venerdì 27 maggio 2011

L'energia solare debole si rafforza con il virus M13

L'energia solare diventa virale. I ricercatori del Massachussetts Institute of Technology hanno trovato un modo per aumentare di un terzo l'efficienza di conversione elettrica nelle celle solari, servendosi dell'innesto di un virus geneticamente modificato, chiamato M13: su nanotubi di carbonio.  I microscopici cilindri di carbonio puro sono semiconduttori eccellenti, e il loro utilizzo renderebbe più leggere le celle fotovoltaiche realizzate in silicio. Il problema è che questi semiconduttori  tendono ad ammassarsi tra di loro. La ricerca del Mit ha invece dimostrato come le colonie di virus M13 riescano a tenere ben separati tra loro nanotubi di carbonio e favorire, quindi, gli scambi di elettroni che si liberano con la luce del Sole. Inoltre il virus è stato progettato per produrre un rivestimento di biossido di titanio su ciascuno dei nanotubi, portando così l'efficienza elettrica dall'attuale 8% fino al 10,3%.

giovedì 26 maggio 2011

Solidarietà: inviati 250 impianti a energia solare in Giappone nelle zone colpite dallo tsunami

Sharp e Shin Kobe Electric Machinery Co. Ltd., congiuntamente, hanno inviato 250 impianti a energia solare nelle zone colpite dal terremoto e dallo tsunami. Grazie alla collaborazione con il Ministero della Difesa giapponese, le due società hanno pianificato l'installazione e l'utilizzo degli impianti nei rifugi di emergenza. Fin dall'inizio della catastrofe, Sharp ha preso in considerazione come poter essere d'aiuto con i suoi impianti ad energia solare e, con il sostegno della Shin Kobe Electric Machinery e di altri partner commerciali, Sharp è stata in grado di assemblare rapidamente un impianto a energia solare appositamente progettato per le aree colpite dalla catastrofe. Nelle prime settimane, la spedizione e il trasporto nelle zone colpite sono stati difficoltosi, ma ora, grazie al sistema messo in atto dal Ministero della Difesa per il trasporto di merci su richiesta delle singole prefetture, le società come Sharp sono in grado di inviare mezzi di soccorso. L'impianto di emergenza ad energia solare è un impianto autonomo di energia costituito da celle solari Sharp, batterie di scorta della Shin Kobe Machinery e da una presa multipla CA. La potenza generata potrà essere utilizzata per diversi scopi, come ad esempio la ricarica delle batterie del telefono cellulare, fondamentale per comunicare in quelle zone. Lo scopo principale di questi impianti a energia solare è quello di aiutare coloro che sono nelle zone dove l'energia elettrica potrebbe non essere ripristinata a breve termine.

mercoledì 25 maggio 2011

Progetto solar energy mobilità

Trasformare l'energia solare in energia elettrica in grado di alimentare direttamente il primo sistema di mobilità sostenibile all'interno di un quartiere fieristico. E' questo il risultato dell'innovativo progetto SEM, Solar Energy Mobilità, realizzato presso la nuova Fiera di Roma da Green Utility, joint venture tra SECIT SpA (società del gruppo Gesenu), Solon AG e un team di giovani imprenditori esperti di energia. Grazie alla partnership operativa di Investimenti SpA con Green Utility, società ideatrice del progetto, ed Enel SpA, il personale e gli ospiti della Fiera di Roma potranno spostarsi all'interno del complesso espositivo utilizzando veicoli elettrici alimentati ad energia fotovoltaica. Il sistema prevede un'area di circa 4.000 metri quadrati, coperta da pensilline fotovoltaiche destinate a parcheggio, dotata di un sistema di ricarica con energia prodotta dall'impianto fotovoltaico stesso, unitamente ad un innovativo accumulatore di energia elettrica, prodotta da un impianto solare ad inseguimento biassiale di circa 10 kWp. Il nuovo sistema di mobilità sostenibile, unito all'impianto fotovoltaico a film sottile tra i più grandi d'Italia installato sui tetti del quartiere espositivo realizzato da Green Utility e realizzato già dal 2008, contribuirà a fare di quello romano uno dei poli fieristici all'avanguardia in Europa sotto il profilo della sostenibilità, con 1,757 MW installati e 1.466 tonnellate l'anno di CO2 risparmiate al pianeta. In un mondo che vede nella diffusione dei veicoli elettrici un'opzione da privilegiare e sviluppare nei prossimi anni, il sistema di ricarica costituisce la problematica maggiore. In quest'ottica, il progetto SEM (Solar Energy Mobilità) costituisce una valida risposta a queste esigenze. L'investimento di oltre 10 milioni di euro è interamente sostenuto da Green Utility attraverso uno dei primi esempi italiani di project financing nel settore fotovoltaico. Fanno parte del progetto anche veicoli elettrici per il trasporto di persone e un parco di 10 biciclette elettriche a pedalata assistita, ricaricabili esclusivamente mediante l'energia elettrica prodotta dagli impianti fotovoltaici presenti in fiera.

martedì 24 maggio 2011

La fisica plasmonica al servizio del fotovoltaico

La fisica plasmonica è una branca della fisica che studia l'interazione tra luce e metallo e dalle cui applicazioni si potrebbero avere importanti sviluppi per il fotovoltaico tanto che, anche nel Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari, il professor Giovanni Bruno sta portando avanti un progetto europeo con l'obiettivo di sviluppare il fotovoltaico plasmonico, in grado di fare a meno del costoso silicio. Tuttavia è il professor Mike McGehee, dell'Università Californiana di Stanford, ad aver pubblicato un articolo che illustra i risultati di un esperimento interessante: una struttura fotovoltaica a forma di scatola per uova le cui celle solari, estremamente sottili (nell'ordine dei millesimi di micron) e a base organica (senza silicio) hanno aumentato del 15% l'efficienza rispetto ad altre celle solari analoghe, anch'esse trattate con tinture organiche fotosensibili. In questo caso, infatti, i rilievi particolari delle celle, realizzati secondo i criteri della fisica plasmonica, hanno acuito la potenza dei raggi solari aumentandone l'efficienza.

domenica 22 maggio 2011

Che fine faranno le scorie radioattive delle centrali nucleari?

Che fine faranno le scorie radioattive delle centrali nucleari? Non c'è al mondo un posto dove mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi. Montagne di materiali radioattivi sono l'eredità dei reattori nucleari. Per centinaia di secoli. Non vi sono posti sicuri per simili rifiuti, che resteranno ai bambini per migliaia di generazioni future. Una generazione nuova, mediamente, arriva ogni 25 anni e almeno 12.000 future generazioni dovranno fare i conti con questi materiali che in natura non esistono. La National Academy of Science (Usa) indica tra i 300.000 e un milione di anni come periodo di riferimento per l'eliminazione delle scorie che, nel frattempo, andrebbero custodite in siti sicuri, a tutt'oggi non reperiti. A tal fine la Court of Appeals della Colombia ha stabilito che le regole dell'Epa, organo per la protezione dell'ambiente Usa, per il deposito a Yucca Mountain violano la legge. L'Epa, infatti, aveva indicato un tempo di circa 10.000 anni. E il Dipartimento dell'Energia Usa ha denunciato omissioni e irregolarità negli studi geologici che comprometterebbero la sicurezza del sito che avrebbe dovuto risolvere il problema dei rifiuti radioattivi in Usa. Non è mai stato aperto. Per stoccare scorie e rifiuti radioattivi prodotti al ritmo attuale, il pianeta avrebbe bisogno di un deposito grande come quello di Yucca Mountain ogni due anni. Intanto quello tedesco nella ex miniera di salgemma in Bassa Sassonia è un colabrodo, intaccato da gravi infiltrazioni di acqua che minacciano 126.000 fusti radioattivi. E attorno sono aumentate le leucemie tra gli uomini e i cancri alla tiroide nelle donne.

giovedì 19 maggio 2011

Compattatori di immondizia ad energia solare

Sono arrivati in Europa i compattatori di immondizia ad energia solare: a Cambridge (Inghilterra) sono in fase di sperimentazione, infatti, i "Big Belly Bins", bidoni dell'immondizia che compattano la spazzatura al loro interno grazie all'elettricità di un pannello fotovoltaico, aumentando di 8 volte la quantità di rifiuti di un normale bidone della spazzatura. I costi, tuttavia, sono più alti (quasi il triplo) ma c'è un risparmio di carburante e una riduzione di emissioni di anidride carbonica: una batteria da 12 volts (che si ricarica grazie al pannello fotovoltaico) alimenta il compressore interno e una sim card spedisce un sms o una mail quando i bidoni sono pieni. Da febbraio anche nel Porto Antico di Genova si stanno sperimentando compattatori elettrici alimentati da 5 metri quadri di pannelli solari. Anche in questo caso un sistema di telecontrollo avverte quando i compattatori sono pieni. La capacità di conferimento dei rifiuti è aumentata di 5 volte, permettendo di ridurre le frequenze di svuotamento, di risparmiare il carburante dei mezzi e l'emissione di CO2.

martedì 17 maggio 2011

Climatizzazione di un edificio dotato di impianto fotovoltaico

La climatizzazione di un edificio con presenza di impianto fotovoltaico può prevedere l'utilizzo di una pompa di calore sia per quanto riguarda il riscaldamento invernale che per il raffrescamento estivo. La pompa di calore è una macchina frigorifera che permette di trasferire calore da una sorgente a temperatura più fredda ad una temperatura più calda (invertendo quindi lo scambio naturale), questo attraverso l'utilizzo di Lavoro ( ad esempio, energia elettrica); una macchina frigorifera nella sua conformazione di base è caratterizzata da quattro elementi fondamentali: compressore, condensatore, organo di laminazione, evaporatore. In inverno la quantità di energia elettrica prodotta dal fotovoltaico è minima e concentrata dalle 9 alle 16, se l'impianto prevede la sola pompa di calore si dovrà far ricorso alla rete elettrica nelle altre ore. Si può, invece, migliorare il sistema pensando alla pompa di calore come integrazione ad una caldaia a gas a condensazione che funge da generatore primario; nelle caldaie a condensazione si sfrutta lo scambio di calore latente dei fumi di scarico, per ogni kg di metano bruciato la condensazione permette teoricamente di ricavare l'11,3% di energia in più. In estate, in presenza di Sole si ha elevata produzione di energia elettrica e contemporaneamente la necessità di raffrescare, il sistema è in fase. In sintesi, un impianto che provveda alla climatizzazione dell'edificio potrà prevedere una pompa di calore per il raffrescamento estivo ed integrazione ad un generatore a gas a condensazione in inverno. L'efficienza dei due generatori sarà massima se ad essi collego terminali che siano in grado di lavorare con ridotti salti termici, ad esempio pannelli radiante a pavimento o fan-coil.

sabato 14 maggio 2011

Cenare gratis producendo 10 watt? A Copenhagen si può!

L'Hotel Crowne Plaza Copenhagen Towers, situato nella capitale danese, ha lanciato un anno fa la campagna "10 watt for a meal": ovvero, cena omaggio per i visitatori in grado di produrre 10 watt pedalando su apposite biciclette situate nell'area fitness o cimentandosi nella sfida impossibile di seguire il flusso generato dall'impianto fotovoltaico. Oltre 200 i clienti premiati, ma molti hanno pedalato per pura curiosità e senza chiedere nulla in cambio. Il sistema utilizzato per elettrificare le biciclette può essere peraltro riprodotto da qualsiasi elettricista con poco sforzo. Bastano un supporto per sollevare la ruota posteriore di una qualsiasi bicicletta, un piccolo generatore, una batteria e un wattmetro per misurare i watt. L'energia cinetica delle gambe, opportunamente convertita, viene così convogliata nella pila e tenuta sotto controllo. Le ultime biciclette sono rimaste in funzione fino all'aprile scorso. Alcune sono state prestate a scuole e associazioni che hanno dato luogo a singolari "electricy raising" in cui il pubblico ha pedalato sulle biciclette speciali al fine di donare un po' di corrente assieme al classico obolo in monete. Per la cronaca, l'intera struttura del quattrostelle danese è molto sostenibile: impiega luci e asciugatori a basso assorbimento e veicola le acque sotterranee per gli impianti di riscaldamento e condizionamento. La sua torre alta 85 metri ha un impianto fotovoltaico completamente integrato a filo facciata dal rendimento pari a 170.000 kWh all'anno.

giovedì 12 maggio 2011

E' nata la CH2OICE, certificazione per gli impianti idroelettrici

In Italia l'energia idroelettrica copre il 16% della produzione nazionale di elettricità, tuttavia molti impianti hanno un impatto notevole sugli ecosistemi fluviali, alterandone la portata e la continuità ecologica. Per questo è nata la nuova etichetta CH2OICE, in applicazione del progetto omonimo, finanziato dal programma UE "Intelligent Energy Europe" che porterà a una eco certificazione idroelettrica europea. Gli impianti idroelettrici certificati CH2OICE produrranno, dunque, energia idroelettrica rispettosa degli ecosistemi fluviali. Sulla corretta applicazione degli standards vigilerà un comitato scientifico composto da esperti di vari settori con la partecipazione dell'Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili (APER), del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF), l'ente di ricerca del GSE (RSE) ed alcune associazioni ambientaliste.

mercoledì 11 maggio 2011

Un impianto geotermico non può essere installato in presenza di sottosuolo carsico

La geotermia utile agli usi abitativi è quella definita a bassa entalpia, cioè quella concernente lo sfruttamento del sottosuolo come "serbatoio termico" dal quale prelevare calore durante l'inverno per cederlo in estate. Molte sono le opportunità di applicazione, al mare, in montagna, in città, in pianura o in collina, dappertutto insomma, fuorchè nel caso in cui il sottosuolo sia carsico. La ragione risiede nel fatto che questo tipo di sottosuolo presenta notevoli difficoltà di perforazione a causa delle cavità ipogee che, nel contempo, non consentono un perfetto scambio termico della sonda geotermica. E' quindi bene chiarirsi ogni dubbio in merito al sottosuolo che si intende perforare. La figura professionale cui chiedere consulenza è il geologo. Va detto che, a causa dell'alto costo delle perforazioni, l'uso della geotermia è particolarmente auspicabile nel caso di nuova costruzione e ristrutturazioni importanti.

martedì 10 maggio 2011

Cos'è il limite massimo di potenza incentivabile?

Cos'è il limite massimo di potenza incentivabile? Da quando esiste il Conto Energia, il GSE (Gestore Servizi Energetici) ha fissato il limite massimo di potenza incentivabile, il che significa che il GSE si pone un limite di MW installati da incentivare. Oltre questa soglia, le tariffe non sono più disponibili. In parole povere, significa che il GSE incentiverà un tot di impianti, dato appunto dalla somma delle potenze installate. Il Conto Energia 2007 (DM 19 febbraio 2007) fissava la potenza incentivabile in 1.200 MW. Tale limite fu raggiunto alla fine del mese di giugno 2010, per un totale di 80.000 impianti installati. Tra le novità del Conto Energia 2011, c'è anche quella dell'innalzamento di questa soglia. Il limite massimo di potenza incentivabile è infatti stato fissato in 3500 MW. Al raggiungimento di tale limite, quale ulteriore garanzia per gli operatori, è previsto un periodo di moratoria di 14 mesi (24 per gli impianti i cui soggetti responsabili siano enti pubblici). Gli impianti che entrano in esercizio in tale periodo, possono comunque beneficiare degli incentivi.

sabato 7 maggio 2011

Porter electric power Piaggio: veicolo commerciale ecosostenibile

Restyling e stetico e soprattutto ecologico per il Porter Electric Power (costo chiavi in mano circa 28.000 euro). Il veicolo commerciale della Piaggio, che ha debuttato nella sua prima versione nel 1995, estende, infatti, la propria gamma con alcuni modelli a trazione elettrica. Gli ultimi arrivati, infatti, montano non solo un motore dotato di circuito in corrente continua ad eccitazione separata con spazzole, ma anche nuovi driver di controllo, cablaggio e software per la trasmissione dei segnali. Concepito per un target di utenti che ha la necessità di effettuare trasporti, servizi e consegne rapide in ambito urbano, Porter Electric Power Piaggio garantisce fluidità e confort di marcia che non hanno nulla da invidiare ai cugini ad alimentazione tradizionale: partenze e riprese sono perfettamente dosabili, la generazione di calore è minima, l'energia disponibile può essere gestita facilmente, l'indicazione della velocità del veicolo sono di precisione elevata. La piena adattabilità al ciclo urbano ed ai relativi limiti di velocità è denotata dal motore che eroga una potenza nominale di 10,5 kW a 96 Volt: l'andatura massima raggiungibile è, infatti, pari a 55 chilometri orari per un'autonomia totale fino a 110 chilometri. Il comfort dell'abitacolo è garantito dai cristalli atermici che riducono il riscaldamento dovuto al Sole. Il Porter Electric Power è infine dotato di un selettore di velocità di marcia in grado di ottimizzare il consumo di energia e massimizzare le prestazioni del veicolo.

lunedì 2 maggio 2011

Cos'è una casa passiva?

Una casa passiva è un'abitazione a ridotto consumo energetico, convenzionalmente inferiore a 15 kWh al metro quadro/anno, sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento, realizzata secondo particolari tecniche costruttive che consentono di sfruttare al massimo il calore derivato dall'irraggiamento solare, aggiunto a quello generato internamente all'edificio (dagli elettrodomestici e dagli stessi occupanti). L'eventuale energia integrativa necessaria a pareggiare il bilancio termico è fornita da sistemi non convenzionali, quali, ad esempio, i sistemi solari, le pompe di calore o le caldaie a pellet. Nate in Svezia, le case passive (Passivhouse, secondo il termine originale) si sono diffuse soprattutto nei paesi del nord Europa. In Austria, a partire dal 2015 lo standard previsto dalla casa passiva sarà obbligatorio per tutti gli edifici.

Credi che possa essere utile introdurre nelle scuole superiori una materia che si chiamerebbe "Educazione al Risparmio Energetico" al fine di informare i ragazzi in merito all'uso consapevole e responsabile anche dell'energia prodotta da fonti rinnovabili?