo avrà un vantaggio derivato dal risparmio in bolletta aggiunto alla tariffa autoconsumo, ovvero 0,200 + 0,155  (0,355 €).


mercoledì 25 luglio 2012

Quali sono le celle fotovoltaiche più performanti? E quale conviene installare?

Per capire qual'è la cella fotovoltaica più performante è necessario conoscere bene le caratteristiche chimiche del silicio, circostanza questa, che esula dai compiti specifici di questo blog. Tuttavia, senza entrare troppo nel dettaglio è bene fare una doverosa distinzione tra il silicio mono e policristallino e quello amorfo. Questa distinzione è necessaria affinché possa essere operata una scelta consapevole e coscienziosa al momento dell'acquisto dei pannelli solari. A parità di potenza, un impianto fotovoltaico costituito da celle in silicio amorfo produce di più del suo omologo realizzato con silicio cristallino, "mono" o "poli" che sia. L'unico handicap è che un impianto del genere ha bisogno di più spazio poiché la struttura ha un ingombro maggiore. Per installare 100 kW di amorfo, sarà necessario il doppio della superficie richiesta da altrettanti kW di cristallino. Una cellula di monocristallino è tendenzialmente più efficiente di una in policristallino, ma anche in questo caso tutto dipende dalle superfici dei moduli fotovoltaici. Se questi sono l'uno in mono e l'altro in policristallino, stesse dimensioni ed efficienza di modulo, una buona bussola per orientarsi nella scelta è rappresentata dal prezzo. Se le dimensioni sono sensibilmente diverse, ha più senso puntare sul monocristallino che, tuttavia, ha costi maggiori. Parlando di silicio cristallino, il parametro da considerare è il Normal Operating Cell Temperature (NOCT). Esso esprime la temperatura nominale della cellula in condizioni di esercizio, vale a dire 20° di temperatura ambiente, radiazione di 800 watt per metro quadrato e velocità del vento pari a 1 metro al secondo. E' riportato sulla scheda tecnica del modulo con una dicitura del tipo: "Noct 47" (ciò significa che nelle condizioni prima citate la cellula raggiungerà una temperatura di 47°). Di regola il parametro è abbinato al coefficiente di tensione-temperatura, espresso in percentuali: ad esempio -0,347%/°C. Maggiore è il suo valore, meno performante è il modulo. Quindi a maggiore temperatura ambiente, le prestazioni di un modulo calano. Per questo se ne devono cercare con coefficiente di tensione/temperatura e NOCT bassi. Il silicio amorfo ha un coefficiente di tensione-temperatura più basso rispetto al policristallino, il che lo rende indicatissimo in luoghi dove fa molto caldo, la radiazione è diffusa dalle nubi o entrambe le cose. Il cristallino, invece, è indicato per luoghi dalla luce solare diretta e senza ostacoli. Esemplificando: amorfo in Sicilia e Val Padana, cristallino altrove. E' bene ricordare che il silicio amorfo patisce gli ombreggiamenti meno degli altri tipi. Se un'ombra colpisce il 10% della superficie di un modulo, la produzione elettrica non crolla verticalmente come nel caso del cristallino.

martedì 24 luglio 2012

E' iniziata la marcia di avvicinamento alla grid parity

Cos'è la grid parity? Per ora la si sente nominare soprattutto in determinati ambienti, ma siamo certi che sia solo questione di tempo: la grid parity del fotovoltaico, ossia la situazione di mercato in cui il costo dell'energia prodotta da impianti fotovoltaici risulta uguale o minore del costo del Kilowattora prodotto da fonti tradizionali, è destinata a diventare un vero e proprio tormentone del settore. Anche perché, di fatto, significa che quando si arriverà a questa condizione di mercato, l'energia fotovoltaica diventerà realmente competitiva rispetto alle tradizionali fonti fossili. In parole povere, infatti, il concetto di grid parity sta ad indicare che il fotovoltaico può stare in piedi da solo, senza bisogno di incentivi statali. La domanda che sorge spontanea, naturalmente, non può che essere una: quando si arriverà a questa situazione? Una risposta precisa, purtroppo, non esiste, ma stando ai continui aumenti dell'energia tradizionale, e stando alla diminuzione dei costi di produzione di energia pulita, il tutto dovrebbe realizzarsi piuttosto presto. Con buona pace dei detrattori del sostegno alle rinnovabili e di chi, in questo settore, ci crede realmente.

Una soluzione alternativa al tetto fotovoltaico è la pensilina

I moduli fotovoltaici possono essere collocati su qualsiasi pertinenza di un immobile, ovvero, tetto, facciata, terrazzo, oppure sul terreno. Questa decisione deve essere presa in base alla disponibilità dello spazio necessario per installare i moduli e alla corretta esposizione ed inclinazione della loro superficie captante. In Italia, le condizioni ottimali sono l'esposizione a sud (accettabile anche sud-est, sud-ovest, con ridotta perdita di produzione); inclinazione dei moduli compresa fra 25° (latitudini più meridionali) e 35° (latitudini più settentrionali) e, questo ovviamente vale in ogni luogo, assenza di ostacoli in grado di creare ombreggiamento. L'impianto fotovoltaico di cui parliamo in questo post può essere definito "non convenzionale" e si pone alla stregua di un'ottima alternativa all'utilizzo del tetto. L'impianto è stato collocato su una pensilina esposta a sud, proprio per ottimizzare il rendimento, poiché il tetto, invece, è esposto a ovest (è un esempio). Per la realizzazione della pensilina sono stati utilizzati moduli non convenzionali, cioè moduli il cui impiego è possibile ed efficace solo per applicazioni di tipo architettonico. Il modulo fotovoltaico non convenzionale consiste in un prodotto edilizio, unico e inscindibile, commercialmente identificato e certificato ai sensi della normativa tecnica in vigore. A questa categoria appartengono appunto i moduli fotovoltaici trasparenti per coperture, opportunamente realizzati e installati per consentire il passaggio della luce all'interno dell'involucro edilizio, utilizzati per realizzare la pensilina. Installazioni di questo tipo vengono definite come integrate architettonicamente poiché il modulo fotovoltaico non convenzionale o la superficie fotovoltaica garantisce, oltre alla produzione di energia elettrica, le seguenti funzioni tipiche di un involucro edilizio, ovvero la tenuta dell'acqua e la conseguente impermeabilizzazione della struttura edilizia; la tenuta meccanica comparabile con quella dell'elelemnto edilizio sostituito; la resistenza termica tale da non compromettere le prestazioni dell'involucro edilizio stesso. Per intenderci, l'integrazione architettonica del fotovoltaico è tale se la rimozione dei moduli fotovoltaici compromette la funzionalità dell'involucro edilizio, rendendolo inidoneo.

lunedì 23 luglio 2012

Come si dimensiona un impianto fotovoltaico?

Dal punto di vista energetico, il principio progettuale normalmente utilizzato per un impianto fotovoltaico è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile, ma in casi particolari - per esempio impianti isolati - il criterio di progettazione potrebbe anche privilegiare la produzione in determinati periodi dell'anno. Il generatore fotovoltaico deve essere esposto alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l'orientamento a sud e avitando fenomeni di ombreggiamento. Il dimensionamento energetico di un impianto fotovoltaico connesso alla rete del distributore viene effettuato, considerando ovviamente delle risorse economiche, sulla base della disponibilità di spazi sui quali installare il generatore fotovoltaico; della disponibilità della fonte solare; dei ricavi nel caso di impianti di produzione, e/o di riduzione della spesa energetica desiderata, nel caso di impianti di autoproduzione. Sotto il profilo dell'inserimento architettonico, nel caso di applicazioni su coperture a falda, la scelta dell'orientamento e dell'inclinazione va effettuata tenendo conto che è generalmente opportuno mantenere il piano dei moduli parallelo o addirittura complanare a quello della falda in modo da non alterare la sagoma dell'edificio e non aumentare l'azione del vento sui moduli. La valutazione della produzione annua attesa di energia elettrica può essere eseguita a partire dai dati di insolazione del territorio italiano su superficie orizzontale riportati nella Norma UNI 10349: "Riscaldamento e Raffrescamento degli edifici. Dati climatici". Questi dati debbono essere corretti in relazione all'effettiva esposizione ed inclinazione del campo fotovoltaico e trasformati in producibilità annua sulla base del rendimento dell'impianto. Esistono specifici software che permettono di eseguire tale calcolo. Valori indicativi della produzione annua attesa sono compresi, per ogni kW di potenza installazione, fra 1.100 kWh nelle regioni settentrionali e 1.500 kWh in quelle meridionali.

Impianti fotovoltaici a isola

La soluzione ad energia rinnovabile che può ovviare alla mancanza di rete elettrica è il fotovoltaico ad isola, chiamato anche "stand alone" oppure "off grid". In questo tipo di sistemi, i pannelli fotovoltaici catturano l'energia solare nelle ore diurne che viene stabilizzata e gestita all'interno del sistema attraverso un regolatore di carica. Ma al posto di essere immessa in rete come accade per gli impianti "grid connected", l'energia viene utilizzata per caricare un pacco di batterie che permette il suo utilizzo in un secondo tempo, nei momenti di richiesta. E lo fa tramite un inverter che converte la corrente continua in corrente alternata, consentendo l'alimentazione dei dispositivi elettronici di destinazione. Per ottenere la massima efficienza, e quindi la produzione di energia più alta possibile, da un impianto off grid, è fortemente consigliato l'utilizzo di un sistema di inseguimento solare che permette ai moduli di essere per il maggior tempo possibile perpendicolari ai raggi del sole, usare un regolatore di carica con algoritmo MPPT, utilizzare fili della giusta sezione e minimizzare le distanze dei componenti a bassa tensione. Il fotovoltaico stand alone è indicato per utenze come baite, case di montagna o cascine ubicate in zone isolate, per l'illuminazione e la segnaletica stradale, per imbarcazioni, camper, barche e tutte quelle situazioni in cui c'è necessità di una stazione mobile di energia. Il costo di un impianto stand alone dipende dal bilancio energetico, dalla zona di installazione e dall'utilizzo. In media, per un kit base composto da un modulo fotovoltaico, una lampada ed un regolatore di batteria, si spendono dai 500 euro, fino ad arrivare a 40.000 euro per un sistema più complesso destinato ad un'abitazione completa. Per valutare qual'è l'impianto stand alone più adatto al proprio caso occorre effettuare una stima del consumo giornaliero di energia mediante la compilazione di una tabella con il numero, il tipo e il voltaggio dei carichi elettrici stimati. Per ogni dispositivo bisogna moltiplicare la potenza di ingresso (in Watt) per le ore di utilizzo, sommare i risultati ed aggiungere un piccolo spread. La media giornaliera di energia resa dal sistema fotovoltaico deve essere sufficiente a coprire il consumo giornaliero calcolato sia in estate che in inverno, tenendo conto delle diverse medie di irraggiamento nel sito di installazione. Ovviamente, il tutto deve tenere in considerazione il proprio budget e la reale convenienza in termini economici. Esempio: se il bilancio energetico indispensabile è di 100 kWh/giorno e ci si trova a 300 metri dal primo palo dell'Enel, è di certo più conveniente pensare ad una richiesta di allaccio con impianto grid connected piuttosto che ad un sistema fotovoltaico off grid. Dal punto di vista burocratico, un impianto fotovoltaico off grid, non essendo connesso in rete, non richiede grosse trafile da dover effettuare. Nel caso in cui si installano i pannelli sul tetto, modificando l'aspetto estetico della casa, o in particolari contesti di valore storico, come ad esempio siti protetti dalle Belle Arti, occorre richiedere i titoli abilitativi necessari, come ad esempio la Dia, l'Autorizzazione unica e il Benestare Parco. Se invece, come nel caso più comune, si colloca il pannello fotovoltaico in un luogo nascosto e non soggetto a protezione speciale, come ad esempio nel proprio giardino, non occorre richiedere alcun tipo di autorizzazione. Per quanto concerne la manutenzione dell'impianto, invece, è necessario provvedere alla pulizia dei moduli fotovoltaici una volta all'anno e controllare le batterie, aggiungendo, se occorre, acqua distillata se sono stati utilizzati elementi al piombo acido a vaso aperto. Infine, sul fronte delle batterie, c'è da dire che, in una giornata di forte nuvolosità queste non possono ricaricarsi completamente, però, se l'impianto è stato progettato in modo corretto, questo non dovrebbe creare problemi poiché per il calcolo della capacità della batteria si utilizza normalmente un fattore di 5 giorni in assenza di sole. In ogni caso, è consigliabile procurarsi un generatore elettrogeno di back-up per l'eventuale necessità di ricaricare le batterie.

sabato 14 luglio 2012

Il fotovoltaico senza le agevolazioni conviene?

Se ne parla da tempo, e tutto sommato ha anche un senso. Il settore delle energie rinnovabili, e in particolare quello del fotovoltaico, dopo qualche anno di rodaggio e di sostegno importante da parte dello Stato, dovrebbe essere in grado di camminare da solo. Il sistema incentivante, dunque, sembrerebbe essere sempre meno giustificato, soprattutto in tempi in cui i soldi per la spesa pubblica sono sempre più difficili da trovare: non dimentichiamoci che le energie rinnovabili per alcuni versi sono state il capro espiatorio dei costi folli delle bollette italiane e che gli occhi degli scettici sono ancora puntati su di loro. C'è, infatti, chi si chiede perché un settore dalle belle speranze come questo, debba ancora essere sovvenzionato, mentre altri settori decisamente più agonizzanti, debbano essere lasciati al loro destino. Certo si tratta di una visione superficiale ma è pur vero che la tendenza di dare un taglio agli incentivi, non è solo appannaggio dell'Italia. Anche Germania e Francia stanno facendo lo stesso e la Spagna, addirittura, ha già cassato del tutto gli incentivi da un pezzo. E allora proviamo ad immaginare un futuro senza Conto Energia e proviamo a capire se, una volta che lo Stato chiuderà i rubinetti, non avrà più senso investire in questa tipologia di impianti. In altre parole, ci stiamo chiedendo: il fotovoltaico senza tariffa incentivante conviene? D'altro canto, dobbiamo ammetterlo, il sistema legato agli incentivi non è del tutto rose e fiori: da sempre c'è l'esigenza di comprendere come funziona un meccanismo non privo di insidie.

Con il fotovoltaico si guadagna anche senza Conto Energia?

Non è una domanda bizzarra perché si tratta del futuro prossimo: gli impianti si installeranno per convinzione, per produrre energia pulita, per autoalimentarsi (e dunque risparmiare sulla bolletta), e non perché legati a una tariffa incentivante. Gli esperti del settore hanno già le idee chiare al riguardo. Il settore del fotovoltaico, secondo il loro parere, non deve e non può temere la fine degli incentivi, poiché è in grado di realizzare ugualmente impianti efficienti e remunerativi, anche in virtù della diminuzione costante dei costi dei materiali legati alla progettazione e all'implementazione degli impianti. Per spegare meglio perché il fotovoltaico può avere un futuro roseo anche in assenza di un sistema incentivante bisogna ricordare che è tutta una questione di prezzi che salgono e di prezzi che scendono. Non solo. E' anche una questione di confronto e scontro con il nemico, ossia con l'energia prodotta da fonti tradizionali, quelle fossili, per intenderci. Detto questo, diamo un'occhiata alla situazione attuale: i prezzi del fotovoltaico, è innegabile, sono sensibilmente diminuiti lungo tutta la filiera: costano meno gli impianti, costa meno la loro installazione e costa meno anche la loro manutenzione. Utilizzando un esempio concreto, la diminuzione di questi costi è facilmente tracciabile: oggi un impianto di 3 kW costa circa 10.000 euro; solo tre anni fa, lo stesso identico impianto, costava praticamente il doppio. A fare da contraltare a questa caduta libera dei prezzi, c'è invece il penoso aumento dell'energia: il prezzo dell'energia convenzionale, petrolio in testa, pesa sempre di più sulle tasche degli utenti. Basti pensare che l'Autorità per l'energia elettrica ha stimato, per il 2012, un rincaro del 5% sulle bollette elettriche dovuto a una serie di fattori, non ultimo il costo del barile alle stelle e non ultimi alcuni servizi che l'Autorità eroga ai cittadini.

Questa è la situazione attuale, ora tocca interrogarsi sul futuro. La prima domanda che ci si pone è legata al prezzo degli impianti fotovoltaici: scenderanno ancora? E di quanto? A quanto pare, considerando quelle che gli economisti chiamano economie di scala, i prezzi continueranno ad abbassarsi e anche gli impianti fotovoltaici seguiranno il destino che tocca alle nuove tecnologie in generale: i costi si abbassano costantemente, finché non diventano alla portata di tutti. Per convincervi, un esempio per tutti, i telefoni cellulari.

La seconda domanda, invece, riguarda le fonti tradizionali: quale destino per loro? Non roseo, verrebbe da dire, perché davvero non se la passano bene. L'energia convenzionale è dipendente dal carbon fossile ed è soggetta alle fluttuazioni del prezzo dei combustibili, ma al contempo è anche soggetta ai costi ambientali. Pertanto, sembrerebbe proprio che in questa guerra tra risorse rinnovabili e risorse non rinnovabili, la vittoria per le prime sia scontata.Ma è pur vero che ci sono delle variabili di mercato che non possono essere del tutto previste e che siamo comunque nel campo dell'ignoto, o per lo meno dell'incertezza e delle ipotesi. E a proposito di ipotesi, è bene precisare che i conti fin qui fatti dagli esperti del settore per capire se gli impianti fotovoltaici sarebbero ugualmente profittevoli anche in assenza di Conto Energia, sono tutti basati su di una premessa ben precisa: i livelli di prezzo degli impianti devono per forza di cose ancora diminuire a ritmi sostenuti, altrimenti l'energia fotovoltaica non potrebbe competere con le fonti convenzionali, soprattutto se il prezzo di queste ultime dovesse stabilizzarsi.

martedì 10 luglio 2012

Come installare un pavimento radiante

Con un pavimento radiante il risparmio energetico medio è superiore del 20% rispetto ad un impianto tradizionale con radiatori alla stessa temperatura, perché l'acqua circola a bassa temperatura e il calore viene rilasciato anche dopo lo spegnimento dell'impianto. Le fasi che conducono alla nascita di un impianto a bassa temperatura sono piuttosto schematiche. Il primo step prevede la stesura di un foglio antiumidità in plastica direttamente sul sottofondo cementizio e di un nastro perimetrale che proteggerà il pavimento dagli sbalzi di temperatura e dalle dilatazioni del massetto sovrastante i tubi. Le dispersioni termiche saranno, inoltre, limitate da un pannello isolante, anch'esso plastico, che resiste al calore e al vapore. La fase successiva riguarda la tubazione, che sarà collocata a chiocciola -  con i tubi di mandata paralleli a quelli di ritorno - o a serpentina, quando gli stessi sono posati a zig zag. Nei contesti residenziali prevale quasi sempre la prima soluzione. Per un lavoro a regola d'arte è possibile sistemare una rete elettrosaldata che fissi le tubazioni al massetto in sabbia e cemento. Quest'ultimo, spesso circa 4,5 centimetri, va posato subito dopo il primo collaudo dell'impianto, per evitare danni alle tubazioni. Una volta asciutto, l'impianto sarà messo in funzione alzando gradualmente la temperatura per virificare la corretta realizzazione del massetto secondo la prassi del test di prima dilatazione. Infine, l'installatore procederà alla posa del pavimento vero e proprio.

venerdì 6 luglio 2012

Quali sono le dimensioni ideali di un impianto solare termico?

Per dimensionare un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria, non si deve tener conto della superficie della casa, ma del numero dei membri della famiglia e quindi del prevedibile consumo di acqua calda sanitaria, di solito pari a 30 - 60 litri al giorno per persona. Deve essere quindi scelta la percentuale di fabbisogno di acqua calda sanitaria che si intende coprire con la fonte solare. Si procede poi calcolando la superficie di pannelli necessaria per garantire la copertura dei fabbisogni richiesti dall'utilizzatore. L'acqua calda prodotta da un collettore solare è mediamente pari a 80 - 130 litri al giorno per ogni metro quadrato di pannello installato, in funzione della latitudine, dell'orientamento, della stagione e dell'inclinazione. Il migliore orientamento del tetto o dell'impianto è il sud e l'inclinazione va da 30 a 55 gradi, a seconda che si prediligano le prestazioni durante i mesi freddi (55 gradi), o nei mesi caldi (30-40 gradi). In ogni caso, è spesso più importante prediligere l'estetica rispetto all'inclinazione migliore. Appoggiare i pannelli solari sul tetto è più semplice e funzionale, rispetto ad utilizzare un supporto che si inserisca tra le tegole ed inclini correttamente i pannelli, ottenendo un risultato anti estetico, più costoso e con possibili problemi di infiltrazioni d'acqua nel sottotetto. Per il dimensionamento di massima della superficie dei pannelli da utilizzare è necessario innanzitutto definire quanta energia solare sono in grado di catturare. Il dato che fornisce l'informazione di quanta energia incide su un piano orizzontale di superficie pari ad 1 mq è la radiazione solare globale. Il valore medio annuale della radiazione solare globale varia con la latitudine (per esempio nella provincia di Bolzano è pari a 1220 kWh/mq mentre nella provincia di Trapani 1700 kWh/mq). La radiazione solare globale è la somma di due componenti: la radiazione diretta (dir) e la radiazione diffusa (diff).

giovedì 5 luglio 2012

Un nuovo software per l'analisi dei dati degli impianti fotovoltaici

Il mercato dei software per l'industria delle energie rinnovabili è cresciuto fortemente negli ultimi 20 anni. Ora più che mai è necessario individuare le aree migliori su cui costruire impianti fotovoltaici particolarmente performanti, basando la propria scelta su dati scientifici, anche a livello meteorologico. EnergieSoftware è una delle aziende leader nel settore della produzione dei software ed ha la propria sede a Berlino, in Germania, ed è stata fondata dal dottor Gerhard Valentin, che ne è anche amministratore delegato. Il primo programma è stato lanciato nel 1993 con il nome di T * SOL (solare termico). PV * SOL (fotovoltaico) è stato rilasciato nel 1997. Oggi i programmi di entrambe le linee di prodotti sono venduti in oltre 70 paesi in tutto il mondo. Recentemente aggiornato, PV * SOL Expert è uno dei prodotti di punta dell'azienda. Si tratta essenzialmente di un programma di simulazione dinamica con visualizzazione 3D che fornisce l'analisi dettagliata dell'ombreggiatura per i sistemi fotovoltaici. Con "Open Area" il nuovo oggetto 3D, i sistemi fotovoltaici montati a terra (composti da un massimo di 2000 moduli) possono essere riprodotti su un pendio o su un piano in visualizzazione 3D PV * SOL Expert. Ciò significa che, in aggiunta all'analisi dell'ombreggiatura differenziata dei sistemi fotovoltaici montati su edifici - possibile dalla versione 5,0 in poi - l'analisi dell'ombreggiatura corrispondente può ora essere effettuata anche per quanto riguarda i sistemi montati a terra. Un "Open Area" può, tuttavia, essere utilizzato anche per allineare una serie di oggetti 3D tutti insieme. Inoltre, nella visualizzazione 3D della nuova versione PV * SOL Expert 5,5 vi è la possibilità di configurare l'unione di una serie di aree PV nonché la possibilità di configurarle manualmente (in aggiunta al sistema automatico). Le unità di misura statunitensi sono state introdotte anche nella nuova versione (in Plan Photo, struttura del tetto in 2D e visualizzazione 3D). Tutti i programmi * PV SOL comprendono una vasta gamma di moduli e inverter. Le banche dati, ad oggi, contengono dati inerenti più di 10.000 moduli e 2100 inverter. Questi dati vengono costantemente aggiornati e ampliati da una funzione automatica dedita all'upload dei nuovi dati, ovviamente online.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?